Il Palaolimpico di Torino fino al 13 gennaio 2013 ospiterà la mostra The human
body exhibition, evento internazionale che ha acceso polemiche e interessi, esibendo
al pubblico una tematica già nota alla storia degli studi medico-scientifici:
la visione tridimensionale del corpo umano. La mostra è divisa in nove sezioni
dedicate agli apparati: scheletrico, muscolare, nervoso, cardiovascolare,
respiratorio, digestivo, riproduttivo e allo sviluppo fetale, dando spazio
anche alle forme tumorali che possono deturpare gli organi interni. Tutto
questo grazie alla tecnica della plastinazione. Tale procedimento permette di
poter conservare i corpi: un bagno di acetone elimina i liquidi; in seguito, in
una camera a vuoto, mentre si aspira l’acetone, si fa fluire una soluzione a
base siliconica che permea i corpi, permettendone la conservazione.
All’occorrenza si possono utilizzare coloranti per evidenziare organi e tessuti.
Il padre di questa invenzione è Gunther von Hager, scienziato dell’università
di Heidelberg nato nel 1945 che, riprendendo disegni anatomici del XV secolo, ha
anche modellato i corpi - di donatori spontanei - in pose plastiche.
Gli esemplari in mostra a Torino sono cadaveri di carcerati cinesi
non reclamati dalle famiglie e accompagnati da documentazione del governo di
Pechino, anche se la scia di polemiche non è stata sedata. Gli esemplari
simulano differenti attività sportive: la corsa, la pallavolo, il tennis, e in
generale pose che possano far vedere la tensione dei muscoli e la dinamicità
dei movimenti. La maggior parte degli organi esposti è a coppie: uno sano e
l’altro malato, proprio per rendere visibile il deterioramento causato dalle
malattie. Il percorso si finisce con un esemplare diviso in sezioni trasversali
e millimetriche, sovrapponibili alla TAC.
L’università di Heidelberg è uno dei tanti centri di ricerca
che si è occupato dello studio approfondito e tridimensionale dell’anatomia
umana. Tra gli esempi italiani è da annoverare la cappella San Severo di Napoli. D’impianto tardo cinquecentesco, dagli anni
’40 del settecento l’aula è riorganizzata da Raimondo di Sangro, settimo
principe di Sansevero, restituendoci l’odierna struttura. Piena di simbolismi, la cappella nella cavea
sotterranea conserva le così dette “macchine anatomiche”: un corpo femminile ed
un corpo maschile che mostrano quasi intatto il sistema artero-venoso. La
realizzazione si deve a Giuseppe Salerno medico palermitano che sotto la direzione
di Raimondo di Sangro, dà forma ad un esperimento affascinante e circondato da
un alone leggendario. Una guida settecentesca del palazzo e della cappella
Sansevero dal titolo Breve nota e dall’autore anonimo parla di un’iniezione;
anche in documenti d’archivio, inerenti alle trattative tra i due studiosi, si
fa riferimento a “cera colorata”, realizzata dal principe secondo un metodo non
rivelato, in altri si cita un liquido metallizzante, il tutto fa pensare ad un
utilizzo didattico. I due corpi si reggono solo sull’apparato scheletrico
realmente umano, scarnificato di ogni organo e tessuto, mentre recenti studi
affermano la natura artificiale dell’apparato artero- venoso.
Aldilà di singoli episodi e di studi più o meno strettamente
scientifici, ciò che affascina è la possibilità di andare oltre lo strato
dell’epidermide per riconoscere e riconfermare la propria natura umana, la
propria identità che altro non è la riproduzione di noi stessi e dei nostri
pensieri, il sostrato sul quale l’arte si sviluppata e si nutre.
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RispondiEliminathe creator is a liar https://www.youtube.com/watch?v=PeTVVko27FA
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