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lunedì 24 giugno 2013

Dialogo tra Caravaggio e Tiepolo

di Federica Amalfitano

C’è modo e modo per fare cultura, per renderla simpatica, appetibile, per avvicinare la massa a qualcosa che sembra ancora materia per pochi, roba d’elite. Un modo ci è stato dimostrato lo scorso martedì 18 giugno, un pomeriggio afoso di inizio estate non ha spaventato i tanti giovani e meno giovani, accorsi numerosi ad assistere ad uno spettacolo teatrale di certo inaspettato. Un inedito Stefano Causa ed un gioviale Fabrizio Vona hanno avvicinato il pubblico dei social network a due giganti del nostro patrimonio artistico: Caravaggio e Tiepolo.
Il Causa non ha esitato un attimo a mettere da parte le sue vesti di professore e a tagliare la sua amata barba per indossare una bianca parrucca tutta boccoli settecentesca e prestare la sua voce al pittore veneziano dei soffitti e dai toni chiari. Messe da parte le scartoffie, giacca e cravatta da dirigente, il Sovrintendente per il Patrimonio Storico-Artistico ed il Polo Museale di Napoli, Fabrizio Vona, ha invece interpretato il barbuto pittore del popolo, il naturalista, Michelangelo da Caravaggio.
Un dialogo, quello scritto da Roberto Longhi nel 1951, immaginato nei Campi Elisi, dove i due, separati da più di un secolo di storia, si incontrano, si osservano, si scrutano, si conoscono e mettono a confronto con battute a tratti irriverenti non solo due modi di dipingere, ma soprattutto due culture, due mondi diversi. Il Tiepolo cerca di spiegare al suo nuovo amico il perché dei suoi lavori, della maestosità pittorica tanto amata dalla Venezia benestante dei suoi giorni ed il Caravaggio, a tratti perplesso, chiede al suo interlocutore come mai non abbia mai rappresentato il vero, la mela buona e quella marcia, la ricchezza e la povertà che la vita ci presenta.
L’International Inner Wheel Club di Napoli “Luisa Bruni”, presieduto da Santina Picone, ha scelto per l’intervento una cornice suggestiva come il complesso seicentesco del Pio Monte di Misericordia, volendo in questo modo non solo omaggiare il genio Caravaggesco conservato nel cuore del centro storico (Le sette opere di misericordia), ma anche portare l’ attenzione e la nostra curiosità verso la conoscenza di innumerevoli luoghi che, per le ragioni più svariate, sono ancora ignoti o quasi nella città di Napoli. Sono state così spartite “pillole di cultura” senza noia dimostrando come il nostro paese possa dare e ricevere ancora molto dal turismo culturale.

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