Romano Buratti è nato a Cesena nel 1937 e attualmente vive a Roncofreddo (FC). Da giovane frequenta per due anni i liberi corsi dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, ma decide poi di abbandonare gli studi, con il proposito di intraprendere un proprio discorso artistico personale. Dal 1974 inizia a ricevere il consenso del pubblico e della critica, che successivamente cresce e si consolida. Da anni espone in Italia e all’estero e il suo nome figura sui più importanti cataloghi d’arte italiani. Le sue opere si trovano in numerose collezioni pubbliche e private sia nazionali che internazionali. Oltre che nella pittura, si è cimentato anche nella grafica umoristica, collaborando con giornali e riviste.
Le sue opere si contraddistinguono per il realismo e la forte carica ironica e rappresentano scene di ordinaria normalità tipiche della Romagna rurale della metà del Novecento (al bar con gli amici, a spasso in bicicletta, a guardar la luna con l’innamorata). L’arte di Buratti nasce, infatti, dai ricordi e dalle radici, dal periodo dell’infanzia vissuto in campagna, in mezzo ai contadini, a contatto con la gente umile e operosa. Esperienze che hanno lasciato in lui sentimenti vivi e profondi, che egli cerca di condividere con lo spettatore.
I suoi dipinti, che possono essere definiti quasi delle vignette su tela, hanno come protagonisti persone genuine e popolari, molte volte ritratte in situazioni divertenti o in pose bizzarre, che ci raccontano con fare giocoso la quotidianità e i piaceri più semplici, rifuggendo la fatica e la sofferenza. I loro volti caricaturali, dai lineamenti spigolosi, che accentuano i difetti, sono maschere velate di ironia, ma capaci di raggiungere anche momenti di grande intensità lirica e tenerezza, quando l’autore si concentra su scene romantiche di amore al di là del tempo e dei canoni estetici. Il linguaggio è diretto e autentico, l’atmosfera fiabesca, nonostante l’uso di blu e marroni foschi, e sempre dominata dalla magia del sorriso.
Le sue opere si contraddistinguono per il realismo e la forte carica ironica e rappresentano scene di ordinaria normalità tipiche della Romagna rurale della metà del Novecento (al bar con gli amici, a spasso in bicicletta, a guardar la luna con l’innamorata). L’arte di Buratti nasce, infatti, dai ricordi e dalle radici, dal periodo dell’infanzia vissuto in campagna, in mezzo ai contadini, a contatto con la gente umile e operosa. Esperienze che hanno lasciato in lui sentimenti vivi e profondi, che egli cerca di condividere con lo spettatore.
I suoi dipinti, che possono essere definiti quasi delle vignette su tela, hanno come protagonisti persone genuine e popolari, molte volte ritratte in situazioni divertenti o in pose bizzarre, che ci raccontano con fare giocoso la quotidianità e i piaceri più semplici, rifuggendo la fatica e la sofferenza. I loro volti caricaturali, dai lineamenti spigolosi, che accentuano i difetti, sono maschere velate di ironia, ma capaci di raggiungere anche momenti di grande intensità lirica e tenerezza, quando l’autore si concentra su scene romantiche di amore al di là del tempo e dei canoni estetici. Il linguaggio è diretto e autentico, l’atmosfera fiabesca, nonostante l’uso di blu e marroni foschi, e sempre dominata dalla magia del sorriso.
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