Lo scorso luglio sono state riaperte le porte del Castello di
Clervaux, in Lussemburgo, sede dell’esposizione permanente della
più grande mostra itinerante di tutti i tempi: The Family of Man.
Ne fu l’ideatore e curatore l’allora direttore del Dipartimento
di fotografia del MoMA di New York, Edward Steichen. La collettiva
venne intesa come un vero e proprio manifesto in immagini di pace e
di uguaglianza, durante il periodo infelice della Guerra Fredda, e
quindi l’affermazione dell’appartenenza di tutti gli uomini ad
una sola famiglia che vive di sentimenti universali.
Iscritta al programma dell’UNESCO “Memoria del Mondo” nel
2003, la mostra composta di 503 fotografie di 273 autori (tra cui
Robert Capa, Eugene Smith, Dorothea Lange, August Sander, Henri
Cartier Bresson, Robert Doisneau e Ansel Adams) provenienti da 68
Nazioni, venne inaugurata il 24 gennaio 1954. Da allora, e fino al
1962, la mostra venne allestita in 150 musei in giro per il mondo,
registrando circa dieci milioni di visitatori. In seguito, l’ultima
versione della raccolta venne donata dal governo americano al
Lussemburgo, terra d’origine di Steichen, che ne aveva espresso
fortemente il desiderio. Il fotografo lussemburghese avrebbe voluto
che il percorso della mostra fosse il più possibile rispettoso a
quello del MoMA, affinché il visitatore contemporaneo avesse lo
stesso impatto emotivo del turista degli anni Cinquanta nei confronti
di immagini che, per il loro potere evocativo, sono diventate icone
nella storia della fotografia.
Nel 2010 il Castello venne chiuso dal Centre National de
l’Audiovisuel (CNA) per avviare lavori alle sale che per molti anni
hanno ospitato la mostra di Steichen, in collaborazione con Natalie
Jacoby, architetto di interni, e sotto la direzione del Departement
of National Sities and Monuments. La ristrutturazione interna ha
previsto l’espansione dello spazio espositivo e del percorso del
visitatore, il potenziamento della sicurezza e la conservazione delle
fotografie stesse. Infatti, nonostante i restauri effettuati durante
gli anni ’90, sono stati resi necessari ulteriori interventi sulle
immagini originali. Si tratta di scatti in bianco e nero del 1955
incollati su cornici di legno, di formati differenti, che vanno da
24x36 cm a 300x400 cm.
Bisogna tenere in considerazione
che, durante il trasporto durante le mostre itineranti, le foto
furono prive di un imballaggio adeguato e maneggiate erroneamente dai
tecnici. Il CNA, in collaborazione con lo Studio Berselli di Milano,
ha previsto importanti interventi di pulizia, consolidamento e
ritocco. Dopo ben tre anni, la “famiglia dell’uomo” è tornata
a casa, nuovamente disponibile ad accogliere chi è desideroso di
scoprire il senso dell’umanità.
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