Signor Ministro,
all’indomani del rovinoso crollo della Schola di Pompei, apprendiamo dalle Sue dichiarazioni ai mezzi di comunicazione che “il” problema risiederebbe nell’incapacità dei Soprintendenti del Ministero da Lei diretto: prova ne sarebbero il rapporto tra i fondi erogati, definiti “adeguati” e la mancanza di managerialità dei dirigenti stessi; e dunque, c’è da pensare, delle Soprintendenze nel loro insieme.
Tuttavia in questi giorni interventi anche autorevoli hanno puntato il dito contro i pesanti tagli che, soprattutto a partire dalle leggi degli ultimi anni, hanno aggredito e ridotto un bilancio complessivo già inadeguato, secondo gli standard europei, alla semplice tutela “passiva” (cioè la sola manutenzione) di un patrimonio storico-artistico e culturale di cui certo non v’è bisogno di rimarcare l’eccezionale importanza e la capillare diffusione sull’intero territorio nazionale.
I tagli di bilancio sono stati accompagnati da riduzioni del personale e blocco delle assunzioni, compresi i tecnici di alta qualificazione; nonché dal contestuale appesantimento di normative e procedure di spesa che in tutti i settori del pubblico impiego - e massimamente nel settore dei beni culturali, particolarissimo per la natura stessa dei beni e delle attività da svolgere - hanno creato ritardi e problemi di applicabilità sempre più difficili da risolvere.
Risulta emblematico di tale assunto il caso di Pompei dove, pur senza entrare nel merito di esistenza e uso di un piano di intervento che l’ultimo Soprintendente di lungo corso dichiara avviato nel 1997, con fondi non statali ma del World Monuments Fund, l’incidenza dei tagli ha prodotto i suoi effetti contestualmente alla decisione di commissariare l’intero sito archeologico mediante figure professionali diverse dai tecnici specializzati (prima un prefetto in congedo, poi un funzionario della Protezione Civile).
Che problemi di spesa vi siano da anni in quasi tutte le Soprintendenze, è sotto gli occhi di tutti e non è dato che si intenda negare, stanti le difficoltà continuamente segnalate dagli uffici stessi ai vertici del Suo Ministero.
La prima risposta di architettura istituzionale è stata la creazione delle Direzioni Regionali, con funzioni tra l’altro di Stazioni appaltanti dei lavori per conto di quasi tutti gli Uffici territoriali del Ministero, retrocessi all’improvviso a strutture prive di autonomia di spesa: le statistiche contabili degli ultimi anni, con la notevole quota di residui a carico delle Direzioni Regionali, dimostrano che non è questa la soluzione.
Si è allora fatto ricorso a forme di commissariamento con poteri di deroga dalle complicate leggi e procedure di spesa di fondi pubblici (Pompei, Uffizi), che però non comportano necessariamente un incremento della “managerialità”, tanto più se disgiunta dalla “tecnicità” (altra cosa è l’affidamento di incarichi speciali a tecnici specialisti del settore).
Signor Ministro, ci lasci dire che è ora che la cultura dell’emergenza ceda il passo a quella della manutenzione, ordinaria e straordinaria, a cura delle strutture e degli staff tecnico-scientifici che quei monumenti, quei siti, quei musei conoscono e tutelano. La valorizzazione come concetto mediatico non può sostituirsi al paziente e faticoso lavoro di monitoraggio, consolidamento e restauro, che per definizione è poco visibile e quindi poco mediatico.
Ben vengano le collaborazioni di Università, Istituti e Accademie, cui le Soprintendenze italiane abitualmente aprono le porte; ben vengano riflessioni su normative e procedure di più facile e dunque più rapida ed efficace applicazione. Ma dev’esserci un quadro di miglioramento dell’attività di tutela nel suo complesso, che non esautori i dirigenti tecnici del Ministero, ma ne ascolti le difficoltà e le proposte, nell’unico interscambio possibile per migliorare le condizioni del patrimonio culturale del nostro Paese.
I Soprintendenti archeologi
Mariarosaria BARBERA - Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’
Adele CAMPANELLI - Soprintendenza Beni Archeologici Salerno-Avellino-Benevento-Caserta
Teresa Elena CINQUANTAQUATTRO- Soprintendenza Beni Archeologici Puglia
Antonio DE SIENA – Soprintendenza Beni Archeologici Basilicata
Filippo GAMBARI - Soprintendenza Beni Archeologici Liguria
Luigi LA ROCCA - Soprintendenza al Museo Preistorico-Etnografico ‘Luigi Pigorini’
Fulvia LO SCHIAVO - Soprintendenza Beni Archeologici Toscana
Egle MICHELETTO - Soprintendenza Beni Archeologici Piemonte
Marco Edoardo MINOJA - Soprintendenza Beni Archeologici Cagliari e Oristano
Anna Maria MORETTI - Soprintendenza Beni Archeologici Etruria Meridionale
Soprintendenza Beni Archeologici Roma e Ostia (interim)
Jeannette PAPADOPOULOS - Direzione Generale Antichità, Servizio III
Soprintendenza Beni Archeologici Napoli e Pompei (interim)
Andrea PESSINA- Soprintendenza Beni Archeologici Abruzzo
Raffaella POGGIANI - Soprintendenza Beni Archeologici Lombardia
Alfonsina RUSSO - Soprintendenza Beni Archeologici Molise
Elisabetta ROFFIA - Segretariato Generale-Ispettorato
Vincenzo TINÉ - Soprintendenza Beni Archeologici Veneto
all’indomani del rovinoso crollo della Schola di Pompei, apprendiamo dalle Sue dichiarazioni ai mezzi di comunicazione che “il” problema risiederebbe nell’incapacità dei Soprintendenti del Ministero da Lei diretto: prova ne sarebbero il rapporto tra i fondi erogati, definiti “adeguati” e la mancanza di managerialità dei dirigenti stessi; e dunque, c’è da pensare, delle Soprintendenze nel loro insieme.
Tuttavia in questi giorni interventi anche autorevoli hanno puntato il dito contro i pesanti tagli che, soprattutto a partire dalle leggi degli ultimi anni, hanno aggredito e ridotto un bilancio complessivo già inadeguato, secondo gli standard europei, alla semplice tutela “passiva” (cioè la sola manutenzione) di un patrimonio storico-artistico e culturale di cui certo non v’è bisogno di rimarcare l’eccezionale importanza e la capillare diffusione sull’intero territorio nazionale.
I tagli di bilancio sono stati accompagnati da riduzioni del personale e blocco delle assunzioni, compresi i tecnici di alta qualificazione; nonché dal contestuale appesantimento di normative e procedure di spesa che in tutti i settori del pubblico impiego - e massimamente nel settore dei beni culturali, particolarissimo per la natura stessa dei beni e delle attività da svolgere - hanno creato ritardi e problemi di applicabilità sempre più difficili da risolvere.
Risulta emblematico di tale assunto il caso di Pompei dove, pur senza entrare nel merito di esistenza e uso di un piano di intervento che l’ultimo Soprintendente di lungo corso dichiara avviato nel 1997, con fondi non statali ma del World Monuments Fund, l’incidenza dei tagli ha prodotto i suoi effetti contestualmente alla decisione di commissariare l’intero sito archeologico mediante figure professionali diverse dai tecnici specializzati (prima un prefetto in congedo, poi un funzionario della Protezione Civile).
Che problemi di spesa vi siano da anni in quasi tutte le Soprintendenze, è sotto gli occhi di tutti e non è dato che si intenda negare, stanti le difficoltà continuamente segnalate dagli uffici stessi ai vertici del Suo Ministero.
La prima risposta di architettura istituzionale è stata la creazione delle Direzioni Regionali, con funzioni tra l’altro di Stazioni appaltanti dei lavori per conto di quasi tutti gli Uffici territoriali del Ministero, retrocessi all’improvviso a strutture prive di autonomia di spesa: le statistiche contabili degli ultimi anni, con la notevole quota di residui a carico delle Direzioni Regionali, dimostrano che non è questa la soluzione.
Si è allora fatto ricorso a forme di commissariamento con poteri di deroga dalle complicate leggi e procedure di spesa di fondi pubblici (Pompei, Uffizi), che però non comportano necessariamente un incremento della “managerialità”, tanto più se disgiunta dalla “tecnicità” (altra cosa è l’affidamento di incarichi speciali a tecnici specialisti del settore).
Signor Ministro, ci lasci dire che è ora che la cultura dell’emergenza ceda il passo a quella della manutenzione, ordinaria e straordinaria, a cura delle strutture e degli staff tecnico-scientifici che quei monumenti, quei siti, quei musei conoscono e tutelano. La valorizzazione come concetto mediatico non può sostituirsi al paziente e faticoso lavoro di monitoraggio, consolidamento e restauro, che per definizione è poco visibile e quindi poco mediatico.
Ben vengano le collaborazioni di Università, Istituti e Accademie, cui le Soprintendenze italiane abitualmente aprono le porte; ben vengano riflessioni su normative e procedure di più facile e dunque più rapida ed efficace applicazione. Ma dev’esserci un quadro di miglioramento dell’attività di tutela nel suo complesso, che non esautori i dirigenti tecnici del Ministero, ma ne ascolti le difficoltà e le proposte, nell’unico interscambio possibile per migliorare le condizioni del patrimonio culturale del nostro Paese.
I Soprintendenti archeologi
Mariarosaria BARBERA - Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’
Adele CAMPANELLI - Soprintendenza Beni Archeologici Salerno-Avellino-Benevento-Caserta
Teresa Elena CINQUANTAQUATTRO- Soprintendenza Beni Archeologici Puglia
Antonio DE SIENA – Soprintendenza Beni Archeologici Basilicata
Filippo GAMBARI - Soprintendenza Beni Archeologici Liguria
Luigi LA ROCCA - Soprintendenza al Museo Preistorico-Etnografico ‘Luigi Pigorini’
Fulvia LO SCHIAVO - Soprintendenza Beni Archeologici Toscana
Egle MICHELETTO - Soprintendenza Beni Archeologici Piemonte
Marco Edoardo MINOJA - Soprintendenza Beni Archeologici Cagliari e Oristano
Anna Maria MORETTI - Soprintendenza Beni Archeologici Etruria Meridionale
Soprintendenza Beni Archeologici Roma e Ostia (interim)
Jeannette PAPADOPOULOS - Direzione Generale Antichità, Servizio III
Soprintendenza Beni Archeologici Napoli e Pompei (interim)
Andrea PESSINA- Soprintendenza Beni Archeologici Abruzzo
Raffaella POGGIANI - Soprintendenza Beni Archeologici Lombardia
Alfonsina RUSSO - Soprintendenza Beni Archeologici Molise
Elisabetta ROFFIA - Segretariato Generale-Ispettorato
Vincenzo TINÉ - Soprintendenza Beni Archeologici Veneto
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