mercoledì 4 novembre 2015

Un miglio artistico: tra industria e arte

di Carlo Maria Nardiello


Il Miglio artistico realizzato presso il Centro Oli Val d’Agri di Viggiano da Raymundo Sesma intende offrirsi come un’innovativa proposta all’interno del dialogo tra ambiente ed industria. In uno scenario spesso al centro di polemiche e discussioni, si è voluto offrire al pubblico un progetto di rigenerazione volto ad una rilettura delle connessioni e delle inter-azioni tra uomo e spazio.
Idea fondante del Miglio, opera artistica di 1800 mt interessante il versante esterno del muro di recinsione del Cova, è quella di rivelare allo spettatore un nuovo piano relazionale tra manufatto artistico ed essere umano che ad esso si interfaccia attivamente. Da tale punto di contatto ne deriva un ambiente, qui industriale e industrializzato, inteso come vissuto dell’uomo.
Non solo un’opera artistica, dunque, ma un progetto ad ampio raggio è quello che da quasi due mesi arricchisce la Valle dell’Agri: lo conferma la prestigiosa presenza della LAND Srl (acronimo per Landscape, Architecture, Nature, Development) tra i soggetti promotori del Miglio. Da 25 anni impegnato a sondare, studiare, progettare e ridisegnare angoli del nostro Bel Paese, lo studio d’architettura di Milano ha portato a conclusione la prima fase di lavori in soli tre mesi. Si aggiunge in tal modo l’ultimo tassello, in ordine cronologico, al puzzle architettonico che il gruppo LAND intende estendere lì dove il paesaggio si offre all’osservabilità da parte dello spettatore.
Il Miglio è un progetto che si presenta nel nome della verità. È un messaggio che mostra le molteplici possibilità del linguaggio contemporaneo. Il colore, elemento chiave, si fa portatore di senso, di presenza. Essa si concretizza nella pluralità, quindi nella diversità: (di)segnare dei limiti non compromette alcun limite, al contrario permette di raggiungere la sostanza della varietà. Come i nostri occhi vedono per pixel, così il muro costruisce la totalità attraverso piccoli frammenti. Qui la forma dirige lo sguardo, stimola ad andare oltre, a guardare al di là: non è forse questo il più intimo significato dell’arte?
Attraverso rapidi blitz di colore, di luce e di forma la velocità segue il ritmo della produzione industriale: in tal modo il muro si emancipa al fine di instaurare, in definitiva, un rapporto osmotico fra l’intra e l’extra, mutando così in “campo expandido”, il progetto di una vita del suo artefice Raymundo Sesma.

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