venerdì 15 maggio 2009

Poesie in amore

Comunicato stampa

Cor' Scantàt (Stupido cuore spaventato) - Poesie in amore
è la nuova raccolta di poesie di Salvatore Pagliuca. Il libro sarà presentato a Muro Lucano domenica 17 maggio alle 18.30 presso il Museo Archeologico Nazionale. L'evento è organizzato dal Centro Culturale Franco Italiano. Introduce Nunziata Zampino, responsabile della biblioteca del Ccfi, interviene Manuel Cohen, critico letterario e docente dell'Istituto Internazionale di Traduzione di Bruxelles e Liegi. Seguirà un reading dell'autore.


Il dialetto murese che sublima in lingua letteraria e dà forma e voce all'amore. Salvatore Pagliuca, archeologo per mestiere, poeta per passione, è alla sua terza fatica letteraria. Dopo le fortunate raccolte Cocktél e Orto Botanico e una manciata di significative apparizioni in antologie e riviste poetiche, la nuova raccolta Cor' Scantàt, autoprodotto in tiratura limitata, impreziosisce di nuovi versi un percorso poetico che è insieme riappropriazione delle radici arcaiche e sperimentazione linguistica. Dante Maffia, critico letterario e autore della prefazione, scova nella trama lirica di Pagliuca tracce di Sinisgalli o delle pagine friulane di Pasolini e Giacomini. Una poetica leggera, parsimoniosa, sobria, che non ha bisogno di stampelle retoriche o aggettivazioni ridondanti per tirare fuori l'essenza delle “cose innamorate”. Quasi ermetica nella sua essenzialità. Essenzialità che l'autore porta alle sue estreme conseguenze nella sezione intitolata “pizzini”, dove il verso si fa concentrato, “ai limiti della dicibilità”. “Questi versi – scrive Maffia – hanno una loro particolarità che prende e trascina, perché hanno nella loro leggerezza un segreto che sfugge e si colora via via di presagi appena accennati, di abbagli che a un tempo svelano e occultano il nodo intricato della psiche”. In un recente reading romano Achille Serrao ha definito la racconta di Pagliuca “poesia in punta di piedi che sussurra con leggerezza badando a non imporre la propria condizione, soprattutto quella di poeta, a non disturbare”. L'amore, nelle sue controverse manifestazioni, è il filo che tiene insieme questi frammenti di poesia. L'amore che scandisce il quotidiano e riempie la vita, perché “un cuore che non si spaventa, è cuore mezzo vuoto”, recita il frammento che dà il titolo alla raccolta. L'aspetto linguistico è non meno significativo. Pagliuca usa la lingua “matria” di Muro Lucano. Scrive Manuel Cohen in una recente recensione apparsa sulla rivista di cultura dialettale e critica letteraria Il Parlar Franco: “Del dialetto lucano, nella sua varietà murese, vengono registrate alcune pietre, specie diminuitivi, dal chiaro valore affettivo o simbolico: vociavucegghj (voce-vocina), vuccuccj (boccucce), funtanegghj (fontanella), travèrs’ (vento di traversa, tipico vento del murese); un dialetto interiorizzato, fatto proprio, reso idioletto materno e privato, che sopravvive sotto forma di leit motiv e stigma verbale in precise scelte formali, di iterazione, quasi tic o refrain all’interno dei singoli microtesti, a evocare una originaria tradizione orale, ma pure una iteratività tra preghiera e litania di matrice sacroscritturale”. Pagliuca è un artigiano della parola, un cesellatore di emozioni, che sgrossa, smussa, sottrae il superfluo, per regalare al lettore la parola nella sua essenziale ed emozionante nudità.

L'autore
Salvatore Pagliuca nasce nel 1957 a Muro Lucano. Le sue prime esperienze poetiche, segnalate al premio internazionale di poesia Alfonso Gatto nel 1993 e contrassegnate da un accentuato sperimentalismo plurilinguistico, scaturiscono nella silloge Cocktél edita sempre nel 1993. Nel 1997 pubblica Orto Botanico ove l'uso del dialetto murese diverrà prevalente nella evocazione di un cosmo fisicamente e metaforicamente rarefatto e marginale. Con questa raccolta vince nello stesso anno il premio nazionale di poesia dialettale Albino Pierro. Nel 2002 si tiene una lettura pubblica di sue poesie a Palazzo Barberini di Roma nel corso di un convegno sulla poesia lucana. Hanno scritto di lui Enzo Siciliano, Giorgio Bàrberi Squarotti, Dante Maffia, Antonio Lotierzo, Bernardo Panella, Luciano Zannier, Amedeo Giacomini, Tito Spinelli. Aderente alla corrente letteraria dei neo-dalettiali, le sue poesie sono state antologizzate in Il rosa del tramonto - Destini poetici dialettali, Campanotto Editore, Udine, 1998; in Poeti lucani tra Otto e Novecento, Antonio Capuano Editore, Francavilla sul Sinni, 2000; in Profilo della poesia dialettale lucana dal cinquecento ad oggi, Antonio Capuano Editore, Francavilla sul Sinni, 2001; e in Scritture frammentarie, Edizioni del Silenzio, Udine, 2005. Suoi versi sono stati pubblicati sulla rivista Pagine (n. 23, Roma, 1998), sulla rubrica “Amici di casa” del periodico Ciacere en Trentin (n. 50, Trento, 1998) e tradotti in francese nel volume fotografico Memoire de murs (Lavello, 1998).

Contatti per la stampa:
Luigi Cannella
info@luigicannella.it
349.7197496

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