Tolleranza, rispetto e libertà
religiosa, temi sempre attuali, vengono riproposti nuovamente in
chiave storico-artistica a Roma, in una mostra chiusa domenica scorsa
nel suo luogo più celebre, il Colosseo.
La mostra Costantino 313 d.c.
è nata per festeggiare l’anniversario di uno dei provvedimenti
legislativi più importanti della storia dell’umanità: l’Editto
di Milano. I due Augusti, Costantino d’Occidente e Licinio
d’Oriente, firmano nel febbraio del 313 d.c. il manifesto con il
quale viene concessa libertà di culto a tutte le religioni in tutto
l’impero, sancendo così la fine delle persecuzioni cristiane. La
ricorrenza è stata quindi occasione per riunire e godere della
bellezza di reperti legati alla figura dell’imperatore, alla sua
politica e alla vita ai tempi del suo impero.
Ad aprire il percorso la sezione
scultorea, con i ritratti dei personaggi più celebri, da Massenzio a
Costanza, da Elena, madre di Costantino, all’imperatore stesso.
Volti dai profili marcati, definiti, di un realismo che è tipico
dell’arte romana.
Realismo e fini propagandistici si
ritrovano numerosi anche nella sezione numismatica; un cospicuo
numero di monete coniate dalla zecca di Roma, Ostia ed Aquilea hanno
permesso ai posteri di conoscere i volti degli uomini più potenti.
Resti di ghepardi, leopardi ed
altri animali, ritrovati nei sotterranei dell’anfiteatro, sono
invece segni tangibili degli spettacoli del tempo, accompagnati da
numerosi utensili e graffiti ritrovati sugli spalti e in prossimità
dell’arena.
Lungo la
passeggiata attraverso il colonnato anche i simboli della ricchezza e
del fasto dell’impero: gioielli, monili ed altri arredi tombali,
che accompagnavano le donne del patriziato romano nel passaggio
nell’aldilà, ma anche scettri, scudi ed elmi impreziositi di
gemme, testimonianza degli influssi dell’oreficeria bizantina.
Di grande rilievo la presenza
ripetuta sugli arredi del “Chi Rho”, iscrizione di origine
orientale che con Costantino il Grande diventa simbolo della
cristianità, ovvero abbreviazione del nome di Gesù.
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