A cento anni dalla nascita di Palma Bucarelli, la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma dedica una mostra a colei che fu direttrice e poi soprintendente della Galleria dal 1942 al 1975. Le opere, circa centocinquanta, e il materiale d’archivio esposto documentano l’attività di Palma Bucarelli a sostegno della promozione dell’arte contemporanea italiana e straniera e la sistemazione museografica della Galleria.
Il personaggio
Palma Bucarelli nasceva nel 1910 a Roma. Allieva di Adolfo Venturi si laureò nel 1931. Nel 1933 entrò per concorso nell’Amministrazione delle Antichità e Belle Arti del Ministero della Pubblica Istruzione e nel dicembre 1939 prese servizio alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea. Già dal 1942 assunse le redini del museo, affrontando con prontezza e intelligenza i problemi legati agli eventi bellici. Provvide, per esempio, al ricovero a Palazzo Farnese di Caprarola di numerose opere d’arte, evento del quale scrisse con ammirazione Indro Montanelli nel 1951. Dal 1944-1945, quando di fatto rimise in marcia il museo con un allestimento completamente nuovo, al 1975 Palma Bucarelli rappresentò per l’arte italiana contemporanea un arbitro assoluto. La Galleria, infatti, divenne con la sua guida l’istituzione pubblica di maggior spicco nel panorama dell’arte, quella cui maggiormente gli artisti facevano riferimento e l’unica a iniziare una collaborazione di respiro internazionale con molti musei del mondo: da quelli degli Stati Uniti a quelli giapponesi, russi, tedeschi, inglesi e francesi. Prima sua preoccupazione, infatti, fu quella di selezionare la migliore arte italiana del dopoguerra e di farla conoscere all’estero attraverso mostre collettive che furono ospitate con il sostegno del ministero degli esteri un po’ in tutto il mondo. Allo stesso tempo, nei due edifici di viale delle Belle Arti costruiti da Cesare Bazzani nel 1911 e nel 1934, Palma sperimentò fin dagli anni quaranta un nuovo modello di museo contemporaneo, attento sia all’aspetto didattico sia alla riflessione critica, con l’aiuto teorico di storici d’eccezione come Lionello Venturi e Giulio Carlo Argan. La Galleria nazionale era stata fino a quel momento un’istituzione periferica della Direzione Belle Arti, attardata su schemi museali più adatti all’arte antica che a quella contemporanea. Con Palma Bucarelli, dall’indiscutibile capacità intuitiva e dalla vivace intelligenza, ma anche grazie alla sua abnegazione, la Galleria assunse un ruolo fondamentale nel panorama artistico italiano. Il suo lavoro era divenuto da subito una missione che tentava, e quasi sempre con successo, di legare rapporti personali e obbiettivi di pubblica utilità, senza risparmiarsi mai, facendo di ogni vicenda una battaglia personale da vincere su qualsiasi terreno: della mediazione, dell’influenza, del potere. Fece parte fin dalla fine degli anni quaranta dell’Art Club, associazione culturale diretta da Enrico Prampolini a favore dell’astrattismo e dell’AICA, Associazione internazionale dei Critici d’Arte. Ne derivarono collaborazioni e mostre ospitate in Galleria, che permisero di mostrare al pubblico italiano l’arte nuova, astratta e informale, americana ed europea di maggiore prestigio. Tra le date memorabili: la mostra di Picasso nel ’53, di Mondrian nel ’56 e di Pollock nel ’58. Nonostante le accuse, anche di natura politica, di favorire apertamente questa temperie artistica e di ignorare la tradizione italiana (de Chirico fu tra i più accaniti critici del suo operato), indubbiamente Palma riuscì ad inserire la Galleria all’interno del circuito internazionale e di conseguenza a promuovere l’arte italiana delle giovani generazioni fuori dei confini dell’Italia. La mostra “Arte italiana contemporanea” del 1955 fu tra i suoi più grandi traguardi in questo senso, mentre l’esposizione d’arte americana contemporanea organizzata dal Guggenheim di New York nel 1957 alla Galleria nazionale rappresentò un momento importantissimo nel riconoscimento della sua figura. Ma se la sua fama cresceva, molti furono anche gli attacchi che le vennero mossi: di negazione dell’ottocento, di gestione personalistica, di esterofilia, di poca chiarezza nella gestione amministrativa. Negli anni sessanta si concentrò sul riordinamento della Galleria, sulla istituzione di servizi museali, quali il laboratorio di restauro, il laboratorio fotografico, e sulla sperimentazione di modelli museografici che avessero respiro internazionale. Alla fine degli anni sessanta la Galleria risultava a tutti gli effetti un museo moderno, organizzato, capace di recepire eventi e di produrre esposizioni sia al proprio interno che all’esterno. Molte furono anche le acquisizioni di opere d’arte che Palma portò a compimento, in moltissimi casi depositi da parte degli artisti e donazioni di collezionisti o eredi illuminati. Giunsero in tal modo in Galleria le opere di Burri, Capogrossi, Fontana, Colla, mentre importanti capolavori anche dell’ottocento, fra cui Monet, Van Gogh, Boldini, vennero acquistati per potenziare quel settore del museo. Quando andò in pensione, a metà del 1975, Palma Bucarelli lasciò un’eredità considerevole alla Galleria nazionale, fatta non solo di incremento di opere d’arte, soprattutto contemporanee, ma anche di un allestimento che mostrava con estrema chiarezza le tappe fondamentali della storia dell’arte italiana con puntuali riferimenti a quella straniera (per quanto molto di più Palma avrebbe voluto fare in tal senso), di una ormai solida organizzazione dei servizi interni, il tutto accompagnato da una ottima fama internazionale quale autorevole istituzione italiana per l’arte contemporanea.
(Mariastella Margozzi)
La mostra
Attraverso la presentazione di circa centocinquanta opere tra dipinti, sculture, grafica, e di altrettante fotografie d’epoca, sarà documentata l’attività di Palma Bucarelli indirizzata all’incremento delle collezioni del museo, alla conoscenza di personalità del mondo artistico di rilievo sia italiane che internazionali, alla promozione dell’arte italiana all’estero. Sono previste le seguenti sezioni:
- la scultura italiana degli anni ‘50 e ‘60
(Calò, Carrino, Cascella, Ceroli, Colla, Consagra, Fontana, Guerrini, Lo Savio, Lombardo, Lorenzetti, Leoncillo, Mannucci, Marotta, Marzot, Mastroianni, Mattiacci, Melotti, Pierelli, Pascali, Pomodoro G., Pomodoro A., Santoro, Somaini, Uncini, Zorio, ecc.)
- l'Arte cinetica e l'arte programmata italiana e straniera
(Alviani, Mari, Gruppo T, Gruppo N, Schoeffer, Huecker, Le Parc, ecc)
- una selezione dell’ “Esposizione di arte contemporanea 1944-1945” (De Pisis, Marino Marini, Scipione, Pirandello, Mafai, Afro, Mirko, Mazzacurati, Fazzini, ecc.)
- un video con un’antologia di interviste rilasciate in televisione da Palma Bucarelli (Teche RAI, a cura di Anna Maria Cerrato)
- gigantografie, fotografie, libri e articoli di Palma Bucarelli
- la vita di società di Palma. Seguire la moda e il gusto dell’epoca con la selezione di alcuni abiti del suo guardaroba donato nel 1992 al Museo Boncompagni Ludovisi e un gruppo di gioielli a lei appartenuti (tra cui opere di Afro e Mastrojanni) e da lei collezionati per la Galleria nazionale
- una sintesi delle mostre realizzate in Galleria tra gli anni cinquanta e i settanta con una selezione di opere di artisti quali:
Modigliani, Mondrian, Pollock, Morandi, Scipione, Gino Rossi, Kandinskji, Richter, Malevic, Fautrier, Moore, Prampolini, Klee, Colla, Manzoni, Baumeister, Capogrossi ecc.
- una sintesi del riordinamento del 1969 di arte italiana (Burri, Fontana, Capogrossi, Novelli, Pascali, Dorazio, Perilli, Scialoja, Corpora, Accardi, Sanfilippo, Tancredi, Vedova, Rotella, Twombly, Adami, Festa, Schifano, ecc.)
Il catalogo, edito da Electa, riunisce numerosi contributi critici sulla storia della Galleria negli oltre trent’anni della direzione di Palma Bucarelli e testimonianze dei momenti importanti del suo operato, che hanno contribuito a delineare la storia dell’arte contemporanea italiana e a definire il volto dell’istituzione.
L’Assessore alle Politiche Culturali e della Comunicazione Umberto Croppi inaugurerà la targa toponomastica dedicata a Palma Bucarelli, che si trova nei pressi della Galleria nazionale d’arte moderna: da Viale delle Belle Arti a Via Antonio Gramsci il giorno 25 giugno 2009 alle ore 11.00.
Il personaggio
Palma Bucarelli nasceva nel 1910 a Roma. Allieva di Adolfo Venturi si laureò nel 1931. Nel 1933 entrò per concorso nell’Amministrazione delle Antichità e Belle Arti del Ministero della Pubblica Istruzione e nel dicembre 1939 prese servizio alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea. Già dal 1942 assunse le redini del museo, affrontando con prontezza e intelligenza i problemi legati agli eventi bellici. Provvide, per esempio, al ricovero a Palazzo Farnese di Caprarola di numerose opere d’arte, evento del quale scrisse con ammirazione Indro Montanelli nel 1951. Dal 1944-1945, quando di fatto rimise in marcia il museo con un allestimento completamente nuovo, al 1975 Palma Bucarelli rappresentò per l’arte italiana contemporanea un arbitro assoluto. La Galleria, infatti, divenne con la sua guida l’istituzione pubblica di maggior spicco nel panorama dell’arte, quella cui maggiormente gli artisti facevano riferimento e l’unica a iniziare una collaborazione di respiro internazionale con molti musei del mondo: da quelli degli Stati Uniti a quelli giapponesi, russi, tedeschi, inglesi e francesi. Prima sua preoccupazione, infatti, fu quella di selezionare la migliore arte italiana del dopoguerra e di farla conoscere all’estero attraverso mostre collettive che furono ospitate con il sostegno del ministero degli esteri un po’ in tutto il mondo. Allo stesso tempo, nei due edifici di viale delle Belle Arti costruiti da Cesare Bazzani nel 1911 e nel 1934, Palma sperimentò fin dagli anni quaranta un nuovo modello di museo contemporaneo, attento sia all’aspetto didattico sia alla riflessione critica, con l’aiuto teorico di storici d’eccezione come Lionello Venturi e Giulio Carlo Argan. La Galleria nazionale era stata fino a quel momento un’istituzione periferica della Direzione Belle Arti, attardata su schemi museali più adatti all’arte antica che a quella contemporanea. Con Palma Bucarelli, dall’indiscutibile capacità intuitiva e dalla vivace intelligenza, ma anche grazie alla sua abnegazione, la Galleria assunse un ruolo fondamentale nel panorama artistico italiano. Il suo lavoro era divenuto da subito una missione che tentava, e quasi sempre con successo, di legare rapporti personali e obbiettivi di pubblica utilità, senza risparmiarsi mai, facendo di ogni vicenda una battaglia personale da vincere su qualsiasi terreno: della mediazione, dell’influenza, del potere. Fece parte fin dalla fine degli anni quaranta dell’Art Club, associazione culturale diretta da Enrico Prampolini a favore dell’astrattismo e dell’AICA, Associazione internazionale dei Critici d’Arte. Ne derivarono collaborazioni e mostre ospitate in Galleria, che permisero di mostrare al pubblico italiano l’arte nuova, astratta e informale, americana ed europea di maggiore prestigio. Tra le date memorabili: la mostra di Picasso nel ’53, di Mondrian nel ’56 e di Pollock nel ’58. Nonostante le accuse, anche di natura politica, di favorire apertamente questa temperie artistica e di ignorare la tradizione italiana (de Chirico fu tra i più accaniti critici del suo operato), indubbiamente Palma riuscì ad inserire la Galleria all’interno del circuito internazionale e di conseguenza a promuovere l’arte italiana delle giovani generazioni fuori dei confini dell’Italia. La mostra “Arte italiana contemporanea” del 1955 fu tra i suoi più grandi traguardi in questo senso, mentre l’esposizione d’arte americana contemporanea organizzata dal Guggenheim di New York nel 1957 alla Galleria nazionale rappresentò un momento importantissimo nel riconoscimento della sua figura. Ma se la sua fama cresceva, molti furono anche gli attacchi che le vennero mossi: di negazione dell’ottocento, di gestione personalistica, di esterofilia, di poca chiarezza nella gestione amministrativa. Negli anni sessanta si concentrò sul riordinamento della Galleria, sulla istituzione di servizi museali, quali il laboratorio di restauro, il laboratorio fotografico, e sulla sperimentazione di modelli museografici che avessero respiro internazionale. Alla fine degli anni sessanta la Galleria risultava a tutti gli effetti un museo moderno, organizzato, capace di recepire eventi e di produrre esposizioni sia al proprio interno che all’esterno. Molte furono anche le acquisizioni di opere d’arte che Palma portò a compimento, in moltissimi casi depositi da parte degli artisti e donazioni di collezionisti o eredi illuminati. Giunsero in tal modo in Galleria le opere di Burri, Capogrossi, Fontana, Colla, mentre importanti capolavori anche dell’ottocento, fra cui Monet, Van Gogh, Boldini, vennero acquistati per potenziare quel settore del museo. Quando andò in pensione, a metà del 1975, Palma Bucarelli lasciò un’eredità considerevole alla Galleria nazionale, fatta non solo di incremento di opere d’arte, soprattutto contemporanee, ma anche di un allestimento che mostrava con estrema chiarezza le tappe fondamentali della storia dell’arte italiana con puntuali riferimenti a quella straniera (per quanto molto di più Palma avrebbe voluto fare in tal senso), di una ormai solida organizzazione dei servizi interni, il tutto accompagnato da una ottima fama internazionale quale autorevole istituzione italiana per l’arte contemporanea.
(Mariastella Margozzi)
La mostra
Attraverso la presentazione di circa centocinquanta opere tra dipinti, sculture, grafica, e di altrettante fotografie d’epoca, sarà documentata l’attività di Palma Bucarelli indirizzata all’incremento delle collezioni del museo, alla conoscenza di personalità del mondo artistico di rilievo sia italiane che internazionali, alla promozione dell’arte italiana all’estero. Sono previste le seguenti sezioni:
- la scultura italiana degli anni ‘50 e ‘60
(Calò, Carrino, Cascella, Ceroli, Colla, Consagra, Fontana, Guerrini, Lo Savio, Lombardo, Lorenzetti, Leoncillo, Mannucci, Marotta, Marzot, Mastroianni, Mattiacci, Melotti, Pierelli, Pascali, Pomodoro G., Pomodoro A., Santoro, Somaini, Uncini, Zorio, ecc.)
- l'Arte cinetica e l'arte programmata italiana e straniera
(Alviani, Mari, Gruppo T, Gruppo N, Schoeffer, Huecker, Le Parc, ecc)
- una selezione dell’ “Esposizione di arte contemporanea 1944-1945” (De Pisis, Marino Marini, Scipione, Pirandello, Mafai, Afro, Mirko, Mazzacurati, Fazzini, ecc.)
- un video con un’antologia di interviste rilasciate in televisione da Palma Bucarelli (Teche RAI, a cura di Anna Maria Cerrato)
- gigantografie, fotografie, libri e articoli di Palma Bucarelli
- la vita di società di Palma. Seguire la moda e il gusto dell’epoca con la selezione di alcuni abiti del suo guardaroba donato nel 1992 al Museo Boncompagni Ludovisi e un gruppo di gioielli a lei appartenuti (tra cui opere di Afro e Mastrojanni) e da lei collezionati per la Galleria nazionale
- una sintesi delle mostre realizzate in Galleria tra gli anni cinquanta e i settanta con una selezione di opere di artisti quali:
Modigliani, Mondrian, Pollock, Morandi, Scipione, Gino Rossi, Kandinskji, Richter, Malevic, Fautrier, Moore, Prampolini, Klee, Colla, Manzoni, Baumeister, Capogrossi ecc.
- una sintesi del riordinamento del 1969 di arte italiana (Burri, Fontana, Capogrossi, Novelli, Pascali, Dorazio, Perilli, Scialoja, Corpora, Accardi, Sanfilippo, Tancredi, Vedova, Rotella, Twombly, Adami, Festa, Schifano, ecc.)
Il catalogo, edito da Electa, riunisce numerosi contributi critici sulla storia della Galleria negli oltre trent’anni della direzione di Palma Bucarelli e testimonianze dei momenti importanti del suo operato, che hanno contribuito a delineare la storia dell’arte contemporanea italiana e a definire il volto dell’istituzione.
L’Assessore alle Politiche Culturali e della Comunicazione Umberto Croppi inaugurerà la targa toponomastica dedicata a Palma Bucarelli, che si trova nei pressi della Galleria nazionale d’arte moderna: da Viale delle Belle Arti a Via Antonio Gramsci il giorno 25 giugno 2009 alle ore 11.00.
Palma Bucarelli. Il museo come avanguardia
Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea
Viale delle Belle Arti 131, Roma
A cura di Mariastella Margozzi
Conferenza stampa: 25 giugno - ore 12.00, Salone dell’Ercole
Inaugurazione della mostra: 25 giugno - ore 18.00
Apertura al pubblico 26 giugno - 1 novembre 2009
Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea
Viale delle Belle Arti 131, Roma
A cura di Mariastella Margozzi
Conferenza stampa: 25 giugno - ore 12.00, Salone dell’Ercole
Inaugurazione della mostra: 25 giugno - ore 18.00
Apertura al pubblico 26 giugno - 1 novembre 2009
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