Racconta Piero Tosi che nel 1954 quando lavorava con Luchino Visconti alla realizzazione di “Senso”, in una delle scene Alida Valli doveva comparire ammantata in un gran scialle di cachemire. All’epoca in Italia un oggetto di tal genere era praticamente introvabile e l’attrice dovette adattarsi ad entrare in scena gravata dalle pesantissime pieghe di un folto tappeto a disegni di cachemire, unico tessuto con questa decorazione che era stato possibile recuperare. Poi, ricorda ancora Tosi, negli anni successivi dai guardaroba e dalle soffitte delle vecchie famiglie cominciarono a comparire questi preziosi, delicati tessuti, divenuti poi progressivamente oggetto di un raffinato collezionismo.
In Italia alcune strutture museali come Il Museo del Tessuto di Palazzo Bianco a Genova o la Fondazione Ratti di Como, hanno raccolto numerosi esempi di questi materiali tessili: a Roma una vasta collezione privata formatasi proprio “sul campo” del teatro e del cinema, la celebre sartoria teatrale Costumi Tirelli di Dino Trappetti, ha generosamente concesso in prestito un gruppo di sei tra questi scialli al Museo Praz affinché, in occasione della XIII Settimana della Cultura possano venir esposti al pubblico, avvicinati ai ben 12 dipinti di primo Ottocento del Museo, in cui proprio questi scialli compaiono.
Il termine cachemire ha una triplice valenza in quanto indica sia la località di provenienza che il prezioso filato ma anche il motivo decorativo orientale – il cipresso inclinato dal vento – che tanto successo ha ancora oggi. Importato in Occidente alla fine del Settecento, venne di gran moda in età napoleonica, caldo e avvolgente complemento delle leggerissime vesti di mussola bianca che le dame del Direttorio e dell’Impero indossavano anche in pieno inverno. Ben presto le manifatture tessili occidentali si impadronirono di questo duttile e brillante motivo decorativo: passando dalle stole a fondo neutro bordate ai due capi da una fascia decorativa, si arrivò ai grandi scialli rettangolari e quadrati fittamente decorati che venivano indossati piegati a triangolo a coprire tutta la figura. Tra le più celebri manifattura occidentali vanno ricordate quelle di Parigi, di Paisley e di Norwich.
Titolo mostra: L’immagine del cachemire nella pittura dell’Ottocento
A cura di: Eugenio Busmanti e Patrizia Rosazza-Ferraris
Sede: Roma, Museo Praz
Date di apertura al pubblico: XIII Settimana della Cultura 9 - 17 aprile 2011
Inaugurazione: venerdì 8 aprile, ore 18.00
Orari di apertura: lunedì- domenica 9-14 e 14.30 - 19.30 (ultimo ingresso consentito un'ora prima della chiusura). Visite accompagnate di 45 minuti, ogni ora, per non più di 10 persone
Ingresso: gratuito
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