di Sonia Gammone
Dalle pendici dell’omonimo monte, il Santuario della Madonna di
Monteforte, domina sul paese di Abriola (PZ) e rappresenta anche visivamente un
importante simbolo molto caro a tutti i cittadini. Ubicato a 1316 m di
altitudine, il santuario si erge grazie ad un insieme di vani aggregati in
diverse epoche. Il nucleo primitivo del santuario è individuabile nel vano
absidato e coperto a botte inglobato negli edifici cinquecenteschi, dove si
conserva un grande affresco, raffigurante la Deésis, databile a cavallo dei
secoli XII-XIII. Sul dipinto si evidenzia la scritta «EGO SUM LUX MUNDI. QUI SEQUITUR ME NON AMBULABIT IN TENEBRIS». La datazione di questa fase,
avendo come riferimento l’affresco e la tipologia ad aula unica, è ascrivibile
ai secoli XII-XIII. Lo sviluppo del culto mariano determina successivi
ampliamenti dell’edificio culminanti nella realizzazione di un ampio vano
quadrato, che precede il nucleo medievale, e nella modifica dell’orientamento
della chiesa. L’intervento è databile al 1524 ed è opera del maestro Nicola
Angelo Nigro così come attesta l’iscrizione conservata sulla parete
dell’attuale ingresso. Grazie alle datazioni apposte sui dipinti è possibile
conoscere i tempi dell’apparato decorativo affrescato tra il 1592 e il 1612.
Di fronte all’attuale entrata compare un affresco raffigurante la Vergine con il Bambino tra Santi: due angeli alati le sorreggono la corona del capo. La scena è delimitata da colonne dipinte a fogliame molto fitto, mentre un cornicione arabescato corre lungo tutta la parete. L’affresco, per molto tempo attribuito alla bottega di Giovanni Todisco, è stato recentemente riferito a Girolamo Todisco, grazie ad un’iscrizione parzialmente leggibile che si trova al di sotto di esso. Gli altri affreschi presenti sulle pareti, con più certezza attribuiti a Giovanni, raffigurano scene della vita di Maria: L’Annunciazione, Nozze di Giuseppe e Maria, Presentazione di Maria al Tempio e Crocifissione. Al vano della chiesa medievale sono adiacenti piccoli ambienti realizzati a partire dal secolo XVI che inglobano l’intero santuario, il quale è costruito all’interno di un vasto spiazzo interamente recintato da una muratura. L’oggetto di culto venerato dai fedeli è la scultura lignea che raffigura la Madonna, di ignote maestranze meridionali, in posizione rigidamente frontale è seduta su un trono decorato da sei teste alate di cherubini, una mano è tesa in avanti e l’altra regge il Bambino sulle ginocchia. La scultura ha subito molti rimaneggiamenti che ne rendono difficile la datazione precisa; tuttavia diversi elementi fanno propendere per la fine del XV secolo. Elemento fondamentale per la religiosità e la tradizione di tutta la comunità, questo è uno dei Santuari Mariani più importanti della regione.
Di fronte all’attuale entrata compare un affresco raffigurante la Vergine con il Bambino tra Santi: due angeli alati le sorreggono la corona del capo. La scena è delimitata da colonne dipinte a fogliame molto fitto, mentre un cornicione arabescato corre lungo tutta la parete. L’affresco, per molto tempo attribuito alla bottega di Giovanni Todisco, è stato recentemente riferito a Girolamo Todisco, grazie ad un’iscrizione parzialmente leggibile che si trova al di sotto di esso. Gli altri affreschi presenti sulle pareti, con più certezza attribuiti a Giovanni, raffigurano scene della vita di Maria: L’Annunciazione, Nozze di Giuseppe e Maria, Presentazione di Maria al Tempio e Crocifissione. Al vano della chiesa medievale sono adiacenti piccoli ambienti realizzati a partire dal secolo XVI che inglobano l’intero santuario, il quale è costruito all’interno di un vasto spiazzo interamente recintato da una muratura. L’oggetto di culto venerato dai fedeli è la scultura lignea che raffigura la Madonna, di ignote maestranze meridionali, in posizione rigidamente frontale è seduta su un trono decorato da sei teste alate di cherubini, una mano è tesa in avanti e l’altra regge il Bambino sulle ginocchia. La scultura ha subito molti rimaneggiamenti che ne rendono difficile la datazione precisa; tuttavia diversi elementi fanno propendere per la fine del XV secolo. Elemento fondamentale per la religiosità e la tradizione di tutta la comunità, questo è uno dei Santuari Mariani più importanti della regione.
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