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martedì 27 marzo 2012

La favola di Amore e Psiche

di Sonia Gammone

Nella splendida cornice di Castel Sant’Angelo a Roma, è stata inaugurata lo scorso 16 marzo, una mostra dedicata alla favola di Amore e Psiche. La Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico e del Polo Museale della città di Roma, diretta da Rossella Vodret, in collaborazione con Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico - Sovraintendenza ai Beni Culturali, ha voluto dedicare, al termine dei lavori di restauro del fregio di Perin del Vaga che raffigura la storia di Amore e Psiche in Castel Sant’Angelo, una mostra incentrata su una delle favole più affascinanti dell’antichità, curata dal direttore del Museo di Castel Sant’Angelo, Maria Grazia Bernardini e, per la parte archeologica, da Marina Mattei, curatore archeologo dei Musei Capitolini. La favola di Amore e Psiche, narrata da Apuleio nell’Asino d’Oro, ha ispirato nei secoli moltissimi artisti che si sono cimentati con questo soggetto varie volte. La mostra, che prende avvio dal ciclo di Perin del Vaga che decora il fregio di una delle salette dell’appartamento di Paolo III a Castel Sant’Angelo, intende illustrare, attraverso dipinti, disegni, sculture, incisioni, arazzi e terracotte, i patimenti dell’anima e le prove da superare alla ricerca di Amore divino. La mostra si snoda in quattro sezioni che attraversano le varie letture date nei secoli a questa favola, infatti, se nell’antichità Amore e Psiche sono due figure che si cercano, si torturano, si amano, nel Rinascimento la cultura umanistica, che poneva le virtù morali alla base del vivere civile, vede nella favola il trionfo dell’amore coniugale e della purificazione dell’anima umana. Con un centinaio di opere provenienti da musei italiani e stranieri, la mostra si propone come un interessante momento di sintesi di un soggetto ispiratore nei secoli di grandi risultati artistici.

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