venerdì 20 luglio 2018

Riapre ai turisti il Teatro romano di Ercolano: tra storia e curiosità

di Fabiana Pizzulli

Il primo edificio in assoluto ad essere scoperto tra quelli dei paesi che furono sepolti dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. riapre al pubblico, su prenotazione e prevendita.

Panorama scavi di Ercolano
Il Teatro di Ercolano venne costruito in un’area nei pressi del foro durante la prima fase dell’età augustea, per volere del duoviro Annius Mammianus Rufus; poteva contenere circa 2500 persone ed al suo interno venivano interpretate commedie e satire. Nel 79 durante l’eruzione del Vesuvio, venne ricoperto da uno strato di ceneri, lapilli e fango, che solidificandosi produsse un solido strato di tufo, preservandolo nel tempo. 
Il percorso del Teatro è concepito come una vera e propria esplorazione: i visitatori possono avventurarsi in un luogo unico e suggestivo, in cui sono presenti reperti, graffiti, che alla luce delle fiaccole attraversarono nel XVIII e XIX secolo le gallerie e i pozzi creati per penetrare nelle viscere dell’antica Ercolano, e si potranno ammirare persino piccole stalattiti. 

Storia e struttura del teatro 

Si racconta che un bel giorno un contadino di Resina (Ercolano), Ambrogio Nocerino, soprannominato Enzechetta, mentre era intento a scavare un pozzo per irrigare il suo orto, notò affiorare dall’acqua alcuni pezzi di marmo e alabastro. Non sapendo che farsene, li liquidò a un marmoraro di Napoli che li ripose nella sua bottega. Essi furono subito notati da un aristocratico francese, il comandante della cavalleria austriaca, il quale, cercando decori di pregio per abbellire la propria residenza estiva sulla marina di Portici, comprò i marmi in questione e anche il campo del contadino. Fu così che nel 1709, cominciando proprio dal fondo del pozzo, il principe si mise a scavare cunicoli sotterranei alla ricerca di marmi pregiati. Dopo poco, si intercettarono i resti del Teatro dell’antica città di Ercolano. Questo fu oggetto di ricerche archeologiche che permisero di rilevare due statue, di cui una in bronzo, e molteplici pezzi di marmo policromo, colonne e capitelli, per abbellire la Reggia di Portici e altri edifici.

Pozzo scalinata

Per quanto riguarda la struttura del Teatro, il reticolo di pozzi borbonici rendono visitabile il monumento nelle sue parti essenziali: la cavea (le scale per l’accesso dei visitatori), l’orchestra e la galleria che consente di visitare il fronte scena alta circa 6 metri e lunga 23 metri. Nel cunicolo di accesso al pozzo scavato dal contadino soprannominato Enzechetta, è visibile l’impronta della testa-ritratto del proconsole romano Marco Nonio Balbo, onorato benefattore di Ercolano, che si staccò dal resto del torso per la violenza dell’eruzione. L’impronta è rimasta impressa nello strato di ceneri, lapilli e fango che solidificandosi, hanno prodotto uno strato di tufo vulcanico. Il busto con la testa di Balbo è esposto al Museo Nazionale di Napoli. Attraverso la scalinata realizzata dagli scavatori nel XVIII secolo, è possibile accedere al piano dell’orchestra ed ammirare il proscenio, salire sul pulpitum, cioè il fronte scena del teatro, e da qui osservare il pozzo di Enzechetta, dove lo scavo ebbe origine e visitare le due estremità del teatro, ovvero i tribunalia, le tribune di onore degli ospiti illustri e i magistrati che sulla sella curule assistevano agli spettacoli. Ritornati al proscenio, si può giungere ad un secondo ambulacro per la distribuzione del pubblico sulle gradinate. L’accesso al Teatro è consentito tramite una sala, realizzata nel 1750, e poi risistemata nel 1849 per permettere un agevole ingresso ai visitatori: al suo interno sono custodite fotografie delle varie mappe dell’edificio ed un plastico realizzato nel 1808.

Plastico del teatro romano di Ercolano
A differenza di Pompei, sepolta da ceneri e lapilli, Ercolano fu sommersa da una colata di fango alta fino a 25 metri che conservò al meglio ogni cosa, sigillandola. Ciò ha permesso una migliore conservazione degli edifici, quasi intatti, a differenza di quelli di Pompei. 
In un grande edificio di Ercolano, la cosiddetta Villa dei papiri, è stata scoperta addirittura una biblioteca. Gli scaffali di legno ospitavano numerosi rotoli di papiro contenenti per lo più opere letterarie, molte delle quali sarebbero andate altrimenti perdute.

Piante topografiche dell'antica Ercolano e dell'antica Pompei
Curiosità 

Numerosi oggetti rinvenuti durante gli scavi ci permettono di ricostruire quale era il rapporto degli antichi ercolanesi con le divinità venerate nel mondo antico. Naturalmente un posto di rilievo era riservato al mitico Ercole, l’eroe che secondo la tradizione avrebbe fondato la città di Ercolano. Nel foro doveva probabilmente trovarsi un tempio dedicato alle tre divinità più importanti per i romani: Giove, Giunone e Minerva, mentre un’ampia piazza porticata, era utilizzata per il culto in onore dell’imperatore e della sua famiglia. La vita degli antichi ercolanesi era scandita da numerosi rituali. Spesso non si riesce a distinguere la sfera sacra da quella laica, poiché ad esempio i giochi pubblici così come le rassegne teatrali, erano inserite nel programma delle feste dedicate agli dei o agli antenati. 

Appuntamenti estivi 

Ercolano Experience è un’esperienza visiva e sensoriale nell’area archeologica che si svolge nei mesi di Luglio, Agosto e Settembre. PAErco, Teatro Tour e Ercolano Experience fanno parte della programmazione Campania by Night che prevede aperture serali dei siti archeologici, proposta dalla Scabec, la società della Regione Campania che opera per la valorizzazione e promozione dei beni culturali.

Parco archeologico di Ercolano

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