Le opere di Barbara Paoletti, a prima vista, possono riportare alla mente alcuni lavori della pittura astratta italiana degli anni cinquanta e sessanta, dove tracce di sensazioni ed emozioni si materializzano entro uno spazio liquido. E, sicuramente, l’arte di quest’artista ha mosso i suoi fondamentali passi proprio nell’universo del realismo astratto; ma subito ha cercato di svincolarsi da codifiche stilistiche, realizzando un proprio personale linguaggio. Ed infatti, nelle opere di “Note”, esposte presso la Galleria Teknè dal 15 novembre al 15 dicembre 2008, il puro astrattismo lascia spazio solo ad una fuggevole impressione, per diventare altro. La materia pittorica si fa solida, concreta, e si libera all’interno di uno spazio tridimensionale costretto dalla cornice del vetro, all’interno della quale i colori, divenuti oggetti, si muovono in una dimensione onirica. Fili di ferro intrecciano cerchi, frantumi di vetro tracciano linee, frammenti di carta creano turbinii intorno ad oggetti plastici, solidi nella loro geometrica struttura, ricordo di linee antiche e rigorose disegnate su tela. Le cose fluttuano all’interno dello spazio intrappolato dal vetro, che delimita la superficie dell’opera e nello stesso tempo rende visibile, e quasi tangibile, a noi che guardiamo, quei colori usati nelle tele, ora trasformati in scultoree realtà. Essi traducono, come dice l’artista, “le emozioni e i ricordi” di una vita, che, in questa mostra, vengono sussurrati allo spettatore, invitato a leggere le opere come le pagine di un diario, dove alle parole si sostituiscono forme evocative che raccontano un’ esistenza.
Orario: il lunedì ore 17.00-20.30 dal martedì al sabato ore 10.00-13.30 e 17.00-20.30
domenica su appuntamento
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