di Giulia Smeraldo

L'idea della trasformazione, del riuso, del recupero è quanto di più
duttile ci sia: il principio di base è che non occorre produrre continuamente
altro ma è possibile rinvigorire ciò che c'è eliminando del tutto la logica
dell'usa-e-getta, abbondantemente praticata dalla cultura consumistica. Ma non
è solo questo: «sottrarre allo scarto definitivo e prolungare la vita di ciò
che pareva aver concluso il suo ciclo vitale ed economico è atto poetico per
eccellenza»¹.
Alberto Garuffio, Emiliano Rubinacci, Zelimir Baric, Emanuele Alfieri, Angelo Laconte, Thomas Berra, sono solo alcuni dei nomi che ritroviamo insieme a mostrarci l’altro lato dello specchio del mondo, in una mostra che si è tenuta in un discount che stava per essere demolito nel 2008².
Questi artisti osservano attentamente ogni particolare del mondo e ogni vecchio oggetto, pure il più ordinario, conserva tracce del passato: registra pensieri, emozioni e desideri di chi l'ha posseduto. Per dirla con la Bennett «per un artista utilizzare un reperto che ha i segni dell'uso significa evidenziare lo stratificarsi dell'esperienza e parlar del tempo, della vita che scorre, della transitorietà. Significa appropriarsi di una storia e immettere nell'opera un senso d'identità personale. Il riciclo assume così valenza metaforica: il senso di perdita, abbandono, poi di rinascita e rigenerazione è un ciclo che queste opere ci invitano a riscoprire».
Alberto Garuffio, Emiliano Rubinacci, Zelimir Baric, Emanuele Alfieri, Angelo Laconte, Thomas Berra, sono solo alcuni dei nomi che ritroviamo insieme a mostrarci l’altro lato dello specchio del mondo, in una mostra che si è tenuta in un discount che stava per essere demolito nel 2008².
Questi artisti osservano attentamente ogni particolare del mondo e ogni vecchio oggetto, pure il più ordinario, conserva tracce del passato: registra pensieri, emozioni e desideri di chi l'ha posseduto. Per dirla con la Bennett «per un artista utilizzare un reperto che ha i segni dell'uso significa evidenziare lo stratificarsi dell'esperienza e parlar del tempo, della vita che scorre, della transitorietà. Significa appropriarsi di una storia e immettere nell'opera un senso d'identità personale. Il riciclo assume così valenza metaforica: il senso di perdita, abbandono, poi di rinascita e rigenerazione è un ciclo che queste opere ci invitano a riscoprire».

Bisogna iniziare a percorrere una nuova strada, una strada pulita che
porti la partecipazione cittadina ad essere il punto focale di ogni iniziativa
politica insieme al mondo dell’arte, quale promotore di una nuova, ma ricca di
rimandi, visione del mondo.
Immagini:
1. Emiliano Rubinacci, Istallazioni Temporanee, 2008
2. P.I.L. Prodotto interno losco, installazione per èxpo S-OLDOUT - mostra d’arte VISIONI D’ARTE
CONTEMPORANEA, Limbiate 22 maggio-20 giugno 2008 Milano.
Progetto Installazione: Alberto Garuffio
Realizzazione prodotti: Emiliano Rubinacci, Zelimir Baric, Alberto
Garuffio,Emanuele Alfieri, Angelo Loconte,Thomas Berra, Simone Pugliese, Miriam
Secco, Claudio Caiazza, Marco Rossi e Matteo Zinesi, Raffaele Collu.
¹ Anna Bennett, Velvet, supplemento
mensile di Repubblica, 28 Agosto 2007.
² Sold-Out: Urban Art and Recycling Style, Limbiate-Milano, 22 maggio-20
giugno 2008; Catalogo della mostra a cura di Chiara Canali, Silvana Editore
2008.
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