Straordinariamente per le scorse giornate primaverili del FAI è stato aperto al pubblico il palazzo della sede romana della Banca d’Italia che fin dalla sua costituzione (1893) ha avuto sede in via Nazionale, nell’edificio progettato dall’architetto Gaetano Koch e realizzato tra il 1888 e il 1892. Il palazzo resta fortemente ispirato ai canoni classici. La facciata principale è in travertino, scandito dai tre ordini dorico, ionico e corinzio sovrapposti l’un l’altro. Si sviluppa su cinque piani, due dei quali sono interrati ed il pian terreno è caratterizzato dal bugnato con due ingressi simmetrici. All’interno troviamo il cortile d’onore ancora di richiami classici nel quale campeggia il busto del architetto ideatore e dove un tempo fu ospitata la stamperia di banconote. Da qui si accede alla sala della lupa che introduce allo scalone d’onore che è il fulcro compositivo del palazzo. Il gioco prospettico è notevole, poiché la scala si presenta con il pozzo libero e volte semicircolari rampanti, addossate alle pareti. Ai piedi dello scalone sono conservati due sarcofagi del III secolo d.C. . Al piano nobile sono disposte le suntuose sale di rappresentanza, arricchite dai maestosi lampadari di Murano, dai marmi policromi che caratterizzano singolarmente pavimenti e portali, dalle tappezzerie in seta di Caserta; non mancano dipinti e sculture per ogni sala. Così si passa dalla sala della tartaruga al salone dei partecipanti e attraverso il corridoio dei reperti archeologici si giunge al salone san Marco. Ed ancora il salone di pelle, il salone del consiglio, la saletta cinese e la saletta dei sindaci, per concludere con il salone dorato e la sala dei leoni. Ognuna di queste sale, come ben si evince, prende nome dagli arredi o da un opera d’arte o da una funzione istituzionale. Oggi queste rimangono testimonianza di un pezzo di storia ed ancora vengono utilizzate per cerimonie ufficiali ed incontri di rappresentanza.
venerdì 12 giugno 2009
Banca d’Italia: Palazzo Koch
di Angela Delle Donne
Straordinariamente per le scorse giornate primaverili del FAI è stato aperto al pubblico il palazzo della sede romana della Banca d’Italia che fin dalla sua costituzione (1893) ha avuto sede in via Nazionale, nell’edificio progettato dall’architetto Gaetano Koch e realizzato tra il 1888 e il 1892. Il palazzo resta fortemente ispirato ai canoni classici. La facciata principale è in travertino, scandito dai tre ordini dorico, ionico e corinzio sovrapposti l’un l’altro. Si sviluppa su cinque piani, due dei quali sono interrati ed il pian terreno è caratterizzato dal bugnato con due ingressi simmetrici. All’interno troviamo il cortile d’onore ancora di richiami classici nel quale campeggia il busto del architetto ideatore e dove un tempo fu ospitata la stamperia di banconote. Da qui si accede alla sala della lupa che introduce allo scalone d’onore che è il fulcro compositivo del palazzo. Il gioco prospettico è notevole, poiché la scala si presenta con il pozzo libero e volte semicircolari rampanti, addossate alle pareti. Ai piedi dello scalone sono conservati due sarcofagi del III secolo d.C. . Al piano nobile sono disposte le suntuose sale di rappresentanza, arricchite dai maestosi lampadari di Murano, dai marmi policromi che caratterizzano singolarmente pavimenti e portali, dalle tappezzerie in seta di Caserta; non mancano dipinti e sculture per ogni sala. Così si passa dalla sala della tartaruga al salone dei partecipanti e attraverso il corridoio dei reperti archeologici si giunge al salone san Marco. Ed ancora il salone di pelle, il salone del consiglio, la saletta cinese e la saletta dei sindaci, per concludere con il salone dorato e la sala dei leoni. Ognuna di queste sale, come ben si evince, prende nome dagli arredi o da un opera d’arte o da una funzione istituzionale. Oggi queste rimangono testimonianza di un pezzo di storia ed ancora vengono utilizzate per cerimonie ufficiali ed incontri di rappresentanza.
Straordinariamente per le scorse giornate primaverili del FAI è stato aperto al pubblico il palazzo della sede romana della Banca d’Italia che fin dalla sua costituzione (1893) ha avuto sede in via Nazionale, nell’edificio progettato dall’architetto Gaetano Koch e realizzato tra il 1888 e il 1892. Il palazzo resta fortemente ispirato ai canoni classici. La facciata principale è in travertino, scandito dai tre ordini dorico, ionico e corinzio sovrapposti l’un l’altro. Si sviluppa su cinque piani, due dei quali sono interrati ed il pian terreno è caratterizzato dal bugnato con due ingressi simmetrici. All’interno troviamo il cortile d’onore ancora di richiami classici nel quale campeggia il busto del architetto ideatore e dove un tempo fu ospitata la stamperia di banconote. Da qui si accede alla sala della lupa che introduce allo scalone d’onore che è il fulcro compositivo del palazzo. Il gioco prospettico è notevole, poiché la scala si presenta con il pozzo libero e volte semicircolari rampanti, addossate alle pareti. Ai piedi dello scalone sono conservati due sarcofagi del III secolo d.C. . Al piano nobile sono disposte le suntuose sale di rappresentanza, arricchite dai maestosi lampadari di Murano, dai marmi policromi che caratterizzano singolarmente pavimenti e portali, dalle tappezzerie in seta di Caserta; non mancano dipinti e sculture per ogni sala. Così si passa dalla sala della tartaruga al salone dei partecipanti e attraverso il corridoio dei reperti archeologici si giunge al salone san Marco. Ed ancora il salone di pelle, il salone del consiglio, la saletta cinese e la saletta dei sindaci, per concludere con il salone dorato e la sala dei leoni. Ognuna di queste sale, come ben si evince, prende nome dagli arredi o da un opera d’arte o da una funzione istituzionale. Oggi queste rimangono testimonianza di un pezzo di storia ed ancora vengono utilizzate per cerimonie ufficiali ed incontri di rappresentanza.
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