martedì 1 settembre 2020

IL BRANCO DEI CENTO LUPI DI “WOLVES COMING” DI LIU RUOWANG A NAPOLI

IL BRANCO DEI CENTO LUPI DI “WOLVES COMING” DI LIU RUOWANG A NAPOLI di Dario Aprea





Il particolarissimo ed estroso branco composto da 100 lupi ferrei di pregevole manifattura artistica , tutti delle stesse dimensioni e dello stesso peso , esposto come installazione tra il cuore della piazza napoletana del Municipio e la  zona antistante Castel Nuovo , monumento storico della città di Napoli , prediletto da questo genio dell’arte contemporanea cinese ,  nativo del 1977 , messo in opera nel pieno centro storico della città partenopea dal bravo artista cinese Liu Ruowang ,  a partire dal 14 novembre 2019 fino al 31 maggio 2020 scorso , ha sorpreso di recente sia Il pubblico propriamente napoletano , sia i visitatori esterni al capoluogo campano , di passaggio per quello che è , senza dubbio , uno dei più interessanti centri storici d’Italia , dichiarato dall’Unesco Patrimonio dell’umanità dal 1995. Il messaggio che l’estroso autore asiatico ha voluto dare , mettendo in scena quest’enorme branco di lupi artistico dell’installazione “Wolves coming”, questo è il nome dell’opera d’arte o , meglio della mostra scultorea del Ruowang che ha , per l’appunto , come scenario , una parte del centro napoletano è , senz’altro , quello della difesa dell’uomo dalla natura e da un virus che , già al momento dell’ideazione della sua stessa istallazione artistica , incombeva non soltanto sulla terra d’origine del suo medesimo progettatore. Inoltre , l’artista cinese ha voluto far riflettere , con questa sua complessa opera d’arte di ubicazione napoletana , anche sugli eccessi del progresso della nostra società, così fortemente globalizzata e fluida , tramite di una continua moltiplicazione perenne della sua identità, internamente a dimensioni sia virtuali che reali. Altra particolarità di questa singolare installazione di produzione cinese , messa in opera su uno dei piu’ prestigiosi e fertili terreni artistici del nostro Meridione d’Italia,è anche la sua fruibilità totale nella complessità delle sue varie componenti , nel senso , per esempio, che l’opera in questione può essere cavalcata dai suoi visitatori sul dorso dei singoli animali ferrei , anche se su questo discorso della fruibilità ha trovato da obiettare lo stesso artista cinese , nel momento in cui sono stati trovati pitturati a sfregio alcuni di questi lupi situati sotto le finestre del Municipio napoletano. Piccolo incidente di percorso , che il geniale artista cinese ha dovuto , purtroppo , constatare , nel corso di questa bellissima opera napoletana en plein air.  Al centro di questa complessa scultura vivente , in piena simbiosi con l’ambiente che la circonda e le fa da scenario , vi è un impettito guerriero armato ed in posizione d’attacco ,  tuttavia impotente di fronte all’aggressività dei cento lupi ferrei. Tutte assieme , queste componenti dell’opera  , rappresentano l’allegoria della decisa risposta della natura alle distruzioni apportate dall’uomo sulla Terra , all’ interno di un vero e proprio processo di antropizzazione ambientale. L’opera , accolta con grande vivacità soprattutto dalla componente giovanile dei visitatori che l’hanno accolta in questi mesi posti a cavallo tra 2019 e 2020 , e’ emblematica , in altre parole , del burrascoso rapporto in atto tra il guerriero centrale , armato di tutto punto , personificazione del virus che , al giorno d’oggi , affligge il mondo , ed , appunto , la risposta della natura , altrettanto feroce ed aggressiva , rappresentata , invece , dai cento lupi. C’è tutta una filosofia di vita dell’artista ,  dunque , dietro l’esistenza della stessa opera di Ruowang , promossa ,  in tutto il suo splendore , da Matteo Lorenzelli e dall’ Assessorato alla Cultura e Turismo del Comune di Napoli nella suddetta parte dello stupendo centro storico napoletano, con la collaborazione di Mulot , artista e promotore culturale , predominata da questo intenso quanto contrastato rapporto tra uomo e natura , entrambi afflitti dal virus imperversante di questi tempi nella nostra società odierna e proveniente proprio dalla lontana Cina.  

                                                                                                                       

  Dario Aprea  

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