martedì 5 agosto 2014

Castel del Monte. Un "sonetto di pietra" e il Graal

di Carlo Maria Nardiello


«È molto probabile che il Castel del Monte sia stato costruito nel tempo di Augusto, sotto la direzione del grande Vitruvio, amico dell’imperatore. Vitruvio, il maestro più insigne, sembra aver diretto con i suoi precetti l’intera opera» (Sgarra). 
«Un castello con funzione eminentemente militare, quale organo di osservazione, di vigilanza e di allarme sulle rotte marine verso dell’Oriente, da cui partivano da cui partivano le spedizioni musulmane, e quindi della Repubblica di San Marco, allora regine dell’Adriatico e alleata della Chiesa». (Manzi)
«In questo maestoso Castello re Federico, seguito dalla sua splendidissima corte, dai famosi Pier delle Vigne, da Taddeo da Sessa, suoi fidi consiglieri, da Riccardo Filangieri suo falconiere, intimo familiare e gran maresciallo, circondato di cavalieri, di baroni, di conti, di Saraceni, di odalische, di falconieri, soleva spesso venire a diporto, specie quando, dopo le fatiche delle battaglie, si recava in Puglia alla prediletta sua caccia del falcone, per rinfrancarsi un poco dalle gravi cure del regno». (Merra)
«Come luogo di villeggiatura e di svago era molto scomodo se si pensa alla corte di Federico, colta, raffinata, elegante e numerosa» (Capone).
«È un tempio laico» (Milella Chartroux).
«Secondo me, non è un tempio laico» (Thiery).
«È una delle più misteriose opere d’arte che si conosca… ha l’aria di una caserma per un piccolo corpo di guardia. Ma, al contrario, guardatelo nei suoi particolari. Le porte e le finestre sono di marmo» (Gervasio).
«In questo medioevo di leggende e maghi, crociate e inquisizioni l’Imperatore svevo aderì dunque alle idee dei Templari e forse volle costruire un tempio, o meglio un santuario, per dare vigore e fondamento all’idea dell’Impero Universale in cui Saraceni e Giudei, i Cavalieri Teutonici e i Templari sarebbero vissuti in equilibrio sotto la sua egemonia. A questo ambizioso e fantastico progetto era necessario, tuttavia, un punto di appoggio; un luogo reale e simbolico che consentisse le segrete adunate: Castel del Monte» (Zeller).
«È un castello-gioiello, incastonato com’è, perfetta corona sfaccettata simmetricamente, come una gemma, o come un sonetto di pietra, tanto le sue linee sono state condotte a rigor di musica» (Praz).
«Chi, dunque, fu l’ispiratore del grande castello di Federico II? La storia, le cronache del tempo, le pergamene, le lettere private, che tante notizie, spesso di nessun interesse, ci han tramandate del regno di Federico, non hanno, per un caso stranissimo, un solo cenno sul nome dell’autore o degli autori della grandiosa costruzione» (Vinaccia).

Fortino militare? Luogo strategico? Corte di piaceri e sollazzi? Buen retiro? Come la breve rassegna qui collezionata dimostra, non si è in possesso di dati certi riguardo le ragioni che hanno indotto la costruzione di tale edificio, le cui uniche certezze sono legate alle perfette geometrie e alla correlazione astronomica. In anni più vicini a noi storici e appassionati hanno anche assegnato al Castel del Monte una non-funzione: cioè a dire esso sarebbe stato concepito senza alcuna reale “destinazione d’uso”. Queste e altre argomentazioni si susseguono in un vortice di congetture spinte sino al misterioso Graal, oggetto-soggetto caro alla tradizione letteraria da molti, moltissimi secoli. In virtù delle implicazioni astronomiche che accomunano tutte le costruzioni dei Templari – custodi del Sacro Graal – e considerando l’inimicizia intercorsa tra Federico e l’Ordine dopo il 1129 è ancora da capire se la volontà di costruire tale castello sia da imputare ai monaci del Tempio o al regnante. Kantorovich scrive: «Federico aveva in animo di compiere un pellegrinaggio, con poco seguito, al punto del Giordano dove Cristo era stato battezzato; i Templari, ciechi strumenti del Patriarca, ne informarono Al-Kamil (a quel che si pretende, dietro istigazione del Papa) prospettandogli l’opportunità di far prigioniero Federico, magari uccidendolo, se volesse. Nauseato dalla bassezza del tradimento Al-Kamil mandò la lettera a Federico con alcune parole d’accompagnamento. L’imperatore perseguitò da allora in poi i Templari con odio inestinguibile». 
Confiscati tutti i beni dei Templari sull’onda del rancore, Federico si vede costretto da papa Gregorio IX a compiere un passo indietro. Tuttavia, chiede e ottiene dal pontefice il diritto a conservare per sé i beni, in origine di proprietà del forte ordine dei Templari, della Capitanata, del Nord della Puglia e Castel del Monte.

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