lunedì 18 gennaio 2016

Nasce il Comitato Giovani della Commissione Nazionale Italiana per l'UNESCO

di Carlo Maria Nardiello


«Con tutta la gente che muore chi se ne frega dell’arte. Ma sbagliano! Perché è per questo che noi combattiamo: per la nostra cultura e per il nostro stile di vita. Puoi sterminare una generazione di persone, radere al suolo le loro case, troveranno una via di ritorno. Ma se distruggi i loro conseguimenti e la loro storia è come se non fossero mai esistite, solo ceneri che galleggiano…».
Le parole pronunciate da George Stout, storico dell’arte e tenente dell’esercito degli Stati Uniti d’America durante il secondo conflitto mondiale, fanno riferimento alla missione di salvataggio e ripristino dell’immenso patrimonio artistico depredato dai nazisti durante l’occupazione dell’Europa. 
Dopo più di mezzo secolo tali parole appaiono incredibilmente attuali: ogni giorno assistiamo inermi a sacrifici umani in nome di questa religione o quella tradizione; le radici culturali salde e forti della vecchia Europa spaventano più degli eserciti d’oltreoceano; le conquiste di libertà e bellezza-senza-fine fanno invidia a chi non ne coglie l’immane potenziale. 
In un contesto internazionale così agitato e terrorizzato, da alcuni giorni si può intravedere uno spiraglio di luce e possibilità: il Comitato Giovani della Commissione Italiana per l’UNESCO. Fortemente voluto da un gruppo di ex stagisti e delegati della CNI Unesco, obiettivo primario è «sviluppare le priorità dell’UNESCO nel campo dell’educazione, scienza, cultura e comunicazione», come riportato nell’articolo 2 dello statuto ufficiale. 
In ogni regione d’Italia, tramite avviso pubblico, è stato costituito un Comitato composto da dieci giovani di età compresa dai 25 ai 35 anni, provenienti dal mondo universitario, dell’informazione, della ricerca e di tutte quelle attività direttamente connesse ai territori di provenienza. La mission è quella di coinvolgere la società civile in iniziative culturali e promozionali, con lo scopo di saldare ulteriormente i legami tra la cura del patrimonio e l’aggiornamento scientifico e la divulgazione ad ampio raggio. 
Promozione. Sviluppo. Partecipazione: sono queste le key words che sottendono un lavoro che si presenta a lungo termine, lontano dal consumarsi in occasionali e sporadiche manifestazioni. 
“Combattere” per la cultura e per la Storia, quella con la maiuscola di manzoniana memoria, consentirà di proseguire idealmente il lavoro di tanti uomini e donne che negli anni, nei decenni, nei secoli hanno lasciato in eredità un patrimonio ineguagliabile: l’Italia.

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