Inaugura sabato 22 giugno
alle ore 19.00 la grande mostra antologica che il Museo Civico di
Foggia dedica allo scultore Franco Fossa (Milano, 1924 - Rho, 2010),
tra i grandi interpreti del “realismo esistenziale” italiano
degli anni Cinquanta.
La mostra dal titolo Franco
Fossa. La figura e i suoi luoghi, è stata curata da Massimo
Bignardi, docente di Storia dell’Arte contemporanea presso
l’Università di Siena e, sin dagli anni Ottanta, amico
dell’artista e suo attento conoscitore. Il percorso espositivo
disegnato negli spazi del Museo di Foggia, con la puntuale regia
della moglie, la signora Maria Grazia Fossa, nonché di Salvatore
Lovaglio ed Antonio Maria Pecchini inseparabili presenze nella vita
dell’artista lombardo negli ultimi quattro decenni, propone una
organica selezione di opere che, dagli anni Cinquanta giungono ad
oggi, documentando tutti i linguaggi, le materie – dal legno al
bronzo, alla terracotta – che hanno segnato la sua cinquantennale
esperienza: opere che testimoniano la capacità di un artista «di
possedere un senso – rilevava già nel 1954 Mario De Micheli –
plastico istintivo e un mestiere già abbastanza formato […] ».
«È sul finire degli anni
Quaranta – scrive Bignardi nell’articolato saggio che introduce
il volume monografico pubblicato per questa occasione dalle Edizioni
Nomos – che Franco Fossa lascia le aule di Brera e avvia la sua
esperienza in una città, Milano, impegnata con passo svelto a
ricostruire la sua “realtà”. La scena artistica milanese
contribuirà inequivocabilmente sia alla formazione del suo solido
mestiere di scultore, consentendogli di spaziare in diversi ambiti
della ricerca scultorea senza registrare cedimenti formali, sia
all’articolazione di un linguaggio che ha le sue radici nel
profondo della coscienza civica. La sua scultura, lo è stato fino
agli ultimi anni di vita, accoglie da subito l’impronta di una
domanda che il “sé” pone al suo specchio, facendosi misura,
direbbe Hillman, di quella relazione che fa dipendere la “coscienza”
dalla “immaginazione”, avvertendo prontamente che quest’ultima
“occupa un posto centrale nell’anima”.Come è possibile leggere
in tutta la sua opera, Fossa prova a collaudare la resistenza di
repertori figurativi, mettendo a registro le diverse anime della sua
formazione: vale ricordare che studia dapprima alla scuola di Marino
Marini, presso l’Istituto superiore per le industrie artistiche di
Monza, al tempo una fucina per molti giovani artisti dell’intera
penisola, e poi al magistero di Giacomo Manzù e di Francesco
Messina, presso l’Accademia di Brera. Le teste, le figure
realizzate nei decenni Quaranta e Cinquanta, liberate dal blocco di
legno o modellate nella materia plastica dell’argilla e più tardi
tradotte nella solidità del bronzo, dichiarano infatti percorsi
ancora freschi della sua formazione. Da una parte affiora il senso
della storia che gli proviene dall’insegnamento di Marini, dalle
prove che il maestro affiderà ad una forma oramai decisamente
distante dal naturalismo “universalistico” delle sue pomone, in
virtù di un modellato sintetico con il quale si fa interprete di un
sentimento della storia al cui centro pone l’uomo. Dall’altra lo
sguardo terreno dell’uomo ancorato alla forza dell’esistenza che
Fossa apprende da Manzù, come testimoniano alcuni gessi patinati che
realizza nel corso degli anni Cinquanta nel quale un modellato
orchestrato da minimi scarti, sparge sulla forma una luminosità
vibrante. È la stessa luce interiore che l’artista fa scivolare
nelle opere degli ultimi anni, nei sui ambienti, nei labirinti, nei
luoghi di un “realismo” che non ha mai lasciato».
Nato a Milano nel 1924,
Franco Fossa ha segnato l'arte contemporanea inserendosi a pieno
titolo nel filone del Realismo Esistenziale al quale si associano i
grandi nomi di maestri dell'arte italiana. A partire dagli studi
all'Umanitaria di Milano e poi all'Istituto Superiore per Industrie
Artistiche di Monza dove ha come maestro Marino Marini, per arrivare
al diploma all'Accademia di Brera di Milano dopo aver seguito, tra
gli altri, i corsi di Giacomo Manzù e di Francesco Messina. Dopo
aver partecipato nel 1948 al Premio Medardo Rosso all'Accademia di
Brera, ordina la sua prima personale nel 1949 al Centro Culturale di
Rho facendola seguire dalla presenza a molti concorsi nazionali tra i
quali il Premio Suzzara: Fossa partecipa a tre edizioni della storica
manifestazione: nel 1952, nel 1958 e nel 1960 la sua opera venne
segnalata dalla giuria. Nel 1982 realizza a Busto Arsizio in piazza
Galiberti il monumento alle Vittime del Lavoro e nel 1999 la Civica
Galleria d’Arte Moderna di Gallarate organizza un’esauriente
mostra antologica. Sue opere sono conservate in importanti musei e
collezioni d’arte. Muore a Rho nel 2010.
Titolo mostra: Franco Fossa.
La figura e i suoi luoghi
A cura di: Massimo Bignardi
Sede: Museo Civico Foggia,
piazza Vincenzo Nigri 1, Foggia
Durata: 22 giugno - 6
ottobre 2013
Inaugurazione: sabato 22
giugno 2013, ore 19.00
Apertura: da lunedì a
domenica ore 9.00-13.00, martedì e giovedì ore 9.00-13.00 /
16.00-19.00
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