La basilica, propriamente detta del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista è la cattedrale di Roma. Fu eretta in forma basilicale a cinque navate come l’originaria San Pietro. Inaugurata nel 327 venne dedicata solo al Santissimo Salvatore. Più volte danneggiata e restaurata, la basilica fu sempre oggetto di importanti interventi artistici. Determinanti furono i lavori intrapresi sotto Sisto V, interessanti il limitrofo Palazzo Lateranense. E Francesco Borromini venne chiamato proprio per il restauro della basilica, che è stato senz’altro l’incarico più importante ricevuto dal architetto ticinese. Fu Innocenzo X Panphilj a ordinare, per il giubileo del 1650, il ripristino dell’edificio che versava in uno stato di degrado. Il papa limitò tuttavia le geniali soluzioni presentate dall’architetto ticinese, poiché intendeva conservare quanto più possibile dei precedenti interventi. La decisione più drastica interessò la rinuncia della costruzione della volta della navata maggiore, progettata a botte a pieno sesto cassettonata, e rimasta, invece, con il precedente soffitto ligneo della metà del Cinquecento. La navata maggiore presenta pilastri con dodici edicole decorate nel timpano dalla colomba papale, entro le quali, nel XVIII secolo vennero inserite statue colossali. Nelle navate laterali l’architetto ticinese sistemò in modo assolutamente originale, i frammentari sepolcri di età precedente presenti in basilica, inserendoli entro edicole scavate nel muro e arricchendoli con elementi decorativi di sua invenzione.
giovedì 4 febbraio 2010
San Giovanni in Laterano in Roma
di Angela Delle Donne
La basilica, propriamente detta del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista è la cattedrale di Roma. Fu eretta in forma basilicale a cinque navate come l’originaria San Pietro. Inaugurata nel 327 venne dedicata solo al Santissimo Salvatore. Più volte danneggiata e restaurata, la basilica fu sempre oggetto di importanti interventi artistici. Determinanti furono i lavori intrapresi sotto Sisto V, interessanti il limitrofo Palazzo Lateranense. E Francesco Borromini venne chiamato proprio per il restauro della basilica, che è stato senz’altro l’incarico più importante ricevuto dal architetto ticinese. Fu Innocenzo X Panphilj a ordinare, per il giubileo del 1650, il ripristino dell’edificio che versava in uno stato di degrado. Il papa limitò tuttavia le geniali soluzioni presentate dall’architetto ticinese, poiché intendeva conservare quanto più possibile dei precedenti interventi. La decisione più drastica interessò la rinuncia della costruzione della volta della navata maggiore, progettata a botte a pieno sesto cassettonata, e rimasta, invece, con il precedente soffitto ligneo della metà del Cinquecento. La navata maggiore presenta pilastri con dodici edicole decorate nel timpano dalla colomba papale, entro le quali, nel XVIII secolo vennero inserite statue colossali. Nelle navate laterali l’architetto ticinese sistemò in modo assolutamente originale, i frammentari sepolcri di età precedente presenti in basilica, inserendoli entro edicole scavate nel muro e arricchendoli con elementi decorativi di sua invenzione.
La basilica, propriamente detta del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista è la cattedrale di Roma. Fu eretta in forma basilicale a cinque navate come l’originaria San Pietro. Inaugurata nel 327 venne dedicata solo al Santissimo Salvatore. Più volte danneggiata e restaurata, la basilica fu sempre oggetto di importanti interventi artistici. Determinanti furono i lavori intrapresi sotto Sisto V, interessanti il limitrofo Palazzo Lateranense. E Francesco Borromini venne chiamato proprio per il restauro della basilica, che è stato senz’altro l’incarico più importante ricevuto dal architetto ticinese. Fu Innocenzo X Panphilj a ordinare, per il giubileo del 1650, il ripristino dell’edificio che versava in uno stato di degrado. Il papa limitò tuttavia le geniali soluzioni presentate dall’architetto ticinese, poiché intendeva conservare quanto più possibile dei precedenti interventi. La decisione più drastica interessò la rinuncia della costruzione della volta della navata maggiore, progettata a botte a pieno sesto cassettonata, e rimasta, invece, con il precedente soffitto ligneo della metà del Cinquecento. La navata maggiore presenta pilastri con dodici edicole decorate nel timpano dalla colomba papale, entro le quali, nel XVIII secolo vennero inserite statue colossali. Nelle navate laterali l’architetto ticinese sistemò in modo assolutamente originale, i frammentari sepolcri di età precedente presenti in basilica, inserendoli entro edicole scavate nel muro e arricchendoli con elementi decorativi di sua invenzione.
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