La mostra “Archeopatie II” di Gianni Ottaviani al Kursaal di Grottammare, segna il suo ritorno come Artista nei luoghi d’origine dopo il trasferimento nel 1971 a Milano e segue quella effettuata con lo stesso titolo nel mese di settembre 2009, nella sede del Complesso del Vittoriano di Roma. Alcune nuove opere saranno esposte assieme a quelle presentate a Roma, ma la tematica della sua ricerca iniziata negli anni ‘80, resta vincolata a quella originaria delle Archeopatie. Termine coniato da Ottaviani in occasione della personale allestita a cura del Comune di Milano nella sede del suo Civico Museo Archeologico, negli anni 1995-1996.
La mostra di Roma è avvenuta in coincidenza con il suo cinquantesimo anno di attività artistica ma volutamente non è stata un’antologica, come non lo sarà questa al Kursaal di Grottammare, in quanto l’artista non ritiene di aver ancora esaurito la seconda fase del momento creativo delle Archeopatie. Al Kursaal Ottaviani, assieme a V.Fazzini e G.Venieri, aveva già esposto nel 1961 in una delle sue prime mostre, e inoltre nel 1968 l’aveva utilizzato come sede del “V Premio Grottammare” di pittura organizzato per conto dell’Azienda di Soggiorno e del Comune. Al Premio avevano partecipato su invito tra gli altri anche gli artisti R.Guttuso, P.Fazzini, R.Brindisi, A.Ciarrocchi,S. Monachesi, O.Tamburi ecc. Questa mostra sarà quindi un’occasione per poter meglio conoscere l’evoluzione e il percorso dell’artista dopo tutti questi anni.
Come dichiarato nella prefazione al catalogo, Ottaviani considera le Archeopatie come uno scavare nella memoria, documentare, ricostruire e riappropriarsi, quasi un’“archeologia dell’io” come l’avrebbe potuta definire Freud. Ma egli pensa anche che tentare di ricostruire integralmente il nostro percorso è a volte impossibile, restano dei vuoti come avviene nell’Archeologia Classica. Ciò a causa della dispersione di elementi qualificanti e l’avanzato stato di corrosione mentale prodotto dagli eventi del vissuto. Così i suoi sono “corpi mutili”, lacerati dagli eventi e dal trascorrere del tempo, protesi sia verso il “disco solare”, che rappresenta l’aspetto essenziale della vita, la sua complessiva e definitiva globalità, sia verso il “volatile” assunto a simbologia alchemica del volo nel vuoto rigeneratore. L’aspirazione all’elevatezza.
In mostra sarà esposta anche la monumentale opera di mt. 7 x 1,50 realizzata da Ottaviani negli anni 2005-2006 dedicata al Cavallo, mezzo indispensabile per lo sviluppo dell’umanità. L’opera è composta da 17 pannelli e 150 formelle su cui sono raffigurati, con una tecnica propria della documentazione archeologica, cavalli così come sono stati rappresentati dalla preistoria ad oggi nei libri, nelle opere d’arte, nella pubblicità ecc., e che l’artista ha trovato e continua a trovare con una ricerca quasi archeologica. Quindi l’opera è in continuo divenire.
Gianni Ottaviani nel 2005 su incarico della Direzione del Ministero della Cultura della Turchia ha sovrinteso all’organizzazione della Biennale Internazionale d’Arte di Ankara di cui è stato anche Presidente della Giuria.
Il Catalogo edito dall’Editoriale Giorgio Mondadori di Milano, è lo stesso edito per la mostra di Roma ed è composto da una cartella in cui sono inseriti due quaderni: “Archeopatie II”, concernente la mostra, e “Tracce di un percorso”, concernente tutta l’attività di artista e di curatore di mostre di Ottavani.
I testi critici del catalogo sono “Archeopatie 2009” del Prof. Ermanno Arslan, Archeologo ed ex Sovrintendente ai Beni Artistici del Comune di Milano, che ha definito il modus operandi di Ottaviani “...corrispondente ad un processo di stratificazione archeologica del proprio essere come la terra nasconde e rivela a brandelli la propria. Le sue figure che senza modificarsi si sono frammentate e sono proposte in termini quasi di relitto...”
L’autore dell’altro testo critico “La macchina del tempo” è il Prof. Valerio Rivosecchi, Storico e critico dell’Arte docente all’Accademia di Belle Arti di Napoli, che considera le Archeopatie di Ottaviani “...inequivocabilmente attuali, proprio nella loro frammentarietà e fragilità, specchio di una condizione contemporanea che prevede al tempo stesso un inconscio senso di disgregazione e un altrettanto forte desiderio di ricostruire la perduta unità...”
Gianni Ottaviani. Archeopatie II
Kursaal, Grottammare (AP)
Spazio espositivo MIC
Date: 31 luglio - 5 settembre 2010
Inaugurazione: sabato 31 luglio, ore 18.00
Orari: lunedì chiuso
martedì, mercoledì, giovedì 21.30 – 23.30
venerdì, sabato, domenica 18.00-20.00 / 21.30-23.30
Catalogo: Editoriale Giorgio Mondadori
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