Venerdì 5 marzo 2010 presso il Salone dell’Ercole della Galleria nazionale d’arte moderna – Viale delle Belle Arti, 131 - avrà luogo la presentazione del libro MUSEI ANNI ’50: SPAZIO, FORMA, FUNZIONE di Maria Cecilia Mazzi, con saggi di Simona Rinaldi e Stefano Marson, edito da Edifir-Edizioni Firenze, nella collana Le Voci del Museo.
Introdurrà Maria Vittoria Marini Clarelli, soprintendente alla Galleria nazionale d’arte moderna; saranno presenti Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, Enrico Falcone, direttore generale della Banca di Credito Cooperativo, Paolo Melis, architetto e professore di progettazione architettonica e museografia alla “Sapienza” di Roma, Vitale Zanchettin, storico dell’architettura e ricercatore allo IUAV di Venezia.
Nel libro si raccontano gli anni della ricostruzione nel secondo dopoguerra, una stagione in cui la lettura dell’opera d’arte e le esigenze del visitatore furono posti al centro dell’interesse. Alle devastazioni belliche che lasciano una “tabula rasa” (Calvino) ma consentono di pensare il ‘nuovo’ con grande facilità, fa seguito una straordinaria fioritura di iniziative: si ricostruiscono il museo di Brera, i Musei Civici di Genova; Carlo Scarpa riallestisce le Gallerie dell’Accademia di Venezia con criteri innovativi. Si dedicano a quel compito i maggiori architetti, da Franco Albini a Ignazio Gardella e Carlo Scarpa, Soprintendenti coraggiosi e mecenati avveduti. Grazie all’impegno di tanti, dall’inferno di quelle macerie nasceva una nuova forma di bellezza: le opere d’arte si trasformano in soggetti vivi, protagonisti palpitanti, non più neutri oggetti dell’azione degli uomini.
Si tiene anche lo sguardo fisso sul ‘sogno americano’ e sulle innovazioni tecnologiche e sociali che il giovane mondo al di là dell’oceano offriva, in uno scambio quanto mai fruttuoso con il design di marca italiana attuato dai personaggi più avvertiti, uno per tutti, Adriano Olivetti, committente di Carlo Scarpa. In poco più di un decennio, prendono vita modelli di museo e allestimenti di mostre celebrati nel mondo, ricostruiti con foto d’epoca in bianco e nero, quasi un omaggio al cinema coevo: dalla Mostra di Antonello a Messina (1953) alla Galleria Nazionale della Sicilia a Palermo. E ancora: il riallestimento delle prime sale degli Uffizi (ancora visibile); la Gipsoteca di Possagno e il museo di Castelvecchio a Verona; Capodimonte (ora profondamente modificato); il Museo del Castello Sforzesco a Milano, senza tralasciare la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia né Roma nel suo duplice volto di sede delle raccolte antiche e di nuovo centro per l’arte contemporanea (Galleria Nazionale d’Arte Moderna), luogo di infiammate polemiche.
Ai musei d’Arte Moderna, a Milano, Torino, Roma, luoghi di incontro fra l’artista ed il pubblico, si affidava il compito di formare il gusto moderno e di rinverdire la conoscenza dell’arte straniera.
Si trattano temi ancora poco indagati, che ora stanno tornando di grande attualità: “gli strappi preventivi”; la sorte dei numerosi affreschi staccati per il restauro, ma anche, sotto l’incubo della Guerra fredda, il ruolo svolto dagli Stati Uniti d’America sia nella protezione delle opere sia nella ricerca di stretti legami culturali con l’Italia.
Presentazione del volume
MUSEI ANNI ’50: SPAZIO, FORMA, FUNZIONI
di MARIA CECILIA MAZZI
CON SAGGI DI SIMONA RINALDI E STEFANO MARSON
Roma, Galleria nazionale d’arte moderna
Venerdì 5 marzo 2010, ore 17.00
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