di Francesco Mastrorizzi
Montalbano Jonico è una cittadina
della collina materana, le cui origini risalgono al III secolo a. C. Nel corso
del Medioevo è stata terra di conquista, subendo le sopraffazioni e le violenze
di Bizantini, Svevi, Normanni, Francesi, Spagnoli, Borboni, come del resto
tutto il sud dell’Italia. Il suo territorio fertile ne ha fatto per molti
decenni uno dei centri più ricchi e prosperi dell’area, tanto che nel 1735
Carlo III di Borbone gli conferì il titolo di “città” e i vescovi di Tricarico
ne fecero la loro privilegiata residenza estiva.
Nel centro storico del paese è
ubicata la Chiesa Madre di Santa Maria dell'Episcopio, la cui facciata appare
semplice nelle linee classicheggianti tipiche del Cinquecento. La consacrazione
dell’edificio avvenne nel 1534, come attesta una iscrizione in latino incisa su
una lastra in pietra. Nel Settecento un devastante terremoto rese necessaria la
demolizione della chiesa e con la successiva ricostruzione si decise di
riordinare le navate, murando l’ingresso principale originario, che si
affacciava sul lato occidentale in corrispondenza di Piazza Savonarola, e
spostando la porta maggiore presso la cupola e la crociera.
L’edificio è a tre navate e presenta
al suo interno alcuni elementi molto interessanti sotto il profilo artistico.
Nella navata centrale è ancora ben conservato un fonte battesimale del
Cinquecento. Altro dettaglio rilevante è un imponente organo decorato con
motivi dorati, che fu trasportato dietro l’altare nei primi anni del Novecento.
Dietro l’altare maggiore si trova il coro, realizzato alla fine del Seicento.
Anche le navate laterali sono ricche
di opere sacre che meritano un cenno. Nella navata di destra si trovano
l’altare di Santa Maria e quello dell’Addolorata. Poco più avanti la cappella
di S. Maurizio, patrono del paese, conserva un bellissimo paliotto di marmi
policromi. La navata di sinistra ospita l’altare di S. Maria ad Nives e quello
di S. Maria di Costantinopoli. Spicca una tela del Seicento, attribuita al
pittore Mattia Preti, definito “il Caravaggio di Napoli”, raffigurante la Madonna con Gesù bambino che offre la Croce
a San Giovannino. Conserva, inoltre, una statua lignea risalente al
XIII-XIV secolo raffigurante una Madonna con Bambino. L'effige proviene
dall'antico cenobio cistercense di San Nicola in Sylva, oggi ridotto a pochi
ruderi e situato sulla sponda sinistra del fiume Agri, in territorio
montalbanese fuori dall'abitato.
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