di Sonia Gammone
Il piccolo santuario della
Madonna dei Mali o del Pozzo di Ferrandina rivela nella parte strutturale la
sua fondazione cinquecentesca. Essa è infatti costituita da un’unica aula
rettangolare, conclusa da una parete piatta priva di abside, con volta a botte
unghiata e pareti d’ambito scandite da arcate divise da robusti pilastri.
Questi ultimi presentano il blocco d’imposta piuttosto aggettante e interrotto
sulla facciata esterna in corrispondenza di una lesena piatta, che pare frutto
di una manomissione di epoca successiva e che raggiunge il cornicione. Ad un
successivo intervento settecentesco di devono gli stucchi della parete di fondo
che, con un disegno flessuoso, simulano il prospetto di un edificio. Il
santuario riceve luce dalle finestre strombate, poste nelle lunette al di sopra
del cornicione ed un’altre facciata, collocata in asse con una nicchia
rettangolare, che accoglie l’affresco della Madonna col Bambino e i SS.
Giuseppe e Domenico, e con il portale. Su quest’ultimo è possibile riscontrare
la data del 1616. Un ciclo di affreschi si sviluppa sulle pareti laterali, al
di sotto delle arcate, con sei episodi della vita della Vergine: a sinistra la Natività della Vergine, la Presentazione al Tempio e l’Annunciazione; sull’altare la Madonna dei Mali; a destra dalla terza
arcata la Visitazione, la Presentazione di Gesù al tempio e l’Assunzione della Vergine. Nel riquadro
centrale della volta appare l’immagine della Vergine che cura con l’acqua di
un’ampolla un ammalato ai suoi piedi. Il riquadro è affiancato da altri due
riquadri che rappresentano S. Domenico e S. Tommaso. Ai lati di ciascuna unghia
vi sono inoltre ovali con santi dell’ordine domenicano. Il ciclo è stato
attribuito al pittore Pietro Antonio Ferro e per la sua datazione è stato
suggerito un periodo compreso all’incirca tra il 1605 e il 1615. Sulla parete di
fondo, al di sopra dell’altare maggiore, è il riquadro della Madonna col
Bambino, attribuito, come gli altri affreschi della chiesa, al pittore Pietro
Antonio Ferro e riconducibile ad un periodo compreso tra gli anni 1606 e 1615.
Esso raffigura la Vergine a mezzo busto che tiene tra le braccia il Bambino
nudo e in piedi, il quale con la destra benedice e con la sinistra sorregge un
globo, oggetto di devozione da secoli.
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