domenica 11 luglio 2010

Marinelli, Tedesco, Padula: l'arte nata in Val d'Agri (II parte)

di Angela Delle Donne

Nel 1834 nasce a Moliterno Michele Tedesco, ed anche egli intraprende inizialmente una strada napoletana, grazie ad una pensione elargita dalla Provincia, da subito entra a far parte dello studio di Filippo Palizzi seguendo nuovi percorsi figurativi. Finiti gli anni della formazione, nel 1859, cerca di andare a Roma, ma alla fine si ritrova a Firenze, dove viene introdotto nell'ambiente avanguardista dei Macchiaioli. Abbandona la produzione accademica per dedicarsi alle piccole dimensioni. Tutto il decennio è caratterizzato da una forte amicizia con il gruppo del Caffè Michelangelo, producendosi sempre più in temi e forme macchiaiole fino al punto di essere confuso con Silvestro Lega per l'attribuzione di alcune opere.
Altra tappa decisiva nella sua vita è l'incontro con Giulia Hoffmann, che diventerà la moglie. Anch'ella pittrice, di origine bavare, lo introduce al mondo tedesco, abbandonando progressivamente le forme macchiaiole. Dal 1873 si stabilisce definitivamente a Napoli con la moglie, andando in contro ad una pittura più classica e meditata. Anch'egli conclude la sua vita insegnando all'Accademia di belle arti di Napoli.
Non del tutto conosciuti, Marinelli e Tedesco sono due personalità ben definite all'interno della produzione pittorica dell'800 - primi 900, poiché, posti al fianco di autori più marcatamente noti, hanno appreso la lezione e hanno redatto forme personali ed intime, emergendo dalla produzione strettamente provinciale.

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