Sono infinite e vaghe le Attese esposte nel Complesso Museale regionale “Donnaregina” (Museo MADRE) presso Napoli, le quali vantano anche la presenza di Lucio Fontana tra le rinomate opere contemporanee esposte dalle collezioni di tutto il mondo.
Il famoso ciclo delle Attese è un discorso filo-artistico che il pittore argentino compie dal 1958: si tratta di spazi monocromatici, tele di colore incise da un unico o da una serie di tagli “verticalizzanti”. Le energie dei concetti spaziali si esplicitano nelle ferite di taglio dove lo spazio si perde, si lacera per oltrepassare un contesto infinito. Un fulcro di valori energetici. Le Attese del Fontana sono esperimenti di luce e condizioni umane: l’arte è una condizione materiale, uno status mortale che con il taglio viene oltrepassato in una condizione superiore e come tale rimarrà eterna.
Lucio Fontana ragiona su di un’arte “integrale”, basata sul rapporto e la sintesi di un tempo-spazio. “L’opera d’arte non vive in eterno, nel tempo reale esiste l’uomo e la sua creazione, finito l’uomo continua l’infinito”, afferma il maestro nel suo Manifesto Bianco sin dal 1946. Il suo intento è il messaggio in cui si afferma l’impossibilità delle singole arti (pittura, scultura, musica e poesia) di esprimere valori individuali nell’uomo contemporaneo. L’arte di Lucio Fontana annuncia una fatale “tetradimensionalità”, costituita dal rapporto costante di colore, suono, movimento e spazio. La costruzione del soggetto sono ormai elementi superflui nell’era delle nuove arti. La Fondazione Lucio Fontana propone ai visitatori del Museo tre delle sue opere del 1959, allestite nella sala II del II piano.
Per approfondimenti sulle Attese, sulle teorie artistiche e sulla monografia di Lucio Fontana si consiglia: A. Vettese, Lucio Fontana. I tagli, in “Piccola Biblioteca del Sole 24 ORE”, vol. 12, Milano 2003
Il famoso ciclo delle Attese è un discorso filo-artistico che il pittore argentino compie dal 1958: si tratta di spazi monocromatici, tele di colore incise da un unico o da una serie di tagli “verticalizzanti”. Le energie dei concetti spaziali si esplicitano nelle ferite di taglio dove lo spazio si perde, si lacera per oltrepassare un contesto infinito. Un fulcro di valori energetici. Le Attese del Fontana sono esperimenti di luce e condizioni umane: l’arte è una condizione materiale, uno status mortale che con il taglio viene oltrepassato in una condizione superiore e come tale rimarrà eterna.
Lucio Fontana ragiona su di un’arte “integrale”, basata sul rapporto e la sintesi di un tempo-spazio. “L’opera d’arte non vive in eterno, nel tempo reale esiste l’uomo e la sua creazione, finito l’uomo continua l’infinito”, afferma il maestro nel suo Manifesto Bianco sin dal 1946. Il suo intento è il messaggio in cui si afferma l’impossibilità delle singole arti (pittura, scultura, musica e poesia) di esprimere valori individuali nell’uomo contemporaneo. L’arte di Lucio Fontana annuncia una fatale “tetradimensionalità”, costituita dal rapporto costante di colore, suono, movimento e spazio. La costruzione del soggetto sono ormai elementi superflui nell’era delle nuove arti. La Fondazione Lucio Fontana propone ai visitatori del Museo tre delle sue opere del 1959, allestite nella sala II del II piano.
Per approfondimenti sulle Attese, sulle teorie artistiche e sulla monografia di Lucio Fontana si consiglia: A. Vettese, Lucio Fontana. I tagli, in “Piccola Biblioteca del Sole 24 ORE”, vol. 12, Milano 2003
Museo d’Arte Contemporanea Donna Regina (M.A.D.R.E)
Via Settembrini 79 80139 Napoli
Tel. 081.193.13.016
Orari: Lunedì, Mercoledì, Giovedì e Venerdì 10.00 - 21.00
Sabato e Domenica 10.00 - 24.00
Martedì chiuso
Immagine: Lucio Fontana, Concetto spaziale, Attese (1959), aniline, tagli e buchi su tela, cm. 98x135, Courtesy: Fondazione Lucio Fontana
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