di Rosanna d'Erario
A vent’anni dalla morte di Gianni Versace, il Museo Archeologico di Napoli celebra il genio della moda, tra i più grandi stilisti del Novecento che ha scritto uno dei capitolo più belli del made in Italy.
Poco più che ventenne, Versace arriva a Milano da Reggio Calabria portando con sé il suo sud, il profumo intenso di classicismo con cui era cresciuto e che ha influenzato tutta la sua carriera artistica, partendo dal logo stesso della maison, una medusa inscritta in un cerchio con bordatura greca. Nella mitologia greca, infatti, la medusa era una delle tre Gorgoni, fanciulla bellissima che seduceva gli uomini con uno sguardo, un potere magnetico che ha dominato la filosofia del brand, chi sceglie Versace non può tornare indietro.
Fil rouge della mostra è appunto il rapporto di Versace con la Magna Grecia attraverso abiti, oggetti, video. Moda e archeologica insieme,dunque, un contrasto però quasi complementare come spiega la curatrice ed ideatrice della mostra Sabina Albano: "Mi ha ispirato la convinzione che le parole della moda possano leggere la storia. Il linguaggio della moda è per me un linguaggio storico, un codice che può decifrare tutto. Parlare di Gianni Versace e della Magna Grecia significa andare alle radici della nostra cultura. In fondo, sono un'archeologa con la passione della moda. Un abito degli anni '90 non è altro che un reperto, figlio di iconografie artistiche, anch'esso un pezzo di storia: la nostra".
Un rapporto simbiotico e di fusione tra due espressioni creative, costanti contaminazioni del passato che hanno dettato la rivoluzione stilistica di un artista che a distanza di vent’anni è ancora attuale.
Dialoghi/Dissing-Gainni Versace Magna Grecia Tribute è visitabile fino al 20 settembre 2017, una mostra per omaggiare “il sarto del Sud” come lui stesso amava definirsi.
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