di Angela Delle Donne
La Cortellesi si presta al cinema per interpretare insieme a Raul Bova una commedia divertente scene esilaranti e buffe. La protagonista è una donna che vive in un mondo ovattato e che si ritrova a dover affrontare la dura realtà dalla sera al mattino. La sua superficialità e i suoi luoghi comuni devono scomparire per fare posto ad una nuova dimensione di vita, fatta di piatti da lavare, ricerca di lavoro per sbarcare il lunario ed un figlio che ha conosciuto solo il telefonino e la scuola privata. Di certo la punta di diamante di questo film sono le mille smorfie facciali che sa trovare la Cortellessi per esprimere di volta in volta i suoi stati d’animo, tra maschere buffe che arricciano il naso e pose sensuali rubate ad un improbabile tentativo di seduzione. Raul Bova veste il ruolo di un ragazzo di borgata che gioca a fare il duro ed il forte, ma si lascia ammaliare da una grazie non comune alle sue abitudini. I protagonisti sono sostenuti da personaggi satelliti che vorticano nella loro orbita e che esprimono al meglio i luoghi comuni e la comicità immediata. Tra una canzone di Pino Daniele ed una comparsa di Fausto Leali il film corre e svela il mestiere più antico del mondo troppo facilmente rappresentato e proposto prepotentemente come soluzione ai problemi contingenti della realtà cinematografica; immagine amara che smette mai di confrontarsi con la vita al di fuori dello schermo. Tra le tante commedie che si ripetono e si appiattiscono sui luoghi comuni questo film riesce a non scadere nella volgarità per ricercare una risata facile.
La Cortellesi si presta al cinema per interpretare insieme a Raul Bova una commedia divertente scene esilaranti e buffe. La protagonista è una donna che vive in un mondo ovattato e che si ritrova a dover affrontare la dura realtà dalla sera al mattino. La sua superficialità e i suoi luoghi comuni devono scomparire per fare posto ad una nuova dimensione di vita, fatta di piatti da lavare, ricerca di lavoro per sbarcare il lunario ed un figlio che ha conosciuto solo il telefonino e la scuola privata. Di certo la punta di diamante di questo film sono le mille smorfie facciali che sa trovare la Cortellessi per esprimere di volta in volta i suoi stati d’animo, tra maschere buffe che arricciano il naso e pose sensuali rubate ad un improbabile tentativo di seduzione. Raul Bova veste il ruolo di un ragazzo di borgata che gioca a fare il duro ed il forte, ma si lascia ammaliare da una grazie non comune alle sue abitudini. I protagonisti sono sostenuti da personaggi satelliti che vorticano nella loro orbita e che esprimono al meglio i luoghi comuni e la comicità immediata. Tra una canzone di Pino Daniele ed una comparsa di Fausto Leali il film corre e svela il mestiere più antico del mondo troppo facilmente rappresentato e proposto prepotentemente come soluzione ai problemi contingenti della realtà cinematografica; immagine amara che smette mai di confrontarsi con la vita al di fuori dello schermo. Tra le tante commedie che si ripetono e si appiattiscono sui luoghi comuni questo film riesce a non scadere nella volgarità per ricercare una risata facile.
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