di Sonia Gammone
Presso il Chiostro del Bramante a
Roma, e stata inaugurata il 20 ottobre la mostra Gli Orientalisti. Incanti e
scoperte nella pittura dell’Ottocento italiano a cura di Emanuela Angiuli e
Anna Villari, una accurata selezione di circa una ottantina di opere, che
raccontato l’Oriente attraverso la pittura dell’Ottocento italiano. Le
cronache, gli echi della spedizione di Napoleone in Egitto, i racconti degli esploratori
avevano acceso la grande fantasia del Vecchio Continente. Dall’Oriente
arrivavano racconti accattivanti di piaceri proibiti, odalische sensuali,
harem, e la fantasia degli artisti non si fece attendere per rendere su tela
queste immagini di sogno. Ad alimentare la curiosità degli artisti
contribuivano anche le committenza che ricevevano. Erano quindi curiosi ed
attenti ad ogni novità da poter trasferire nelle loro opere. La mostra esplora
proprio questo periodo di fervido lavoro da parte di molti artisti di tutta
Italia. Punto d’avvio di questa ventata d’Oriente è Francesco Hayez che di
fatto non si mosse dall’Italia ma che riuscì ad imprimere nelle sue tele tutto
l’esotismo che contraddistingue il mondo arabo. Da Parma, prima Alberto Pasini
e poi Roberto Guastalla, il "Pellegrino del sole", percorrono
carovaniere e città per raccontare questi altri mondi. Il secondo lo fa
portandosi dietro, oltre a tavolozza, cavalletto e pennelli anche uno strumento
nuovo, la macchina fotografica, mentre da Firenze parte alla volta dell'Egitto
Stefano Ussi che in quel Paese, subito dopo l'apertura del Canale di Suez,
lavora per il Pascià prima di trasferirsi in Marocco. Anche il Mezzogiorno non
sfugge a questa attenzione per l’Oriente. Basti pensare a Domenico Morelli che,
senza mai aver messo piede nei territori d'oltremare, descrive magistralmente
velate odalische e figure di arabi in preghiera. Un mondo insomma che ha
suscitato un vasto interesse nel nostro paese e che ci ha regalato opere di
grande realismo che permettono allo spettatore di fare un viaggio nell’Oriente.
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