mercoledì 22 luglio 2015

Federico II autore di best-sellers

di Carlo Maria Nardiello

Il trattato De arte venandi cum avibus è l’esempio più famoso della produzione letteraria firmata dal poliedrico erede degli Svevi. Mecenate medievale per eccellenza: dal 1220 stabilisce la propria corte a Palermo all’interno del Palazzo dei Normanni, luogo di fondazione della Scuola Siciliana, iniziativa culturale di grande importanza per la storia di uno stato lontano dal divenire una nazione: è in seno ad essa che si sviluppò la prima forma di poesia volgare in Italia (in lingua siciliana), quasi un secolo prima di Dante e dell’affermarsi del volgare toscano come lingua letteraria.
Di indubbia importanza, inoltre, l’apporto del sovrano all’evoluzione legislativa della cosa pubblica in senso moderno, grazie alle famose Constitutiones Augustales o Costituzioni di Melfi(1231), autorevole raccolta normativa fondata sul diritto romano e normanno con cui Federico mirava a disciplinare in modo illuminato tutti gli aspetti dello Stato (giustizia, attività amministrativa, diritto privato, sanità, economia), benché con finalità esplicitamente centralizzatrici, a discapito dei nobili e della Chiesa.
Un provvedimento talmente importante che molti lo hanno affiancato alla precedente codificazione di Giustiniano, quel Corpus Iuris Civilis (527-565) a cui tanto deve il diritto comune moderno.
Ecco perché Stupor Mundi “Meraviglia del mondo”. Ma a questo appellativo se ne affianca un altro, meno noto ma altrettanto significativo: Puer Apuliae, ossia “Fanciullo” o “Figlio di Puglia”.
Pare che l’origine di questo nomignolo fosse dispregiativa, e non fosse altro che il modo con cui, fin dall’epoca della lotta per il titolo imperiale contro Ottone IV di Brunswick (1175-1218), veniva sdegnosamente apostrofato dai suoi avversari, quei principi tedeschi e in seguito quei Comuni del Nord Italia riuniti nella Lega Lombarda, che mai riconobbero la sua autorità e con cui guerreggiò per anni: ad indicare, insomma, un sovrano più legato all’arretrato e povero “Mezzogiorno” che ai ricchi e potenti territori del Nord, sua terra d’origine.

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