di Federica Amalfitano
C’è modo e modo per
fare cultura, per renderla simpatica, appetibile, per avvicinare la
massa a qualcosa che sembra ancora materia per pochi, roba d’elite.
Un modo ci è stato dimostrato lo scorso martedì 18 giugno, un
pomeriggio afoso di inizio estate non ha spaventato i tanti giovani e
meno giovani, accorsi numerosi ad assistere ad uno spettacolo
teatrale di certo inaspettato. Un inedito Stefano Causa ed un
gioviale Fabrizio Vona hanno avvicinato il pubblico dei social
network a due giganti del nostro patrimonio artistico: Caravaggio e
Tiepolo.
Il Causa non ha esitato
un attimo a mettere da parte le sue vesti di professore e a tagliare
la sua amata barba per indossare una bianca parrucca tutta boccoli
settecentesca e prestare la sua voce al pittore veneziano dei
soffitti e dai toni chiari. Messe da parte le scartoffie, giacca e
cravatta da dirigente, il Sovrintendente per il Patrimonio
Storico-Artistico ed il Polo Museale di Napoli, Fabrizio Vona, ha
invece interpretato il barbuto pittore del popolo, il naturalista,
Michelangelo da Caravaggio.
Un dialogo, quello
scritto da Roberto Longhi nel 1951, immaginato nei Campi Elisi, dove
i due, separati da più di un secolo di storia, si incontrano, si
osservano, si scrutano, si conoscono e mettono a confronto con
battute a tratti irriverenti non solo due modi di dipingere, ma
soprattutto due culture, due mondi diversi. Il Tiepolo cerca di
spiegare al suo nuovo amico il perché dei suoi lavori, della
maestosità pittorica tanto amata dalla Venezia benestante dei suoi
giorni ed il Caravaggio, a tratti perplesso, chiede al suo
interlocutore come mai non abbia mai rappresentato il vero, la mela
buona e quella marcia, la ricchezza e la povertà che la vita ci
presenta.
L’International Inner
Wheel Club di Napoli “Luisa Bruni”, presieduto da Santina Picone,
ha scelto per l’intervento una cornice suggestiva come il complesso
seicentesco del Pio Monte di Misericordia, volendo in questo modo non
solo omaggiare il genio Caravaggesco conservato nel cuore del centro
storico (Le sette opere di misericordia), ma anche portare l’
attenzione e la nostra curiosità verso la conoscenza di innumerevoli
luoghi che, per le ragioni più svariate, sono ancora ignoti o quasi
nella città di Napoli. Sono state così spartite “pillole di
cultura” senza noia dimostrando come il nostro paese possa dare e
ricevere ancora molto dal turismo culturale.
Nessun commento :
Posta un commento