giovedì 11 luglio 2013

L'antica abbazia di San Michele a Procida

di Federica Amalfitano

Troneggia sull’altura di “Terra Murata” l’antica abbazia di San Michele Arcangelo, chiesa madre della più piccola delle isole del golfo partenopeo, Procida. Costruita a strapiombo sul mare, come a voler proteggere i suoi marinai, la costruzione iniziò in epoca benedettina intorno all’XI secolo, per poi essere oggetto di interventi nei secoli successivi.
La facciata romanica scarna ed essenziale nasconde il fasto dell’interno, dove stucchi, decorazioni e marmi policromi sono i segni tangibili di come il gusto barocco controriformistico sia passato anche di qui. L’edificio, a pianta longitudinale a croce latina, presenta un’ampia navata centrale e due laterali; sul versante sinistro del complesso, un’ulteriore navata abbraccia tre cappelle che danno così alla composizione un aspetto asimmetrico. Su quest’ultima navata si affaccia il secondo ingresso, un portale cinquecentesco, frutto degli interventi voluti dal cardinale Innico D’Avalos, i quali hanno interessato non solo la chiesa, ma anche i complessi architettonici circostanti.
Ad impreziosire il soffitto ligneo cassettonato realizzato sul finire del ‘600 vi è la tela raffigurante San Michele Arcangelo che sconfigge il demonio, opera per lungo tempo ritenuta di Luca Giordano ed oggi attribuita a Luigi Garzi, artista del tardo barocco romano. Al culto del santo è dedicata la statua d’oro ed argento realizzata da maestri argentieri napoletani agli inizi del XVIII secolo, statua portata in spalla nei giorni di festa dedicati al patrono, a cui il popolo chiede protezione dai pericoli del mare per i suoi uomini lontani.
Il percorso culturale va ben oltre le mura dell’abbazia; è infatti al di sotto del complesso che troviamo numerose tracce della storia non solo religiosa, ma civile e culturale di un’isola da sempre così in simbiosi col mare. Tra i tesori conservati ricordiamo un notevole presepio settecentesco e numerosi manoscritti, alcuni di epoca benedettina.
Oggi l’abbazia cerca di affrontare diverse problematiche, da quelle legate alla fruizione del suo patrimonio a quelle più complesse legate alla conservazione dello stabile. Se infatti è indubbia la sua affascinante posizione geografica, con la sua vista mare di fronte alla più nota isola di Capri, è altrettanto palese che gli effetti dell’erosione della roccia tufacea su cui è costruita rappresentano un serio pericolo da affrontare.

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