di Eleonora D'Auria
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Rosario Mazzella, Dante e Virgilio,
tecnica mista su tela, cm. 70x50 |
A pochi mesi dalla retrospettiva
sull’emblematica figura del principe Raimondo di Sangro presso la
Pinacoteca Provinciale di Salerno, il maestro Rosario Mazzella torna
a sorprendere il pubblico napoletano con una mostra dal titolo Dante,
tra realtà e simbolo. Le opere, in esposizione dal 18 di ottobre
2013 presso la galleria Studio 49, traggono spunto dai celebri passi
della Divina Commedia. Le 14 tele in mostra sono realizzate con una
particolare tecnica capace di coniugare atteggiamento riflessivo,
base di ogni lavoro creativo, e immediatezza esecutiva, cifra
distintiva dal maestro.
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Rosario Mazzella, Caronte,
tecnica mista su tela, cm. 70x50 |
Le opere esposte puntano ad
individuare, come un racconto figurato, le tappe emblematiche del
celebre viaggio tra gli inferi, caricandosi al contempo di un forte
valore allegorico e simbolico. «Il desiderio di creare delle opere
che traessero origine da tale soggetto mi è stato fornito da una
riflessione condotta da vario tempo sulla situazione attuale della
società, emblema reale della visionarietà ultraterrena dantesca»,
spiega il maestro. L’analisi delle opere spinge ad indagare la
matrice di un pensiero che vede Rosario Mazzella impegnato nella
realizzazione di un compito di non facile esecuzione. L’atteggiamento
reverenziale, che un esempio letterario di tale portata induce, non
ha infatti intaccato in alcun modo la libertà creativa del maestro.
Le opere, cariche di pathos, denunciano la vitalistica potenza di un
dettato pittorico che trae origine dalla lacerante disperazione
dell’uomo e dalla sua redenzione finale. La tecnica esecutiva
permette di comprendere come ogni singola tela si carichi di uno
spessore materico, segno tangibile di una rielaborazione personale
del tema trattato. Dense concrezioni evidenziano la volontà di
Mazzella di non limitare il piano dell’opera ad una visione
frontale o bidimensionale.
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Rosario Mazzella, Conte Ugolino,
tecnica mista su tela, cm. 70x50 |
La sfida che Mazzella ha affrontato è
stata quella di rinnovare, senza per questo snaturarla, la potenza
simbolica della Commedia. Il risultato è sotto gli occhi dei
visitatori. Un risultato che sorprende ancora una volta per l’analisi
sottile del tema trattato e la dedizione ad una tecnica informale
assimilata e riadattata plasticamente allo scopo. Il testo critico
redatto da Ernesto Paolozzi permette di orientarsi con delicata e
perspicace maestria tra le opere del maestro e ancora di più
fornisce la chiave per accedere all’interno del suo laboratorio
interiore. Oltre ogni spiegazione, le parole del maestro offrono la
migliore strada per comprendere il significato profondo della mostra:
L’immanenza del male domina,
il mondo distrugge l’afflato del bene.
L’uomo violento e ingiusto
condannato a pene eterne
sprofondato tra solchi terrosi.
Spenta ogni luce
sepolto tra fiamme e dolore.
Corpo lacerato e piegato
implori perdono.
La terra ignora
annulla ogni benedizione.
Lontani i gironi sfumano
abbagliati dal celeste cielo.
Avvilito protende le braccia
l’eco non risuona nel buio.
(R. Mazzella,
Inferno)
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Rosario Mazzella, Farinata degli Uberti,
tecnica mista su tela, cm. 120x130 |
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