venerdì 12 luglio 2013

Un museo nel museo: la Galleria Vezzoli

di Luciana Travierso

È partito dalla capitale italiana l’ambizioso progetto del bresciano Francesco Vezzoli, classe 1971, che prevede, durante il 2013, tre personali in tre grandi musei internazionali: il MAXXI di Roma, il MoMA PS1 di New York e il MoCA di Los Angeles. Si tratta di una trilogia, The Trinity appunto, che indaga diversi aspetti dell’artista italiano: l’arte, la fede e il cinema.
La prima tappa romana è sede della Galleria Vezzoli, un vero e proprio “museo nel museo”, a cura dalla Direttrice del MAXXI Arte, Anna Mattirolo. Il titolo dell’antologica è stato definito così perché le oltre novanta opere, tra fotografie, ricami all’uncinetto, video e stampe, sono esposte in un’atmosfera classicamente sfarzosa fatta di arazzi, damaschi e sculture. Questa sontuosità è un chiaro riferimento alle antiche gallerie romane e quelle ottocentesche, ma reinterpretate da Vezzoli all’interno della forma decostruttivista del MAXXI, progettato da Zaha Hadid. La seconda parte della trilogia, The Church of Vezzoli, curata dal direttore Klaus Biesenbach, si svolgerà presso il MoMA PS1 di New York, dove sarà ricostruita una chiesa sconsacrata dell’Ottocento acquistata nel sud Italia. La retrospettiva vezzoliana terminerà il prossimo inverno presso il MoCA di Los Angeles, patria del cinema americano, dove l’artista metterà in scena il Cinema Vezzoli tra divi europei e d’oltreoceano, a cura di Alma Ruiz.
Le sue prime opere sono caratterizzate dall’uso dell’uncinetto e dal ricamo di lacrime d'oro con pietre preziose incastonate su stampe raffiguranti le icone popolari cinematografiche più amate. Buona parte dei lavori di Vezzoli riguarda la videoarte, coinvolgendo lo star system internazionale tra dive americane, come Helen Mirren, Milla Yovovich e Courney Love, protagoniste del video Trailer per un Rifacimento di Caligola di Gore Vidal (2005) o Sharon Stone e Bernard-Harry Levy in Democrazy (2007) e con Lady Gaga in Ballets Russes Italian Style – The Shortest Musical You Will Never See Again, (2009), e italiane, come Valentina Cortese, Franca Valeri e Iva Zanicchi in Trilogia del Ricamo (1997-99). Accanto a loro c’è lo stesso Vezzoli, che si autocelebra con numerosissimi autoritratti, dalle fotografie dei primi anni 2000 come Francesco by Francesco (2002), realizzate con il fotografo di moda Francesco Scavullo, alle recenti sculture come Satire of a Satyr (2011) e Antique not antique: selfportrait as a crying roman togatus (2012) e e Greed (2010), in cui si ritrae sull'etichetta della bottiglia di un profumo inesistente.
Inoltre imponenti istallazioni si presentano ai visitatori, come Le 120 Sedute di Sodoma che, ricamate, sono posizionate su un tappeto di velluto rosso verso uno schermo con su scritto “FINE”; oppure Greatest Hits - Milva canta Bruce Nauman del 2004, un omaggio all’artista con frasi al neon e di sottofondo la voce di Milva.
Spregiudicato, surreale ed eccentrico, Francesco Vezzoli è un artista controverso che si ama o si odia. Sulla scia della pop art di Andy Worhol e dei ready-made di Michel Duchamp, le sue originali creazioni che sfiorano il kitsch sono frutto delle sue passioni diventate arte, che non lasciano indifferenti, rappresentando una sfida per il mondo contemporaneo.

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