sabato 22 agosto 2009

La Chiesa di San Sebastiano a Biella

di Claudia Ghiraldello

A Biella, in Piemonte, si trova una magnifica chiesa rinascimentale voluta dal generoso mecenate Sebastiano Ferrero (1438-1520) e dedicata al santo di cui egli portava il nome. Sebastiano Ferrero, personaggio straordinario, fu feudatario di numerosi luoghi, chiavaro di Biella, consigliere e tesoriere di casa Savoia, poi al servizio del re di Francia nel ducato di Milano dove lavorò finanche su progetti di Leonardo da Vinci. Fu amico dei papi Alessandro VI, Leone X e Giulio II. Morì lasciando un ingente patrimonio ed un notevole credito alla corte di Francia. La chiesa che volle eretta in quel di Biella è in stile lombardo e molto probabilmente fu costruita da Eusebio Ferrari.
L'edificio, la cui prima pietra venne posata nel 1504, fu ultimato verso il 1551; si presenta a croce latina e a tre navate divise da agili colonne in serpentinite della Valle di Oropa con pulvini in cotto. Magnifica è la decorazione della volta a botte della navata centrale, trattandosi di grottesche con inserimento di medaglioni contenenti le immagini di santi e beati; esecutore di tale opera, all'inizio del XVI secolo, in concomitanza con il terribile diffondersi della peste e, dunque, in una sorta di preghiera a Dio, fu il novarese Gerolamo Tornielli.
Anche la volta a botte del presbiterio e del coro è finemente decorata a finti cassettoni. Nella lunetta di fondo del coro una coppia di angeli sorregge un rosone con al centro una vetrata che reca figurato il monogramma di San Bernardino. Sempre nel coro, ma anche in altri punti della chiesa, si trova fregiato lo stemma del fondatore (il leone rampante) in una esaltazione del potere di tale personaggio e della sua famiglia.
All'incrocio del transetto con la navata centrale sorge un tiburio poligonale con dipinti ottocenteschi (1866-67) del Morgari.
L'altare maggiore (rifatto in parte) si deve all'opera di Francesco Albuzzi da Como verso la metà del XVIII secolo. Risultano poi particolarmente degni di attenzione il coro e il leggio, scolpiti da Gerolamo Mellis da Vespolate negli anni 1546-47 e impreziositi da placchette di Limoges risalenti addirittura al XIII secolo (ora, purtroppo, in parte mancanti). Nel presbiterio un'ancona, attribuita a Sebastiano Novelli (prima metà del XVI secolo), raffigura, oltre al committente canonico lateranense, San Sebastiano, Sant'Agostino e un santo vescovo.
Nella cappella caponavata di destra è conservata un'altra opera di grande valore: l'Assunta firmata e datata nel 1543 da Bernardino Lanino con cornice originale. Si tratta di un'opera magnifica che vede nella tavola centrale la figura della Vergine salire in cielo tra lo stupore degli Apostoli, mentre nella predella le storie della Madonna contemplano tra l'altro il macabro episodio apocrifo del funerale di Maria con l'incredulo che si avvicina al lettuccio del corteo funebre per rovesciarlo e le mani – ahilui! – gli restano appese al lettuccio medesimo grondando sangue; il sacrilego riacquisterà l'uso delle mani solo dopo aver venerato il corpo della Vergine ed essersi convertito. In questa tavola è raffigurato anche il committente Graziano della Torre con l'abito dei canonici lateranensi che reggevano chiesa e convento di San Sebastiano e che, evidentemente, promossero l'esecuzione dell'opera.
In corrispondenza del transetto, nella navata destra, si ha una bella statua, opera di Edoardo Tabacchi (1877), raffigurante Giovanna Bertiè Mathew, moglie del famoso generale Alfonso La Marmora. Accanto, un busto del marito è opera di Vincenzo Vela. Interessanti sono anche le statue della Fede, Speranza e Carità create dallo stesso Tabacchi nel medesimo anno e poste a decorazione della porta in marmo del monumento funerario della famiglia La Marmora.
Lungo la navata destra è poi interessante la cappella dedicata alla Madonna di Oropa, la quale conserva due dipinti raffiguranti uno San Bartolomeo, l'altro San Domenico, attribuiti a Boniforte Oldoni (verso il 1555).
Nella cappella caponavata di sinistra sono conservate le tre lunette a fresco che, dipinte dal Lanino, un tempo decoravano i portali esterni in facciata, questa rifatta nel 1885 da Andrea Bona e recentemente restaurata. Nella stessa cappella è conservato un bell'affresco strappato di Gaspare da Ponderano, affresco che, riferibile all'inizio del XVI secolo, raffigura una Madonna in trono con Bambino e i santi Rocco e Sebastiano, protettori dalla peste; proviene da una dimora di Massazza.
Nel transetto sinistro è poi interessante osservare l'Annunciazione dipinta sulle due grandi ante dell'organo cinquecentesco (si tratta di tele) da Raffaele Giovenone nel 1579.
Maestosa, a seguire, la scena di Crocifissione a fresco che si trova nella prima cappella che si incontra scendendo lungo la navata sinistra; risale all'inizio del XVI secolo.
Chiesa molto amata dai biellesi che la frequentano con assiduità, questa di San Sebastiano ebbe a subire in passato numerose traversie. Durante il periodo delle soppressioni napoleoniche il convento venne addirittura trasformato in caserma. Attualmente la chiesa, proprietà del Comune di Biella, è officiata da Padri Francescani e il convento dal 2001 è diventato sede dell'importante Museo del Territorio Biellese.



Immagini:
1 Esterno della chiesa di San Sebastiano a Biella
2 Tavola dell'Assunta, opera di Bernardino Lanino
3 Statua di Giovanna Bertiè Mathew, di Odoardo Tabacchi
4 Affresco raffigurante la Crocifissione

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