giovedì 6 febbraio 2020

LA MECCANICA DEI MOSTRI DI CARLO RAMBALDI


L’interessantissima esposizione allestita presso la splendida cornice ottocentesca del   Palazzo delle Esposizioni in via Nazionale a Roma, contemporaneamente alle mostre Sublimi anatomie e Katie Couprie, mette in chiara evidenza l’intenso excursus professionale di uno dei più grandi produttori di effetti speciali cinematografici di tutti i tempi , ovvero il ferrarese Carlo Rambaldi , nativo , appunto della terra di Romagna nel 1925 ed attivo dal 1956 (costruzione di un enorme automa a forma di drago lungo ben sedici metri dal nome Fafner , utile per le riprese del film Sigfrido) per collaborare , poi , a produzioni del grande schermo di diffusione internazionale , quali King Kong (1976) , Alien (1979) ed E.T. (1982) , che gli valsero rispettivamente l’assegnazione di un prezioso Oscar per la sua validissima attività al servizio , in particolare , in questi tre casi , del cinema hollywoodiano a lui coevo. Nell’ambito della sua poliedrica attività , che comprese collaborazioni nell’ambito della pittura (in mostra in questi ultimi tre mesi in parte al Palazzo delle Esposizioni , dove sono stati messi in mostra , tra le altre cose , alcuni ritratti appartenenti ad una sua collezione privata) ed alla scultura , che sembra averlo facilitato nella creazione dei suoi celebri pupazzi cinematografici , Rambaldi in questo trentennio compreso tra la seconda metà degli anni ’50 e la seconda degli anni ’80 , fu particolarmente attivo , per quanto concerne l’ambito dell’effettistica speciale nel cinema , per l’appunto , oltreché nel trucco e negli effetti visivi , tutti aspetti specifici della cinematografia strettamente correlati tra di loro e , a sua volta , alla regia ed alla sceneggiatura , nella quale pare essere stato protagonista all’ interno di questo frangente temporale. L’artista ed effettista nostrano di importanza mondiale in questione , padre del meno noto Victor , altrettanto regista , sceneggiatore , oltreché scrittore ,  il quale e’ autore di un testo biografico strettamente attinente la nota attività del padre dal titolo “Carlo Rambaldi - una vita straordinaria” , edito da Ibs nell’anno 2013 , fu eccellente geometra ed allievo dell’Accademia delle Belle Arti di Bologna , dove apprese in maniera altrettanto degna di rilievo le arti plastiche , per l’appunto , finemente applicate al settore cinematografico ed alle singolari creature ideate dallo stesso grande Rambaldi senior. L’abilità nella pittura e nel disegno , in generale , gli servirono , senz’ombra di dubbio , per ideare i notevoli disegni delle sue creazioni , come gli stessi King Kong , ma pure Alien e l’altro personaggio da Oscar , E.T. l’extraterrestre , oltre agli automi utilizzati per la migliore esecuzione degli sceneggiati l’Odissea del 1968 , di Bava , Rossi e Schivazappa e le Avventure di Pinocchio del 1970 , di Luigi Comencini con Nino Manfredi e Gina Lollobrigida , il cui geniale burattino meccanico è stato giustamente esposto in mostra in questi mesi dell’esposizione , ma anche le orride ed impressionanti creature che gli hanno consentito di girare in maniera esemplare capolavori dell’horror internazionale come La bambola assassina , uscito , come King Kong in più episodi , e il clamoroso successo cinematografico di Dario Argento Profondo rosso del 1975. Altro non è stato , poi , Rambaldi , che il precursore della successiva attività altrettanto interessante del gruppo factory Makinarium , seguaci e continuatori della sua più che pregevole opera in ambito cinematografico , capaci di creare figure mostruose come la pulce od il cuore del drago del Racconto dei racconti di Matteo Garrone del 2015 , recente successo cinematografico dello stesso regista del film tratto dal best- seller di Roberto Saviano Gomorra del 2008 e del Pinocchio con Roberto Benigni , Rocco Papaleo e Massimo Ceccherini , in questi giorni di festività natalizie nelle sale cinematografiche di tutta Italia. Alcune delle creazioni degli stessi Makinarium sono presenti a conclusione di questa ricca e singolare esposizione romana , caratterizzata da numerosi pezzi dotati di tanto interesse e particolarità.                                               
                                               
                                                               Dario Aprea                                                                                       





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