Visualizzazione post con etichetta eventi firenze. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta eventi firenze. Mostra tutti i post

mercoledì 6 maggio 2015

Chadwick. Retrospettiva per due giardini

[Comunicato stampa] Lynn Chadwick (1914 -2003) è stato uno dei più importanti scultori della sua generazione e uno dei maestri della scultura britannica della metà del secolo scorso. Le sue opere sono parte delle collezioni dei maggiori musei del mondo come MoMA New York, Tate Gallery Londra e Centre Georges Pompidou a Parigi. I primi riconoscimenti internazionali arrivarono nel 1952 quando prese parte alla collettiva che presentò al mondo intero la nuova generazione di scultori britannici alla Biennale di Venezia, dove due edizioni dopo, nel 1956, ricevette il premio internazionale per la scultura. Iniziò da quel momento un percorso di grande importanza a livello internazionale che lo vide protagonista alla Biennale di San Paolo e con mostre nelle più importanti istituzioni a New York, Parigi, Bruxelles
Il progetto pensato per il Museo del Giardino di Boboli e il Giardino Bardini prevede il posizionamento in totale di 24 sculture che saranno disposte nei due parchi andando a creare un percorso di visita e scoperta tenendo al centro l’interesse per l’orografia e le caratteristiche monumentali e scenografiche dei due siti.
La possibilità di esporre le sculture di Lynn Chadwick nei due giardini fiorentini si lega fortemente con l’opera definitiva di costruzione di un parco per le sculture realizzato dall’artista inglese a Lypiatt Park in Inghilterra dove sono conservate la quasi totalità delle opere selezionate per il progetto fiorentino.
Il rapporto tra natura e artificio è alla base della creazione del Giardino di Boboli e la progressiva integrazione tra due istanze come l’architettura di giardini e la scultura hanno trovato nel parco della reggia medicea uno dei massimi compimenti. Tale evidenza si ripresenta nel Giardino Bardini che assume la sua attuale forma all’inizio del XIX secolo, e dove differenti stili e culture di architetture dei giardini, da quello romantico a quello di gusto cinese, convivono in armonia con l’originaria destinazione di giardino a frutteto.
Il progetto è a cura di Alberto Salvadori, direttore del Museo Marino Marini e del OAC dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze.
La mostra, corredata da un catalogo edito da Sillabe, è promossa dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, dal Segretariato regionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per la Toscana con la Ex Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze il Museo del Giardino di Boboli, Firenze Musei, l' Ente Cassa di Risparmio di Firenze e la Fondazione Parchi Monumentali Bardini e Peyron.

Titolo: Chadwick. Retrospettiva per due giardini
Sedi: Firenze, Museo del Giardino di Boboli, Palazzo Pitti - Firenze
Giardino Bardini, Costa San Giorgio, 2 - Firenze
Periodo: 9 maggio - 30 agosto 2015
Per informazioni e prenotazioni: Firenza Musei (+39) 055 294883

lunedì 23 marzo 2015

L'arte di Francesco

[Comunicato stampa] Organizzata dalla Galleria dell’Accademia, in collaborazione con l’Ordine dei Frati Minori, e ideata scientificamente con la Commissio Sinica (Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani, Pontificia Università Antonianum di Roma), la mostra si propone di documentare ai massimi livelli qualitativi la produzione artistica di diretta matrice francescana (pittura, scultura, arti suntuarie) dal Duecento al Quattrocento e, nel contempo, di porre in evidenza la straordinaria attività evangelizzatrice dei francescani in Asia, dalla Terra Santa alla Cina, rievocandola anche con oggetti di eccezionale importanza storica e incomparabile suggestione. Tra questi, il corno ritenuto tradizionalmente quello donato al Santo dal Sultano d’Egitto al-Malik al-Kamil nel 1219 a Damietta (Egitto) in occasione del loro incontro e conservato in Assisi nella Cappella delle reliquie della basilica di San Francesco.
Occorre sottolineare che i capolavori d’arte sono presentati in mostra non soltanto dal punto di vista della loro iconografia francescana, ma in primo luogo per il fatto di essere il frutto della committenza dei frati francescani, per il tramite delle loro più prestigiose fondazioni chiesastiche e conventuali, nonché per opera di privati cittadini particolarmente devoti del Serafico e dei suoi più diretti seguaci, quali ad esempio, Santa Chiara, San Bonaventura, Sant’Antonio da Padova, San Bernardino.
Per la pittura riveste un’importanza fondamentale l’opera di Giunta di Capitino, il primo pittore ufficiale dell’Ordine francescano, la cui influenza si estese nella prima metà del Duecento in vaste aree dell’Italia centrale e fino in Emilia. Il grandissimo artista, il primo pittore ‘nazionale’ della storia dell’arte italiana, ricoprì il ruolo d’interprete della spiritualità francescana che poi sarà assolto da altre due altissime personalità, Cimabue e Giotto. Di particolare interesse si rivela la sezione che ospita alcune fra le più antiche immagini devozionali del santo di Assisi, che tramandano gli episodi più famosi della sua agiografia. Oltre alle celebri tavole cuspidate di Pisa (Museo Nazionale di San Matteo) – oggi riferita dai più a Giunta – e di Firenze (sull’altare della Cappella Bardi in Santa Croce) – attribuita a Coppo di Marcovaldo – sarà presente in mostra quella analoga del Museo Civico di Pistoia e il San Francesco con due storie della sua vita e due miracoli post mortem attribuito a Gilio di Pietro (Orte, Museo Diocesano), restaurata appositamente per l’esposizione.
Tra gli artisti presenti in mostra figurano anche il Maestro di San Francesco e il Maestro dei Crocifissi francescani, due protagonisti di primo piano della pittura su tavola e in affresco nel corso del XIII secolo. Il vasto pubblico della Galleria fiorentina godrà di una vasta campionatura delle diverse tecniche artistiche e delle tipologie morfologiche: dalle piccole tavole per la devozione privata ai dossali destinati agli altari delle maggiori chiese dell’Ordine, fino ai grandiosi complessi d’altare.
Un grande affresco staccato dalla chiesa di San Francesco a Udine di cultura tardogotica introdurrà il visitatore alla straordinaria vicenda umana del Beato Odorico da Pordenone (1286–1331), che intraprese intorno al 1314 un viaggio incredibile, sostenuto dal fervore missionario che lo porterà prima in Asia Minore, per incontrare poi i Mongoli della dinastia Yuan (1279-1368) negli anni 1323-28, e in India. Rientrato in patria dopo un viaggio rocambolesco Odorico riferì al Papa lo stato delle missioni in Oriente in una dettagliata Relatio. La vicenda di Odorico da Pordenone fu solo una delle ultime dell’epopea francescana in Asia orientale, generata dall’impulso stesso dell’azione di Francesco e iniziata nel 1245 con Giovanni da Pian del Carpine, culminata con Giovanni da Montecorvino, consacrato nel 1313 primo vescovo di Khanbaliq (Pechino). Epistolae et relationes, principalmente provenienti dalla Biblioteca Apostolica Vaticana ed esposte nella mostra, riveleranno i segni ancora visibili di quelle missioni guidate da francescani di alto rango, in gran numero legati pontifici “ad Tartaros” per rimediare alla separazione delle chiese orientali, per offrire “al re e al popolo tartaro” i benefici spirituali della dottrina cristiana, per frenare le ulteriori aggressioni mongole ai danni delle cristianità e tentare di contenere con un’alleanza l’irruenza mussulmana in Terra Santa. Altrettanto significativo ed essenziale è il nucleo di attestazioni (documenti d’archivio e reperti archeologici), proveniente dal Museo della Custodia di Terra Santa (Gerusalemme) e dal Museo della Basilica dell’Annunciazione di Nazareth, che illustra il contesto artistico in cui si trovarono ad operare i Francescani. E proprio la ricchezza e varietà delle tradizioni religiose dell’Asia oltre la Terra Santa, e sino alla Cina – fra tutte le comunità cristiane siro-orientali o nestoriane e il buddhismo – sono documentate in mostra da un nucleo di Croci nestoriane in bronzo fuso, risalenti al periodo della dinastia Yuan (1272-1368), appartenenti alla prestigiosa raccolta dello University Museum and Art Gallery di Hong Kong, legate alla coeva presenza francescana in Cina.
Tornando ai capolavori d’arte ispirati dall’impulso di Francesco specialmente in ambito italiano, nel corso della prima metà del Trecento si colloca l’attività di uno dei più grandi pittori dell’epoca, il Maestro di Figline, che quasi certamente fu un membro dell’Ordine francescano, uno dei seguaci più alti e originali della cultura giottesca, largamente attivo non solo su tavola e in affresco, ma anche nella decorazione di vetrate dipinte.
Anche in piena epoca rinascimentale la committenza dell’Ordine francescano produrrà effetti di rilevanza straordinaria, avvalendosi dei massimi artisti del tempo, quali Carlo Crivelli, Antoniazzo Romano e Bartolomeo della Gatta. Non meno importante e ricco di capolavori si presenta il versante della scultura di origine francescana, che annovera personalità del calibro di Nicola Pisano, Nino Pisano, Domenico di Niccolò dei Cori e Andrea Della Robbia. Vertici di preziosità assoluta sono raggiunti poi nel campo delle cosiddette arti minori, con alcuni eccezionali vetri dipinti e graffiti e una selezione di manoscritti miniati di eccezionale importanza.
La mostra si ricollega strettamente alla vasta e celebre raccolta di pittura antica della Galleria dell’Accademia, di cui fa parte il ciclo composto da una lunetta e da ventidue formelle quadrilobate raffiguranti le storie parallele di Cristo e di San Francesco, l’alter Christus, opera di Taddeo Gaddi, provenienti dalla sacrestia della basilica francescana di Santa Croce a Firenze. L’esposizione presenterà inoltre una delle due formelle conservate nella Alte Pinakothek di Monaco di Baviera, segnatamente quella con la Prova del fuoco davanti al sultano, che sarà riunita per la prima volta al complesso di provenienza.
La mostra, come il catalogo edito da Giunti, è a cura di Angelo Tartuferi, Direttore della Galleria dell’Accademia, e di Francesco D’Arelli, Direttore scientifico della Commissio Sinica ed è promossa da: il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo con il Segretariato regionale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per la Toscana, la Ex – Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, la Galleria dell’Accademia, Firenze Musei, insieme all’Ordine dei Frati Minori, la Custodia di Terra Santa, la Commissio Sinica della Pontificia Università Antonianum.

Titolo: L’arte di Francesco. Capolavori d’arte italiana e terre d’Asia dal XIII al XV secolo
A cura di: Angelo Tartuferi e Francesco D’Arelli
Sede: Galleria dell'Accademia, via Ricasoli 58, Firenze
Periodo: 31 marzo - 11 ottobre 2015
Inaugurazione: lunedì 30 marzo 2015, ore 17.30
Orario: martedì-domenica ore  8.15-18.50 (la biglietteria chiude alle 18.05); chiuso il lunedì
Prezzo biglietto: intero € 12,50, ridotto € 6,25
Catalogo: Giunti Editore

Immagine: Cimabue, San Francesco, 1280 circa, tavola, Assisi, Museo della Porziuncola.

venerdì 23 maggio 2014

Giorgio Morandi Roberto Longhi. Opere Lettere Scritti

Comunicato stampa

La Fondazione Longhi propone in collaborazione con la Collezione Merlini, un raffinatissimo omaggio a Giorgio Morandi nel cinquantenario della sua scomparsa avvenuta il 18 giugno 1964. Sede di questo tributo non poteva che essere villa Il Tasso, a Firenze, la casa di Roberto Longhi, ora sede della Fondazione a lui intitolata. Qui, dal primo al 22 giugno, sarà allestita la mostra “Giorgio Morandi Roberto Longhi. Opere Lettere Scritti”, curata da Maria Cristina Bandera, direttrice della Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi, a cui si devono mostre importanti di Morandi.
Per rendere omaggio a Morandi e per verificare il giudizio lungimirante che Longhi espresse sull’artista, la Fondazione intitolata allo storico dell’arte apre le proprie stanze per esporre i Paesaggi e le Nature morte di Morandi appartenute a Longhi e da questi selezionati, accanto ai Fiori donati dal pittore al critico e alla moglie, la scrittrice Anna Banti. Per questa occasione tornerà ‘a casa’, anche se solo temporaneamente, il Cortile di via Fondazza, 1935, appartenuto per lungo tempo a Longhi, poi donato al proprio medico curante, ora nella raccolta Merlini. La tela sarà accompagnata da altre opere della medesima collezione: due dipinti – Natura morta, 1948 (già appartenuta a Emilio Jesi dove fu selezionata da Morandi per la propria sala alla IV Biennale del Brasile del 1957 per la quale ottenne il Gran Prix per la pittura) e Fiori, 1957 – e da un acquerello, Natura morta, 1956, dall’importante storia espositiva. La presenza, inoltre, di tre incisioni donate da Morandi a Longhi, restaurate per questa occasione da Mariella Gnani, curatrice della collezione Merlini, esposte ora per la prima volta, permetterà di ripercorrere il lungo tratto di cammino artistico del grande pittore attraverso le tecniche privilegiate in cui si espresse.
L’esposizione di alcune lettere autografe di Morandi indirizzate allo storico dell’arte e di appunti manoscritti di Longhi dedicati al pittore farà di questa mostra un unicum. Nelle sale espositive sarà proiettata la registrazione della trasmissione “l’Approdo” in cui Longhi, nel giugno di cinquant’anni fa, ricorda Morandi davanti alla porta d’accesso del proprio studio, affiancata, allora come oggi, da una pianta di oleandro.
Quelle del pittore e dello storico dell’arte, entrambi nati il 1890, furono quasi due vite parallele, tanto furono accomunate da interessi giovanili, da incontri e scambi d’opinione in età matura a Bologna, dove l’uno viveva e l’altro insegnò dal 1934. Anzi, proprio nella sua prolusione all’università felsinea in cui ripercorreva i Momenti della pittura bolognese, Longhi consacrò ufficialmente il pittore eleggendolo “uno dei migliori pittori viventi d’Italia”. Da quel tempo ebbe inizio il loro lungo sodalizio improntato a una profonda e reciproca ammirazione.
Frequentazione intellettuale e vicinanza di pensieri, quella tra il pittore e il suo critico, che continuarono anche nei trent’anni a venire, com’è attestato dalle lettere che si scambiarono quando Longhi nel 1939 si trasferì a Firenze prendendo casa a Il Tasso, sulle colline che circondano Firenze. Corrispondenza che si intensificò negli anni Quaranta, quando la guerra – è Longhi a ricordarlo – “diradò, poi addirittura interruppe la consuetudine quasi quotidiana” delle “tornate critiche” bolognesi. Dopo il blackout degli eventi bellici, per dare il “bentornato” a Morandi e come “segno di solidale sollecitudine per la sua sorte incerta”, Longhi organizzò una mostra alla galleria Il Fiore che si inaugurò nella Firenze appena liberata il 21 aprile 1945, accompagnandola con un testo che rimane un viatico imprescindibile per comprendere l’arte del grande artista. Infine spetterà a Longhi ricordare “il grande pittore” al momento della sua scomparsa per la trasmissione televisiva “L’Approdo”, registrata nel giugno 1964. Alle parole commosse per la perdita di un grande “Amico”, rafforzate dalla certezza che non vi sarebbero più stati “altri, nuovi dipinti di Morandi”, il critico non fa mancare la propria vis polemica. Sottolinea, infatti, come “una nemesi capricciosa ma non priva di significato” avesse voluto “che Morandi uscisse di scena il giorno stesso in cui venivano esposti a Venezia i prodotti della ‘pop art’”. Ma soprattutto Longhi, con parole quasi profetiche, imprimerà una sorta di energia a questo saluto proiettando la figura di Morandi nel futuro, assegnandogli un ruolo da protagonista: “Voglio dire che la statura di Morandi potrà, dovrà crescere ancora, dopo che questo ultimo cinquantennio sarà stato equamente ridimensionato”, dopo di che “ben pochi resteranno a contarsi, forse sulle dita di una sola mano; e Morandi non sarà secondo a nessuno”.
La mostra sarà affiancata da un volume – qualcosa di più di un catalogo negli intenti –, sempre a cura di Maria Cristina Bandera che in esso ripercorre le vicende dei due protagonisti e delle opere di Morandi della collezione Merlini. I saggi saranno accompagnati dall’antologia critica, nota e meno nota, dei testi di Longhi dedicati a Morandi e dalla pubblicazione del carteggio inedito intercorso tra il pittore e lo storico dell’arte. Inoltre, Mariella Gnani dedicherà uno studio, dal carattere innovativo e supportato da analisi scientifiche, sulla tipologia delle tele usate da Morandi. Il volume, in italiano e in inglese, sarà edito da Silvana editoriale.

Titolo: Giorgio Morandi Roberto Longhi. Opere Lettere Scritti
A cura di: Maria Cristina Bandera
Sede: Firenze, Fondazione di Studi di Storia dell’Arte Roberto Longhi
Date: 1 - 22 giugno 2014
Inaugurazione: sabato 31 maggio, ore 18.30
Orari: 10.00-13.00; 14.00-18.00

mercoledì 3 ottobre 2012

Image Uploader

Comunicato stampa

Day One continua a realizzare grandi eventi a Firenze. Questa è la volta di Image Uploader un evento artistico 2.0: la prima mostra reale con approccio e allestimento virtuale.
Nei tempi di Facebook, Youtube, Flickr e Vimeo l’abitudine al photo e video sharing è entrata nelle nostre vite ed è diventata una delle molteplici attività quotidiane. Anche azioni semplici e private diventano pubbliche se fotografate con il proprio iPhone e condivise su uno dei tanti social media. Image Uploader è una riflessione sull’immagine condivisa, una mostra collettiva in cui lo spazio fisico segue le regole dello spazio virtuale. I quadri sono come le immagini caricate sui social network, quello che l’artista esprime è quello che vuole fare sapere alla sua community. Le etichette si espandono attraverso la tecnologia dei QR Code per fornire contenuti speciali, lo spettatore si avvicina al quadro con il suo telefono, decodifica il codice e ottiene ulteriori informazioni sull’artista e sul suo lavoro che può condividere e postare sui social media in tempo reale. Il luogo fisico della mostra diventa un luogo virtuale dove fruire l’arte è un’esperienza artistica completamente differente rispetto agli approcci tradizionali.

Titolo mostra: Image Uploader
Sede: Galleria Art Studio 50, Via dell’Agnolo 50/r, Firenze
Periodo: dall’8 al 21 ottobre 2012
Opening: 8 ottobre 2012, ore 19.00
Artisti coinvolti: Antonio Intorcia (Italia, fotografia), Carlos Aquilino (Spagna, pittura), Fleur Le Gros (Olanda, fotografia), Flavio Edison Gabrielli (Italia, pittura), Giuseppe Sinesi (Italia, pittura), Lorraine Beattie (Nuova Zelanda, fotografia), Olivia Boa (Francia/Svizzera, pittura), Yakir Yahish (Israele, fotografia) Luigi Guarnera (Italia, sculture di vetro/installazione).

martedì 18 settembre 2012

Salvatore Magazzini. Paesaggi

Comunicato stampa

S'intitola Paesaggi la mostra del noto maestro pistoiese Salvatore Magazzini, allestita presso una sede davvero prestigiosa come il Palazzo Medici Riccardi di Firenze e curata dal critico d'arte lucchese Marco Palamidessi. Patrocinata e promossa dalla Provincia di Firenze, la mostra ripercorrerà, attraverso una ventina di opere tutte appartenenti alla collezione privata dell'autore, la tematica paesaggistica già largamente apprezzata dal pubblico e dalla critica, proponendo visioni di marine toscane, di paesaggi del Mezzogiorno italiano e del Nord Africa, spingendosi fino a New York. Opere intense, cariche di luminosità e uniche per il modo in cui sintetizzano la realtà, cercando di raggiungere l'essenza dei luoghi senza privarli della loro figuratività.
Scrive nel catalogo Marco Palamidessi: “Se alla Bellezza si addice il silenzio, Salvatore Magazzini è l'artista di quel silenzio che, unito ad una temporanea solitudine, diviene necessaria condizione per quel fare filosofando che noi chiamiamo Pittura. Irrimediabilmente toscano, personalità che senza lasciarsi allettare da mode o distrazioni obbedisce unicamente al suo credo e alla sua ispirazione, Magazzini ha una mano fiera che sa di esserlo, forte della sua sapienza tecnica, apprezzabile nella raffinatezza dei dipinti e nella loro impostazione spaziale. Maestro del colore, i suoi gesti assecondano, dalla preparazione della tavolozza alla stesura delle tinte, la voglia di fare pittura, ovunque pervasa di palpitante emozione, nonchè la tensione al raggiungimento dell'essenza poetica dei luoghi del mondo, dei quali sa restituire intense visioni di bagliori e di ombre, di temperature cromatiche, di sospensioni fatte di tempo cristallizzato. Magazzini è pittore del tempo che si ferma a pensare se stesso: un tempo espanso, che si veste delle atmosfere, luminose e pulviscolari, del paesaggio; un tempo visibile, imbevuto di quella luce che trasfigura, ammantandole, le prodigiose cose del mondo. Una luce che raramente è di quella qualità che tutto rende solido e perfetto, che induce cioè ad attardarsi in particolareggiate descrizioni, ma che invece permette la modulazione e la moderazione di valori colorali ricchi di effetti e trasparenze, che tanto sanno stimolare le nostre sensibilità. Nelle sue opere s'impone un notevole carattere pittorico, dove l'aria, palpabile e diffusa, s'intride di un marcato senso di attesa; dove le pennellate sono un guizzo lirico che cela in sé un'impercettibile malinconia; dove tutto parla della sua anima vibrante, di quell'amore – raro come l'Amore – per la natura e la realtà delle cose create.”
All'inaugurazione, che si terrà sabato 20 ottobre alle ore 17, saranno presenti, oltre all'artista, a Marco Palamidessi e alle autorità fiorentine, Silvano Granchi, direttore di Legautonomie Toscana. Paesaggi sarà visitabile, al civico 1 di via Cavour, tutti i giorni, feriali e festivi, dalle 9 alle 18. Fino al 30 ottobre. Chiuso il mercoledì.

Titolo mostra: Salvatore Magazzini. Paesaggi
A cura di: Marco Palamidessi
Sede: Palazzo Medici Riccardi, Firenze
Periodo: dal 20 al 30 ottobre 2012
Inaugurazione: sabato 20 ottobre 2012, ore 17.00
Orari: tutti i giorni 9.00-18.00

mercoledì 25 aprile 2012

Arte torna Arte

Comunicato stampa

Arte torna Arte è l'espressione coniata da Luciano Fabro a raccolta di una serie di sue lezioni e conferenze tenute tra il 1981 e il 1997 presso sedi universitarie, accademie e musei del mondo. Assumere tale espressione come titolo della mostra da tenersi alla Galleria dell’Accademia di Firenze equivale a condividere il principio secondo cui, pur nelle diverse modalità verificatesi in ogni tempo e nelle inevitabili fratture che segnano i suoi percorsi, tutta l’arte si dipana da un’unica radice che fittamente si articola, con flusso continuo, nei diversi territori della nostra cultura.
Un discorso sulle origini e il persistere dei modelli e delle forme è l’essenza stessa della storia dell’arte, dei suoi linguaggi e delle sue modalità visive e plastiche di tutti i tempi; esso apre inoltre ad una riflessione che, attraverso la memoria, evoca collegamenti e pensieri complessi, costruendo un sistema che permette di ragionare sulle figure, sui processi compositivi e sugli archetipi del fare arte.
Nell'opera dei grandi artisti, questo atteggiamento di meditazione e rielaborazione ininterrotta sulle fonti, non porta a vuote evocazioni nostalgiche, ma, andando ben oltre le prassi della 'copia', del 'd'après' e della citazione, genera creazioni profondamente innovative: la scelta che questa mostra propone guarda dunque alla storia e all'iconologia come forme vive di appartenenza, per una lingua ancora piena di possibilità interpretative.
Il luogo che ospiterà la mostra, sede del David e dei Prigioni di Michelangelo e di una vasta e importante raccolta di pittura fiorentina medievale e rinascimentale, si configura come lo spazio ideale per concretare il dialogo fra le opere del passato e gli artisti moderni e contemporanei, offrendo al pubblico l'esperienza di un continuo contrappunto. Infatti l'esposizione coinvolgerà non solo gli ambienti specificamente dedicati alle mostre temporanee, ma anche le sale della collezione permanente, laddove l'inserimento di opere del Novecento e della contemporaneità risulti di più immediata e chiara evidenza.
La rosa di artisti individuati annovera nomi di massimo rilievo: Francis Bacon, Louise Bourgeois, Alberto Burri, Antonio Catelani, Martin Creed, Gino De Dominicis, Rineke Dijkstra, Marcel Duchamp, Luciano Fabro, Hans Peter Feldmann, Luigi Ghirri, Antony Gormley, Yves Klein, Jannis Kounellis, Ketty La Rocca, Leoncillo, Sol Le Witt, Eliseo Mattiacci, Olaf Nicolai, Luigi Ontani, Giulio Paolini, Claudio Parmiggiani, Giuseppe Penone, Pablo Picasso, Alfredo Pirri, Michelangelo Pistoletto, Renato Ranaldi, Alberto Savinio, Thomas Struth, Fiona Tan, Bill Viola, Andy Warhol.
Un programma di eventi collaterali, comprensivo di incontri con artisti, concerti, proiezioni di film e performance, si affiancherà alla mostra al fine di approfondire o ampliare le tematiche proposte.

Titolo mostra: Arte torna Arte
A cura di: Bruno Corà, Franca Falletti, Daria Filardo
Sede: Galleria dell’Accademia, Firenze
Durata: 8 maggio - 4 novembre 2012
Catalogo: Giunti Editore

Immagine: Louise Bourgeois, Arch of Hysteria, 1992-1993, scultura in bronzo, cm 83x102x59, New York, Louise Bourgeois Studio.

giovedì 16 febbraio 2012

Silvio Giordano. Stadiodrome

Comunicato stampa

Stadiodrome è la rappresentazione perfetta di quello che accade quando si tende a idolatrare ciecamente una realtà e un proprio modo di essere. Silvio Giordano esplora il sottile confine che corre tra la fede e il bisogno dell'uomo di sentirsi parte di un qualcosa di più grande. Se vogliamo la sua è un'indagine sensibile e attenta della tipica domenica italiana che si divide, come in un moderno agone, tra il momento del rito religioso e il culto della propria squadra del cuore. A ben vedere le due non sono poi così distanti, entrambe del resto sono portate avanti con ferrea dedizione e passione.
Stadiodrome ci pone infatti di fronte all'esigenza di chiederci cosa spinga a vivere il proprio credo, di qualunque natura sia, fino ai suoi esiti più estremi: la passione cieca e il sacrificio. I cori degli stadi, i fumogeni e la concitazione del battere di mani fanno da cornice a elementi che richiamano da subito alla memoria simboli della religione cattolica senza però risultare offensivi. Quella di Silvio Giordano non è una provocazione fine a se stessa, ma cerca piuttosto di essere un modo di stimolare chi guarda e di porre soprattutto il seme del dubbio riguardo alla direzione verso la quale stiamo andando.
E se ci stessimo prendendo tutti troppo sul serio?

Titolo: Silvio Giordano. Stadiodrome
A cura di: Carolina Orlandini
Sede: La Corte Arte Contemporanea, Firenze
Periodo: 24 febbraio - 15 marzo 2012
Inaugurazione: venerdì 24 febbraio, ore 18.00
Orari: martedì-sabato 16.00-19.00 e per appuntamento