di Michele Scalici
La città di Grumentum, al centro dell’importante territorio dell’alto corso del fiume Agri, domina l’omonima valle dal modesto rilievo collinare sulla quale è stata costruita. Punto nevralgico per i traffici commerciali tra Jonio e Tirreno già in età molto antica, lo fu soprattutto nel periodo romano quando il suo territorio era solcato da due vie pubbliche di lunga percorrenza: la via Herculia che da Venosa conduceva a Policoro (Heraclea) e Taranto, e la via Popilia che congiungeva Capua con Reggio Calabria.
Il centro urbano è attestato, sia archeologicamente che storicamente, almeno a partire dal III sec. a.C. Infatti, lo storico Livio ricorda che nel 207 a.C. l’accampamento del condottiero cartaginese Annibale era stato posto non distante dalle mura della città. Malgrado ciò, la fase meglio nota oggi risale soltanto alla prima età imperiale quando vennero edificati i principali edifici della città i cui resti sono ancora oggi visibili presso l’area archeologica di Grumentum.
Nell’area del Foro si sono concentrate le indagini archeologiche avviate, a partire dagli anni ’70 del XX sec., da varie missioni italiane e straniere, che hanno messo i luce numerosi monumenti e reperti databili soprattutto ai primi secoli della nostra era. A questa fase appartengono anche alcune statue in marmo conservate nel Museo Nazionale dell’Alta Val d’Agri.
Tra di esse spicca un ritratto femminile riferibile alla moglie di Augusto Livia Drusilla, vissuta tra il 58 a.C. ed il 29 d.C. La figura è stata modellata per una visione frontale, con il velo sulla parte posteriore della testa ed i capelli raccolti in due bande ondulate. Gli occhi sporgenti, il naso pronunciato, la piccola bocca, decisamente idealizzati secondo la moda del tempo, poco rivelano di quelle che dovevano essere le reali caratteristiche della principessa romana. Tuttavia, da alcuni dettagli quali il lieve rilassamento del collo e delle guance o le sottili rughe contornanti naso e labbra, si può dedurre che al momento del ritratto Livia fosse già piuttosto in là con gli anni.
La statua proviene dal Foro, in particolare da un’area adiacente alla scala laterale Est del tempio C, al di sopra della pavimentazione della piazza. Insieme ad essa furono rinvenuti altri elementi scultorei quali una mano pertinente ad una statua colossale ed un frammento di epigrafe onorifica dell’imperatore Claudio. Questo tempio, interpretato come Cesareo, dunque luogo di culto del Divo Cesare e della sua famiglia pone agli archeologi dei problemi di inquadramento cronologico: databile ad età tiberiana sembrerebbe essere il monumento più antico del Foro, antecedente lo stesso Capitolium, fatto che appare singolare per una città in età romana.
Livia, in effetti, venne divinizzata all’epoca dell’imperatore Claudio, nel 41 d.C., ma già alla morte del consorte, nel 14 d.C. aveva assunto il titolo di sacerdotessa del Divo Augusto. Numerose sono repliche di immagini che la ritraggono in vesti sacerdotali, assimilandola anche a divinità come Cerere, Giunone e Vesta, cui appartiene anche il ritratto di Grumentum. I confronti ritenuti più stingenti provengono da Paestum e dai Musei Capitolini.
Bibliografia
P. Bottini, Ritratto di Livia Drusilla, in P. Bottini (a cura di), Il Museo Archeologico Nazionale dell’Alta Val d’Agri, Lavello 1997, pp. 149-151.
A. Mastrocinque (a cura di), Grumentum Romana. Atti del Convegno di Studi (Grumento Nova – Potenza, 28-29 giugno 2008), Moliterno 2009.
A. Mastrocinque et alii, Gli scavi dell’Università di Verona nel Foro di Grumentum (Potenza). Anni 2007-2009, «Fastionline» 2010, pp. 1-29.
H. Hänlein-Schäfer, “Veneratio Augusti”. Eine Studie zu den Tempeln des ersten römischen Kaisers, Roma 1985.
Nessun commento :
Posta un commento