
Le opere di Lamiranda illustrano gli ambienti della quotidianità dei nostri nonni: un mondo dove sorgono e si avvicendano porte e finestre fiorite, pavimenti in cotto, gradinate e case di pietra, tetti di coppi. Molto raramente compare la figura umana, ma dietro i calcinacci dei muri, sui gradini delle scale, si sente pulsare la vita, il vicinato, la famiglia. È un inventario delle memorie e degli affetti sommersi, un atto di amore nei confronti della cultura contadina, la testimonianza di una civiltà quasi scomparsa.
Uomo semplice, discreto, generoso, sereno, Lamiranda esprime tramite l’arte i tratti salienti della propria personalità. Nelle sue opere non c’è voglia di strabiliare, ma soltanto di raccontare, attraverso una sensibilità accentuata, paesi e atmosfere in via di estinzione, ricordati con tenerezza ed emozione. Il suo è un richiamo estetico ed etico all’antica saggezza lucana, un invito alla comunità regionale a non dimenticare le proprie origini.
Lamiranda dispone di una tavolozza ricca e attenta, che utilizza i timbri e i toni appartenenti alla matrice narrativa del sentimento. La morbidezza dei colori e l’equilibrio delle tonalità sono un mezzo per esprimere il proprio rispetto per i piccoli ambienti paesani rappresentati, per il loro riserbo, per il pudore popolano.
Nessun commento :
Posta un commento