Comunicato stampa
Dopo il grande successo di “Renoir.
La vie en peinture”, le Scuderie del Castello di Pavia presentano,
dal 14 settembre al 15 dicembre 2013, un’altra importante mostra
dedicata a uno dei massimi esponenti del movimento impressionista:
Claude Monet.
“Monet au cœur de la vie” è
il titolo dell’esposizione promossa dal Comune di Pavia, prodotta e
organizzata da Alef – cultural project management con il patrocinio
dell’Ambasciata di Francia in Italia e dell’Institut français di
Milano.
La mostra, a cura di Philippe Cros,
presenta una selezione di opere provenienti da prestigiosi musei di
tutto il mondo: dagli Stati Uniti d’America come il Columbus Museum
of Art (Ohio) alla Francia come il Musée d’Orsay di Parigi, dal
Sud Africa come la Johannesburg Art Gallery alla Romania come il Mnar
di Bucarest fino alla Lettonia come The Latvian National Museum of
Art di Riga e da altre importanti sedi internazionali.
Il pubblico avrà la possibilità
di ammirare importanti lavori di Claude Monet e di ripercorrere le
tappe principali della sua produzione artistica dalla formazione fino
alla grande maturità.
Un percorso espositivo innovativo
ed emotivo offrirà inoltre al visitatore un’inedita modalità di
avvicinamento anche alla sfera personale della vita del Maestro,
consentendo al pubblico di scoprire l’”uomo” oltre che il
grande artista.
La mostra è un viaggio nel cuore
della vita di Monet, raccontato attraverso le voci di sei personaggi
chiave del suo percorso umano e artistico. Gli incontri, i successi,
così come i momenti difficili sono stati ricostruiti sulla base di
preziose lettere - provenienti dal Musée des Lettres e de Manuscrits
di Parigi ed esposte in mostra - in cui il pittore racconta
particolari momenti e stati d’animo della sua vita. Lungo il
percorso una serie di suggestive videoinstallazioni predisporranno
emotivamente il pubblico a rivivere i momenti fondamentali della vita
di Monet e a comprenderne il rapporto con le opere presentate in
mostra. Le parole e il racconto sono stati pensati in armonia con i
video, i suoni e le opere d’arte in modo da creare le condizioni
più adatte a sollecitare le emozioni più profonde del visitatore
verso una totale fruizione dell’opera di Monet.
L’esposizione inizia con gli
esordi della carriera artistica di Monet narrati da Adolphe Monet, il
padre del pittore che ebbe con il figlio un rapporto piuttosto
contrastato sia per la sua scelta professionale – soprattutto a
causa delle sue idee indipendenti in contrasto con l’insegnamento
dell’Accademia – sia per le sue scelte personali e sentimentali.
Nella sala successiva sarà Eugène
Boudin a far immergere il pubblico negli anni giovanili dell’artista,
caratterizzati dai primi esperimenti di pittura en plein air e dalle
scelte stilistiche innovative in contrasto con la pittura accademica
dell’epoca.
Boudin, pittore francese e primo
maestro di Monet, segnò profondamente il modo di fare pittura
dell’artista al punto che Monet confesserà: “Se sono diventato
pittore lo devo a Eugène Boudin.”
In mostra alcune importanti opere
di Boudin mostreranno il ruolo fondamentale del maestro nella
formazione di Monet e nello sviluppo del suo stile, come dimostra
l’opera Bateaux à Etretat (Barche a Etretat) (1883) in cui
l’artista utilizza la stessa tecnica pittorica del suo maestro.
Attraverso le dolci parole di
Camille Doncieux - prima moglie e madre dei due figli di Monet - il
visitatore potrà rivivere un periodo fecondo della vita
professionale di Monet. Camille ebbe un ruolo centrale nella
produzione dell’artista, dal 1860 al 1879, fu la sua musa e modella
preferita presente nella maggior parte delle sue tele fino alla
prematura morte a soli 32 anni. Le gite ad Argenteuil, le passeggiate
lungo la Senna e al mare con la famiglia furono molto stimolanti
anche dal punto di vista artistico per Monet che consolidò
ulteriormente la tecnica della pittura all’aria aperta e lo studio
della luce, sperimentando anche nuovi soggetti come Bateaux de
pêche á Honfleur (Barche di pescatori a Honfleur) (1866 ca.),
La gare d’Argenteuil (La stazione di Argenteuil) (1872) e
Printemps (Primavera) (1873), opere esposte in questa sezione.
Durante il suo percorso artistico,
Monet dovette affrontare una serie di avversità dovute alle
difficoltà economiche, alle pesanti critiche dei classicisti e ai
continui rifiuti da parte dei Salons. Questo periodo particolarmente
frustrante per l’artista sarà raccontato da uno dei suoi più
grandi sostenitori: Georges Clemenceau, il politico francese - primo
Ministro dal 1906 al 1909 e dal 1917 al 1920 - con cui Monet strinse
una forte amicizia soprattutto negli ultimi anni della sua vita. Fu
proprio Clemenceau, nel 1921, a commissionare a Monet le celebri
Ninfee per l’Orangerie, definite la “Cappella Sistina
dell’Impressionismo”.
In questa sala, che vuole
simbolicamente evocare il contrasto tra due differenti sistemi
pittorici, il visitatore avrà la possibilità di mettere a confronto
la pittura accademica esposta nei Salons rappresentata da opere come
Paysage maritime (Paesaggio marittimo) di Jules Breton e Les
Pyrénées (I Pirenei) di Marie Rosarie Bonheur – due artisti
fortemente apprezzati dalla critica dell’epoca –, con la tecnica
innovativa utilizzata dal Padre dell’Impressionismo, rappresentata
in mostra da alcune opere emblematiche come le marine Marine,
Pourville (Marina, Pourville) (1881) e Le Cap Martin
(1884). A corredo delle opere sarà esposto il celebre articolo –
prestato eccezionalmente per la mostra dalla Galleria Nazionale
d’Arte Moderna di Roma – di Louis Leroy apparso sulla rivista
Chiarivari del 25 aprile 1874 in cui comparve per la prima volta, in
senso spregiativo e fortemente critico, il termine “impressionisti”.
Il racconto prosegue con Alice
Hoschedé, seconda moglie di Monet, che narrerà al visitatore dei
viaggi intrapresi dall’artista per la continua ricerca di stimoli,
ispirazioni e soggetti nuovi da riprodurre, come il soggiorno in
Norvegia per la ricerca e lo studio degli effetti della neve. Per
quanto in questo periodo - dal 1880 al 1895 - siano nati i più
grandi capolavori del Maestro, Monet era continuamente insoddisfatto
dei suoi lavori e dei luoghi che visitava.
Sono gli anni, in cui l’artista
abbandona quasi del tutto la rappresentazione della figura umana per
concentrarsi sul tema propriamente impressionista del paesaggio, con
particolare interesse verso l’alone luminoso che circonda la
natura. È proprio in questo periodo che Monet comincia a dipingere
le celebri “serie” in cui il ruolo della luce diventa
fondamentale per la composizione dell’opera come dimostrano
Waterloo Bridge (Il ponte Waterloo) (1900) e la suggestiva
Cathédrale de Rouen (La Cattedrale di Rouen) (1894),
protagoniste di questa sezione.
Il percorso espositivo chiude con
le parole di Blanche Hoschedé, figlia di Alice e unica allieva di
Monet con la quale il pittore instaurò un rapporto molto stretto
nell’ultimo periodo - dal 1914 al 1926 - trascorso a Giverny: un
luogo magico, in cui l’artista riuscì finalmente ad appagare il
suo desiderio di tranquillità rurale.
Blanche racconterà al pubblico
dell’amore ossessivo del pittore per il suo meraviglioso giardino
della casa a Giverny, delle loro uscite per dipingere insieme in
campagna e dei primi sintomi della cataratta che modificarono
sensibilmente la vista, e quindi anche la percezione dei colori, di
Monet. Alcune tele di Blanche esposte in questa sezione mostreranno
il suo stile impressionista strettamente imparentato con quello del
Maestro.
Negli ultimi anni di vita
dell’artista la dimora di Giverny diventò la sua unica fonte di
ispirazione: un giardino meticolosamente curato in cui Monet decise
di far costruire anche un ponte giapponese, testimonianza del suo
interesse verso l’arte del Paese del Sol Levante. In mostra una
serie di preziose stampe di celebri artisti come Katsushika Hokusai e
Utagawa Hiroshige sottolineano il forte legame del pittore con l’arte
nipponica.
La mostra offre quindi diverse
chiavi di lettura per un’originale esperienza di visita che
consentirà al visitatore di rivivere intensamente la vita e la
produzione artistica di uno dei più grandi Maestri di tutti i tempi
che ha cambiato per sempre la storia dell’arte.
Un’esperienza di visita prosegue
anche all’esterno dello spazio espositivo, suggerendo al visitatore
un itinerario alla scoperta di alcuni dei luoghi simbolo della città
di Pavia ricontestualizzati, per l’occasione, in rapporto al
percorso artistico di Monet. Un percorso ideato per far rivivere
alcuni luoghi pavesi molto suggestivi come l’orto botanico del
1700, oppure la bellissima Cattedrale di San Michele, o ancora la
storica Biblioteca Civica Bonetta e i giardini Malaspina, e in ultimo
il Ponte Vecchio sul fiume Ticino. In ciascuno di questi luoghi il
visitatore potrà riprendere la lettura del racconto dei sei
personaggi riproposto in un’ambientazione reale.
“Ospitare la pittura di Claude
Monet a Pavia è per la cittá tutta motivo di grande soddisfazione.
La mostra su Monet si inserisce in un percorso artistico di Pavia che
negli ultimi anni ha visto rassegne prestigiose e apprezzate, come
testimoniano gli importanti numeri fatti registrare dai visitatori,
inediti per la nostra cittá. Nella splendida cornice del Castello
Visconteo è ora il momento di Monet, dei suoi colori e delle sue
forme che hanno lasciato segni indelebili e fondamentali nella
pittura dell’800 e del ’900. Il più impressionista tra gli
impressionisti, Monet, segna un altro momento di altissimo profilo
culturale di cui Pavia è sempre più orgogliosa” dichiarano
Alessandro Cattaneo, Sindaco e Matteo Mognaschi, Vicesindaco e
Assessore alla cultura, turismo e marketing territoriale del Comune
di Pavia.
Per tutta la durata
dell’esposizione una serie di attività didattiche e laboratori
creativi permetteranno anche ai più piccoli di avvicinarsi alla
pittura impressionista e alla produzione artistica del pittore
francese.
Titolo mostra: Monet au cœur de la vie
A cura di: Philippe Cros
Sede: Scuderie del Castello, Pavia
Periodo: 14 settembre-15 dicembre
2013
Orari: dal lunedì al venerdì ore
9.00-19.00, sabato, domenica e festivi ore 9.00-20.00 (la
biglietteria chiude un’ora prima)
Biglietti: intero 15,00 euro,
ridotto 13,00 euro, ridotto speciale 10,00 euro dal lunedì al
venerdì nella fascia oraria 13.00-14.00 e dal sabato alla domenica
nella fascia oraria 9.00-10.00 (il costo del biglietto include l’app
ufficiale della mostra, l’audioguida e l’ingresso alla Quadreria
dell’Ottocento e Collezione Morone dei Musei Civici del Castello
Visconteo di Pavia).
Prevendita biglietti:
www.vivaticket.it
Catalogo: Silvana Editoriale
Nessun commento :
Posta un commento