lunedì 6 dicembre 2010

Il Mann: uno scrigno per le antichità

di Gianmatteo Funicelli
  • 1585 = l’architetto G.V. Casale progetta l’edificio per il volere del viceré spagnolo Don Pedro de Giron e fu adibito a caserma per la cavalleria.
  • Sino agli inizi del Seicento l’edificio rimase incompiuto sin quando il nuovo viceré De Castro lo fece rammodernare sotto progetto di Giulio Fontana per ospitarvi l’Università. L’involucro esterno, in perfetto stile della Roma tardo-rinascimentale, rimase ad un solo piano nelle due aule laterali, mentre lo spazio centrale del salone venne sopraelevato.
  • Con il trasferimento dell’Università, l’edificio fu completamente ampliato e rimaneggiato, per essere poi trasformato in “museo universale”, scrigno del sapere scientifico ed artistico del Regno. L’ampliamento del secondo piano venne realizzato da Pompeo Schiantarelli.
  • 1738 = con le scoperte archeologiche di Ercolano e Pompei, la collezione di reperti antichi presenti nella Villa Reale di Portici crebbe notevolmente, mente lo spazio espositivo si faceva sempre più angusto.
  • 1791 ca.= il Vanvitelli propone l’idea di raccogliere tutto il materiale archeologico del vesuviano per custodirlo nel museo universale: la collezione antica di Portici e la Collezione Farnese del palazzo a Campo dei Fiori a Roma, avrebbero dovuto costituire, sotto direttiva di Ferdinando IV, una più coerente ed organica esposizione all’interno del grande palazzo napoletano.
  • 1791 = l’idea di collocare un osservatorio astronomico nel grande salone centrale presente all’interno del palazzo, sfuggì nella sua realizzazione, ed al suo posto venne collocata una monumentale meridiana (lo spazio ancora oggi viene denominato “Salone della Meridiana”) lunga 27 mt.. il soffitto della grande sala, venne decorato con i ritratti dei regnanti Ferdinando e Carolina, qui in veste di protettori delle arti. Sul maestoso pavimento in marmi policromi venne realizzato un ampio scalone di accesso agli ambienti del primo ammezzato e del primo piano.
  • 1805 = i Borboni fuggono da Napoli, mentre a governare saranno i francesi. La struttura espositiva verrà battezzata come “Real Museo”. Quando i Borboni ritornano, verrà intitolato “Real Museo Borbonico” (1816).
  • 1831 = il museo si arricchisce di maestose acquisizioni e scoperte, come il monumentale pavimento musivo raffigurante Alessandro e Dario nella Battaglia di Isso, proveniente dalla Casa del Fauno.
  • 1861 = con la direzione di Giuseppe Fiorelli, la grande struttura espositiva fu “Museo Nazionale”.
  • Una fondamentale riorganizzazione delle raccolte venne attuata da Ettore Pais, che con zelo lo diresse dal 1910 al 1915. Il suo percorso espositivo è rimasto attualmente quasi del tutto inalterato.

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