Come ci dice il nome questa è la chiesa dei fiorentini in Roma voluta da Papa Leone X, della famiglia dei Medici, che vede all’opera personalità artistiche differenti. Questo tempio ospiterà le spoglie del Borromini, che viene chiamato nel 1656 a sistemare l’altare maggiore che per venti anni era rimasto in legno, un modello realizzato da Pietro da Cortona nel 1634. L’artista ticinese apporta alcune modifiche che tuttavia non modificano l’impronta cortonesca. I monumenti funebri dei Falconieri sulle pareti laterali del presbiterio vengono iniziati dal Borromini e completati da Ciro Ferri: al primo rimanda la forma dell’edicola, al secondo il disegno di coronamento, di stile cortonesco. Sotto l’altare maggiore, raggiungibile con una piccola scala a due bracci posta dietro l’altare stesso, c’è la cripta della famiglia dei Falconieri. Questo è un ambiente che non fu utilizzato per via di infiltrazioni d’acqua del vicino Tevere, il cui disegno è stato realizzato dal Borromini: la pianta è ellittica, con la volta ribassata e percorsa da nervature che, partendo dalla trabeazione, si congiungono su un ovale racchiudente un rilievo in stucco con due rami di palma, nastro e ghirlanda. La cornice sporge in corrispondenza delle otto semicolonne, che inquadrano quattro porte, a loro volta sovrastate dalle finestre ovali. Nonostante le piccole dimensioni, il disegno dell’insieme sprigiona un senso di grande energia e leggerezza. Tutto il sacello è stato recentemente restaurato e tinteggiato di bianco.
lunedì 31 agosto 2009
San Giovanni dei Fiorentini in Roma
di Angela Delle Donne
Come ci dice il nome questa è la chiesa dei fiorentini in Roma voluta da Papa Leone X, della famiglia dei Medici, che vede all’opera personalità artistiche differenti. Questo tempio ospiterà le spoglie del Borromini, che viene chiamato nel 1656 a sistemare l’altare maggiore che per venti anni era rimasto in legno, un modello realizzato da Pietro da Cortona nel 1634. L’artista ticinese apporta alcune modifiche che tuttavia non modificano l’impronta cortonesca. I monumenti funebri dei Falconieri sulle pareti laterali del presbiterio vengono iniziati dal Borromini e completati da Ciro Ferri: al primo rimanda la forma dell’edicola, al secondo il disegno di coronamento, di stile cortonesco. Sotto l’altare maggiore, raggiungibile con una piccola scala a due bracci posta dietro l’altare stesso, c’è la cripta della famiglia dei Falconieri. Questo è un ambiente che non fu utilizzato per via di infiltrazioni d’acqua del vicino Tevere, il cui disegno è stato realizzato dal Borromini: la pianta è ellittica, con la volta ribassata e percorsa da nervature che, partendo dalla trabeazione, si congiungono su un ovale racchiudente un rilievo in stucco con due rami di palma, nastro e ghirlanda. La cornice sporge in corrispondenza delle otto semicolonne, che inquadrano quattro porte, a loro volta sovrastate dalle finestre ovali. Nonostante le piccole dimensioni, il disegno dell’insieme sprigiona un senso di grande energia e leggerezza. Tutto il sacello è stato recentemente restaurato e tinteggiato di bianco.
Come ci dice il nome questa è la chiesa dei fiorentini in Roma voluta da Papa Leone X, della famiglia dei Medici, che vede all’opera personalità artistiche differenti. Questo tempio ospiterà le spoglie del Borromini, che viene chiamato nel 1656 a sistemare l’altare maggiore che per venti anni era rimasto in legno, un modello realizzato da Pietro da Cortona nel 1634. L’artista ticinese apporta alcune modifiche che tuttavia non modificano l’impronta cortonesca. I monumenti funebri dei Falconieri sulle pareti laterali del presbiterio vengono iniziati dal Borromini e completati da Ciro Ferri: al primo rimanda la forma dell’edicola, al secondo il disegno di coronamento, di stile cortonesco. Sotto l’altare maggiore, raggiungibile con una piccola scala a due bracci posta dietro l’altare stesso, c’è la cripta della famiglia dei Falconieri. Questo è un ambiente che non fu utilizzato per via di infiltrazioni d’acqua del vicino Tevere, il cui disegno è stato realizzato dal Borromini: la pianta è ellittica, con la volta ribassata e percorsa da nervature che, partendo dalla trabeazione, si congiungono su un ovale racchiudente un rilievo in stucco con due rami di palma, nastro e ghirlanda. La cornice sporge in corrispondenza delle otto semicolonne, che inquadrano quattro porte, a loro volta sovrastate dalle finestre ovali. Nonostante le piccole dimensioni, il disegno dell’insieme sprigiona un senso di grande energia e leggerezza. Tutto il sacello è stato recentemente restaurato e tinteggiato di bianco.
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