
Quattro personalità diverse ma accomunati dal fare arte e dall’amicizia. Andrea Bartolucci, già affermato fotografo con anni dedicati al ritratto, ai paesaggi marini e poi all’archeologia industriale, con numerose pubblicazioni ed esposizioni personali e collettive in Italia e all’estero, sperimenta oggi un nuovo e innovativo linguaggio dove la fotografia entra a colloquio con l’arte povera, con pezzi unici inseriti in oggetti e materiali di recupero. Vezio Moriconi crea sculture in terracotta e in cemento, qualche volta usa anche il marmo, figure umane scomposte in contrappunti volumetrici opposti, sempre intrise della tragicità dei nostri tempi.
Fabrizio Favilla esegue pitture colorate, ma piene di sarcasmo, decadenza e aggressività. Jed, acronimo di Jacopo Elio Diddio, solitario artista di origini italiane che vive e lavora in una piccolissima isola greca. Dopo anni di oblio torna in Italia per partecipare alla collettiva di Palazzo Mediceo con i suoi lavori, pur negando sempre la sua presenza. I suoi dipinti sono composizioni e scomposizioni materiche, vedute di scorci di luoghi a lui cari, resi attraverso l’uso della monocromia che miscela con svariati materiali, i più destinati allo scarto.
La mostra prosegue al secondo piano del Palazzo, nelle sale del Museo del Lavoro e delle Tradizioni Popolari, dove saranno allestite altre opere dei quattro artisti, quelle che meglio dialogano col senso del recupero, del riuso, o della materia primaria come l’argilla o il legno e che a colloquio o a contrasto con gli oggetti del passato a noi vicino conservati nel museo. E’ questa la prima volta che si sperimenta un allestimento espositivo all’interno delle sale del museo. La mostra, a ingresso gratuito, sarà inaugurata sabato 10 aprile alle 17.00 e sarà aperta dal martedì alla domenica con orario 15.00-19.30, e chiusura il lunedì.
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