martedì 25 agosto 2009

Di Rosso Vivo

Comunicato stampa

Personale di Tiberio Gracco a cura di Antonella Nigro al Castello Medievale di Agropoli. Saranno esposti quadri e sculture della produzione più recente dell'artista.

LE VERITA’ DELLA VITA E L’INTENSITA’ DELL’ESISTENZA NELLA PITTURA DI TIBERIO GRACCO

Testo critico di Gerardo Pecci

L’uomo. La vita. Il mistero dell’esistenza e il senso dell’arte: sono queste le coordinate entro cui s’inserisce la produzione artistica, pittorica, di Tiberio Gracco. La sua pittura, corposa, “materica”, fortemente espressiva e incisiva, scava nello sguardo dell’esistenza umana alla ricerca di un’ancestralità che è fonte di conoscenza e di curiosità, di emozioni e sensazioni forti. I colori puri, pieni, corposi, sottolineano la forza del vivere, un mondo colorato primordiale da cui partono, e ripartono, le riflessioni sul nostro vivere quotidiano: è un’Io creativo, originario e originale, uno sguardo curioso, acuto e penetrante, che osserva il mondo e l’uomo per quello che sono. La figura umana non a caso è soggetto preferito dall’artista, è l’essere pensante in simbiotica lotta con la Natura, di cui egli stesso è parte integrante; ma è una lotta alla conquista di modi di vita, di emozioni, di voglia di essere e di fare, di affermare la propria volontà e il proprio spazio. Le forme ovoidali e allungate delle teste degli esseri umani rappresentati da Gracco non sono solo un “omaggio” all’uomo “faber”, o a forme d’arte “primitiva”, ma vogliono sottolineare idealmente lo sforzo che ciascuno compie per meglio definire il proprio mondo, per un’umanità pensante e agente nel tempo e nella storia. E’ l’essere umano, nudo, che si mette a confronto con i problemi quotidiani, con un mondo che non lascia alcuna tregua e/o spazio al nulla, ma crea se stesso, la propria vita, è artefice con il pensiero e con l’azione del proprio destino, sempre in cerca di nuovi orizzonti da raggiungere, mai soddisfatto di quello che si è se non in funzione della costruzione di un futuro da protagonista assoluto dell’universo, della storia, e lo rende padrone del tempo. L’arte di Tiberio Gracco è perciò un’arte pensante, agente, che costringe alla riflessione. I suoi colori puri, gravidi e carichi di pensiero, sono il medium attraverso cui l’artista pensa il mondo e lo rappresenta. Anche gli occhi chiusi delle sue figure prefigurano un mondo immaginato, che però può diventare realtà, deve diventare realtà. Non è un chiudersi in se stessi, ma un aprirsi alla riflessione, al pensiero pensante, al pensiero agente, al pensiero come progetto dell’esistenza, quindi si tratta di occhi che sanno e vogliono guardare al di là delle apparenze, al di là delle bende dell’effimero, del contingente, dei falsi miti e riti della nostra martoriata contemporaneità, per trovare e costruire un mondo diverso, più vero e più umano. Il suo è un percorso ventennale sulle ali del pensiero e dell’esistenza dell’uomo, una pittura che vibra di colori, con grumi e atomi colorati, ma sono grumi e atomi che racchiudono la verità dell’umanità, l’essenza vera e infinitesimale che ci riporta alle origini della stessa vita, cercando di coglierne l’alito primordiale che ha dato origine all’Universo. I suoi corpi e i suoi volti non sono misteriosi, ma sono il segno vivo di un mondo in cui ogni gesto, anche il minimo, è prepotentemente la firma di un attimo di vita che pulsa, vibra, interagisce con l’universalità di ogni individua esistenza. E la più recente produzione pittorica non a caso è rivolta proprio al pensiero come fonte progettuale della realtà umana, alla donna e all’Universo stellato. Sono “topos” ricorrenti che fanno parte della storia dell’umanità, che però vengono qui trasfigurati e presentati da Tiberio con forme nuove e rinnovate azioni pittoriche; invitano gli uomini ad essere protagonisti della storia, ad essere persone vive e non semplici burattini.
Le forme dell’arte, delle cose e delle persone ritratte da Tiberio sono essenziali, geometricamente definite nei volumi e negli spazi, prive di sfumature e commistioni di colori perché quello che conta è la purezza, l’essenzialità. Si tratta di un vocabolario visivo tutto incentrato su colori primari e su volumi geometrici chiari e definiti, indice di grande attenzione progettuale verso il mondo: una proposta pittorica che vuole mettere in risalto la verità e non quello che si cela negli oscuri meandri del non essere.

Di Rosso Vivo
Inaugurazione: sabato 29 agosto ore 21.00
Dal 29 agosto al 3 settembre 2009
Castello Medievale di Agropoli (SA)
A cura del Centro Studi Hemera
Orario: tutti i giorni dalle 10.00 alle 12.00 e dalle 18.00 alle 23.00
Ingresso gratuito

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