La chiesa sorge sul luogo della piccola cappella dedicata alla Trinità e a san Carlo Borromeo, edificata nel 1611 dai Padri trinitari scalzi spagnoli. Con l’andar del tempo crebbe l’importanza dell’ordine religioso tanto che, nel giro di pochi anni, i padri acquistarono terreni limitrofi allo scopo di edificare un convento ed ingrandire l’edificio sacro. Il progetto venne affidato al Borromini che realizzò in due anni (1634-36) il convento, successivamente ampliato nel corso del XVIII. I lavori per la chiesa iniziarono qualche anno dopo e la sua consacrazione avvenne solo nel 1646, nonostante la mancanza della facciata. Quest’ultima venne cominciata nel 1664, ma tre anni dopo, quando l’architetto morì, non era ancora ultimata. La chiesa, chiamata di San Carlino per le sue piccole dimensioni, è così il primo ma anche l’ultimo lavoro dell’architetto ticinese, che non volle essere retribuito. La facciata in travertino si distingue per l’andamento ondeggiante delle superfici ed è arricchita dalle colonne, dal balcone, dal grande ovato sostenuto dagli angeli e dalle statue del Borromeo e dei due fondatori dei Trinitari. L’interno ha una pianta particolare che risulta dall’inserzione di un ottagono in un’ellisse. La cupola è ovale con cassettoni di varia forma, ottagonale, esagonale e a croce: al centro è il simbolo della Trinità, emblema dell’ordine. Dal convento si accede al piccolo chiostro, posto parallelamente all’asse principale della chiesa, dalla pianta ottagonale schiacciata e caratterizzato dai due ordini di logge.
lunedì 25 gennaio 2010
San Carlo alle Quattro Fontane (San Carlino) in Roma
di Angela Delle Donne
La chiesa sorge sul luogo della piccola cappella dedicata alla Trinità e a san Carlo Borromeo, edificata nel 1611 dai Padri trinitari scalzi spagnoli. Con l’andar del tempo crebbe l’importanza dell’ordine religioso tanto che, nel giro di pochi anni, i padri acquistarono terreni limitrofi allo scopo di edificare un convento ed ingrandire l’edificio sacro. Il progetto venne affidato al Borromini che realizzò in due anni (1634-36) il convento, successivamente ampliato nel corso del XVIII. I lavori per la chiesa iniziarono qualche anno dopo e la sua consacrazione avvenne solo nel 1646, nonostante la mancanza della facciata. Quest’ultima venne cominciata nel 1664, ma tre anni dopo, quando l’architetto morì, non era ancora ultimata. La chiesa, chiamata di San Carlino per le sue piccole dimensioni, è così il primo ma anche l’ultimo lavoro dell’architetto ticinese, che non volle essere retribuito. La facciata in travertino si distingue per l’andamento ondeggiante delle superfici ed è arricchita dalle colonne, dal balcone, dal grande ovato sostenuto dagli angeli e dalle statue del Borromeo e dei due fondatori dei Trinitari. L’interno ha una pianta particolare che risulta dall’inserzione di un ottagono in un’ellisse. La cupola è ovale con cassettoni di varia forma, ottagonale, esagonale e a croce: al centro è il simbolo della Trinità, emblema dell’ordine. Dal convento si accede al piccolo chiostro, posto parallelamente all’asse principale della chiesa, dalla pianta ottagonale schiacciata e caratterizzato dai due ordini di logge.
La chiesa sorge sul luogo della piccola cappella dedicata alla Trinità e a san Carlo Borromeo, edificata nel 1611 dai Padri trinitari scalzi spagnoli. Con l’andar del tempo crebbe l’importanza dell’ordine religioso tanto che, nel giro di pochi anni, i padri acquistarono terreni limitrofi allo scopo di edificare un convento ed ingrandire l’edificio sacro. Il progetto venne affidato al Borromini che realizzò in due anni (1634-36) il convento, successivamente ampliato nel corso del XVIII. I lavori per la chiesa iniziarono qualche anno dopo e la sua consacrazione avvenne solo nel 1646, nonostante la mancanza della facciata. Quest’ultima venne cominciata nel 1664, ma tre anni dopo, quando l’architetto morì, non era ancora ultimata. La chiesa, chiamata di San Carlino per le sue piccole dimensioni, è così il primo ma anche l’ultimo lavoro dell’architetto ticinese, che non volle essere retribuito. La facciata in travertino si distingue per l’andamento ondeggiante delle superfici ed è arricchita dalle colonne, dal balcone, dal grande ovato sostenuto dagli angeli e dalle statue del Borromeo e dei due fondatori dei Trinitari. L’interno ha una pianta particolare che risulta dall’inserzione di un ottagono in un’ellisse. La cupola è ovale con cassettoni di varia forma, ottagonale, esagonale e a croce: al centro è il simbolo della Trinità, emblema dell’ordine. Dal convento si accede al piccolo chiostro, posto parallelamente all’asse principale della chiesa, dalla pianta ottagonale schiacciata e caratterizzato dai due ordini di logge.
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