Comunicato stampa
Sabato 24 novembre 2012, alle ore 19.00, presso la Galleria Spaziosei
di Monopoli, via S. Anna 6, sarà inaugurata la mostra Tensione verso la forma, a cura di Lorenzo Madaro e Mina Tarantino:
“Una tensione verso la forma, intesa come capacità di trasfigurazione della
materia e di approdo allo svelamento di un senso interno, attraversa i
territori dell’arte italiana nell’arco di oltre cinquecento anni, costituendo
così il filo rosso capace di dare identità all’immagine italiana” (Achille Bonito
Oliva, Il tallone di Achille, 1988).
«Nel concepire una mostra corale di artisti di area pugliese
– alcuni residenti altrove da tempo – di varie generazioni, tra maestri
consolidati della ricerca sperimentale e giovani presenze con Mina Tarantino
abbiamo deciso di confrontarci su una traccia essenziale che continua a marcare
indagini di varie ascendenze culturali, orientandosi specialmente sul fronte della
pittura e della scultura», scrive in catalogo il critico d’arte Lorenzo Madaro:
«abbiamo così prediletto un dialogo dichiarato tra immagine e astrazione,
rigore minimale e esplosione materiche, sempre all’interno di quel processo di
tensione verso la forma che invade le superfici e sfonda i margini della
rappresentazione per giungere al suo stesso grado zero. Documenta una
performance di alcuni anni fa la fotografia contenuta in un box retroilluminato
di Giuseppe Bellini: un corpo avvolto da membrane transgeniche evidenzia
probabilmente l’interesse verso una dimensione ibrida e mutante dell’esistenza.
Uccio Biondi recupera il disegno, associandolo a zapping pittorici e a inserti
fotografici, esortando così a riflettere sull’immagine e sulle sue declinazioni
sociologiche. Ieratica appare la donna effigiata da Mario Di Candia, modellata
prelevando particolari e fisionomie dalla plastica arcaica e da certa
tradizione popolare meridionale, ma sempre riconoscibile nella sua atemporale
caratterizzazione. Miki Carone preleva, con l’ironia che contrassegna la sua
ricerca, i gusci dei frutti del mare di Polignano, per reinventarli e comporre
dal loro assemblaggio un grande fiore. Claudio Cusatelli predilige invece
l’auto rappresentazione, mediata dall’immagine della sua impronta digitale,
dove i ghirigori grafici propongono sempre nuovi percorsi visuali della mente.
Severa appare l’installazione di Emilio D’Elia, che stempera
l’aurea totemica di una massa antropomorfa, approdando a un contrasto cromatico
netto, tra blu intensi e contraccolpi dorati che lo riportano idealmente nella
sua Puglia, dopo la pluridecennale permanenza parigina.
La grammatica pittorica e l’attenzione verso oggetti in
apparenza ordinari rivelano una simbologia alchemica nella ricerca di Piero Di
Terlizzi, che propone una tensione sottile tra geometrie del quotidiano e forme
dell’immaginazione e del mito (in questo caso riferite al Filo di Arianna), sempre all’interno di quel suo lungo discorso
concettuale che l’ha sempre visto coerentemente schierato dalla parte della
pittura. Distante dall’attenzione verso iconografie universali, con chiari
accenti politici e antropologici, della sua ricerca passata, Fernando De
Filippi da circa un decennio ricostruisce attentamente profili di palme
esotiche o di alberi della sua memoria privata (quelli della periferia
milanese), recuperando – ma lui invero non l’ha mai tralasciata – una pratica
raffinata del disegno e della pittura. La tensione verso la forma di Giulio De
Mitri è indirizzata invece verso immagini custodite in teche illuminate, che
preservano intatta l’identità giovane e fragile dell’angelica figura effigiata.
La luce che emana l’opera rivela ispirazioni ascetiche.
La palpabile voluttà delle forme plasmate da Iginio Iurilli
è associata, ancora una volta, a un afflato scultorio arcano, che evidenzia la
rielaborazione meditata delle forme della natura mediterranea e della
sensualità muliebre. In contesti fiabeschi fluttuano le anonime figure dipinte
da Sandro Marasco, che manifestano una dicotomia netta tra la muta vitalità del
movimento e l’esplicita condizione di segregazione subacquea in cui dimorano
inesorabilmente. Sembra decantare l’importanza della riflessione solitaria
l’opera in mostra di Franco Menolascina, invitando il fruitore a una
concentrazione armonica e incolume, sull’esempio della figura ritratta.
Una tensione vitalistica verso la pittura contrassegna
invece il lavoro più recente di Alessandro Passaro, in cui l’impronta
aggressiva, tra orme cromatiche e materia, non tradisce però quella sua
costante attenzione verso la rappresentazione, attenta ai momenti di
un’apparentemente banale quotidianità.
Francesco Sisinni propone grandi masse di persone che oziano
su una spiaggia assolata, a margine di situazioni di sfruttamento e
desolazione, rivelando così nei patterns le profonde contraddizioni di questo
tempo. L’omino di Giuseppe Sylos Labini rivela una tensione sospesa e
riflessiva di un uomo solo con se stesso. Sul lato opposto pare muoversi
Natalino Tondo, quasi alla ricerca del grado zero della rappresentazione, che
rammenta le lunghe dissertazioni concettuali degli anni Settanta e Ottanta,
chiudendo così il percorso espositivo con sovrapposizioni minimali di fogli di
carta colorata.
Emerge pertanto un panorama per forza di cose parziale, ma
estremamente diversificato, che ribadisce la validità di quanto espresso nel
1988 da ABO e lascia naturalmente aperti nuovi spiragli, per nuove definizioni
critiche».
Mostra: Tensione verso la forma
Genere: collettiva
Periodo: 24 novembre 2012 - 05 gennaio 2013
Sede: Galleria Spaziosei, Via S. Anna, 6 - Monopoli (BA)
Catalogo: in galleria
Orario galleria: da martedì a sabato, ore 17.30 - 20.30
Patrocini: Regione Puglia, Provincia di Bari, Città di
Monopoli.
Artisti in mostra: Giuseppe Bellini, Uccio Biondi, Miki
Carone, Claudio Cusatelli, Fernando De Filippi, Emilio D’elia, Giulio De Mitri,
Mario Di Candia, Piero Di Terlizzi, Iginio Iurilli, Sandro Marasco, Franco
Menolascina, Alessandro Passaro, Francesco Sisinni, Beppe Sylos Labini,
Natalino Tondo
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