Il parco letterario di Isabella Morra è stato costituito presso la cittadina di Valsinni, un comune nel sud della Basilicata, che ha dato i natali ad una poetessa del Cinquecento, la cui vita è stata molto breve e travagliata. La giovane donna nacque nel 1520 e morì nel 1546, quando Valsinni si chiamava Favale ed il fiume Sinni era uno degli snodi più importanti della zona. Isabella è vissuta chiusa tra le mura del castello paterno all’indomani della fuga del padre, sotto la segregazione dei fratelli che la ritenevano pazza. Così i suoi unici compagni furono il monte Coppolo, il fiume ed il caseggiati sottostanti del borgo. Ha lasciato dei versi molto struggenti, rimasti inascoltati e perduti per molto tempo, poi nel 1928 Benedetto Croce volle recarsi nei luoghi “dove fu vissuta quella breve storia e cantata quella dolorosa poesia”. In tempi moderni Dacia Maraini le ha dedicato un’opera teatrale e l’ha considerata l’emblema della donna che, attraverso la cultura, cerca di affermare il proprio diritto alla libertà. Nel 2005 Marta Bifano gira un film su la vita e la poetica di questa donna soffocata da una cultura maschilista. Il parco nasce utilizzando la vita ed i versi della poetessa lucana come chiave di lettura del territorio, così i luoghi natii diventano scenari di percorsi della memoria, attraverso le atmosfere e le suggestioni che ne ispirarono la poesia. Ecco dei versi che è possibile leggere tra le strettoie che ancora attorniano il castello prigione: “… Contra Fortuna allor spargo querela, ed ho in odio il denigrato sito, come sola cagion del mio tormento”.
giovedì 29 aprile 2010
Parco letterario Isabella Morra
di Angela Delle Donne
Il parco letterario di Isabella Morra è stato costituito presso la cittadina di Valsinni, un comune nel sud della Basilicata, che ha dato i natali ad una poetessa del Cinquecento, la cui vita è stata molto breve e travagliata. La giovane donna nacque nel 1520 e morì nel 1546, quando Valsinni si chiamava Favale ed il fiume Sinni era uno degli snodi più importanti della zona. Isabella è vissuta chiusa tra le mura del castello paterno all’indomani della fuga del padre, sotto la segregazione dei fratelli che la ritenevano pazza. Così i suoi unici compagni furono il monte Coppolo, il fiume ed il caseggiati sottostanti del borgo. Ha lasciato dei versi molto struggenti, rimasti inascoltati e perduti per molto tempo, poi nel 1928 Benedetto Croce volle recarsi nei luoghi “dove fu vissuta quella breve storia e cantata quella dolorosa poesia”. In tempi moderni Dacia Maraini le ha dedicato un’opera teatrale e l’ha considerata l’emblema della donna che, attraverso la cultura, cerca di affermare il proprio diritto alla libertà. Nel 2005 Marta Bifano gira un film su la vita e la poetica di questa donna soffocata da una cultura maschilista. Il parco nasce utilizzando la vita ed i versi della poetessa lucana come chiave di lettura del territorio, così i luoghi natii diventano scenari di percorsi della memoria, attraverso le atmosfere e le suggestioni che ne ispirarono la poesia. Ecco dei versi che è possibile leggere tra le strettoie che ancora attorniano il castello prigione: “… Contra Fortuna allor spargo querela, ed ho in odio il denigrato sito, come sola cagion del mio tormento”.
Il parco letterario di Isabella Morra è stato costituito presso la cittadina di Valsinni, un comune nel sud della Basilicata, che ha dato i natali ad una poetessa del Cinquecento, la cui vita è stata molto breve e travagliata. La giovane donna nacque nel 1520 e morì nel 1546, quando Valsinni si chiamava Favale ed il fiume Sinni era uno degli snodi più importanti della zona. Isabella è vissuta chiusa tra le mura del castello paterno all’indomani della fuga del padre, sotto la segregazione dei fratelli che la ritenevano pazza. Così i suoi unici compagni furono il monte Coppolo, il fiume ed il caseggiati sottostanti del borgo. Ha lasciato dei versi molto struggenti, rimasti inascoltati e perduti per molto tempo, poi nel 1928 Benedetto Croce volle recarsi nei luoghi “dove fu vissuta quella breve storia e cantata quella dolorosa poesia”. In tempi moderni Dacia Maraini le ha dedicato un’opera teatrale e l’ha considerata l’emblema della donna che, attraverso la cultura, cerca di affermare il proprio diritto alla libertà. Nel 2005 Marta Bifano gira un film su la vita e la poetica di questa donna soffocata da una cultura maschilista. Il parco nasce utilizzando la vita ed i versi della poetessa lucana come chiave di lettura del territorio, così i luoghi natii diventano scenari di percorsi della memoria, attraverso le atmosfere e le suggestioni che ne ispirarono la poesia. Ecco dei versi che è possibile leggere tra le strettoie che ancora attorniano il castello prigione: “… Contra Fortuna allor spargo querela, ed ho in odio il denigrato sito, come sola cagion del mio tormento”.
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