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sabato 31 ottobre 2015

Giotto. L’Italia


di Rosanna D'Erario

Palazzo Reale apre le porte a Giotto, l’artista viaggiatore richiesto in tutta Italia, il protagonista assoluto del Medioevo italiano, colui il quale svolse nel processo di rinnovamento della pittura italiana un ruolo di eccezionale rilievo, parallelo a quello di Dante in poesia. Primato attestato dal riconoscimento che gli venne tributato dai contemporanei, come Cennino Cennini alla fine del Trecento – «rimutò l'arte del dipingere di greco in latino e ridusse al moderno» – alludendo al superamento degli schemi bizantini verso una nuova visione dei volumi e dello spazio che anticiperà i valori dell’Umanesimo.
Dallo scorso 2 settembre e fino al 10 gennaio 2016 è possibile quindi ammirare a Milano grandi capolavori di Giotto, un corpus di 13 opere prevalentemente su tavola.
Importanti prestiti da musei italiani ed internazionali, come il Polittico Baroncelli concesso per l’occasione dalla chiesa di Santa Croce di Firenze e per la prima volta ricongiunto temporaneamente con la sua cuspide rappresentante il Padre Eterno conservata nel museo di San Diego in California, polittico rimasto in situ per quasi sette secoli. Colpisce la squillante gamma di colori, giocata su simmetrie cromatiche e rimandi di toni accesi. Da notare la dettagliata riproduzione di strumenti che ci riporta all’amore di Giotto per la realtà.
Una mostra emozionante con capolavori per la prima volta riuniti sotto la stessa sede espositiva, un omaggio all’artista che ha condotto l’arte italiana sul cammino del Rinascimento.


lunedì 3 maggio 2010

I colori di Giotto. La Basilica di Assisi tra restauro e restituzione virtuale

Comunicato stampa

Nell’VIII Centenario dell’Approvazione della Regola di San Francesco, la città di Assisi e la Comunità francescana conventuale del Sacro Convento promuovono uno straordinario evento dedicato a Giotto e agli affreschi della Basilica di San Francesco. Saranno messi in evidenza aspetti finora ignoti della sua pittura anche grazie alle più moderne tecnologie, che ci consentono di recuperare con il restauro le opere originali e, dove non è possibile, di restituirle in forma virtuale. L’iniziativa, che si svolgerà fino al 5 settembre 2010 nella Basilica di Assisi e a Palazzo del Monte Frumentario, è curata da Giuseppe Basile, a cui si deve uno straordinario lavoro di restauro e di ricerca, grazie al quale è oggi possibile realizzare questo grande evento.
Il progetto comprende innanzitutto il restauro dei dipinti murali di Giotto nella Cappella di San Nicola nella Basilica Inferiore, che è l’ultimo atto di una delle più importanti attività di restauro e di studio mai svolte in Italia. Dal tragico evento del terremoto del 1997, tutta la Basilica di San Francesco è stata infatti interessata da interventi strutturali e conservativi che hanno permesso di “vedere da vicino” uno dei più avvincenti capitoli della storia dell’arte dell’Occidente, dove hanno lavorato i maggiori pittori del Medioevo, tra cui Cimabue, Jacopo Torriti, Giotto e successivamente Pietro Lorenzetti e Simone Martini. In realtà la presenza di Giotto, documentata nel 1309, lascia ancora aperti alcuni interrogativi, ad esempio sui suoi aiuti o sul tempo in cui è rimasto ad Assisi, che gli esiti del restauro potrebbero contribuire a sciogliere, dato che siamo in presenza di una pittura di qualità altissima e di un committente particolarmente importante.
Il cantiere di restauro è aperto ai visitatori, che potranno salire sui ponteggi, seppure in gruppi contingentati, per ammirare da vicino “i colori di Giotto” e la sapiente attività dei restauratori coordinata da Sergio Fusetti, con l’ausilio di una audioguida in più lingue inclusa nel biglietto. La direzione dei lavori del cantiere di restauro è a cura di Vittoria Garibaldi, Soprintendente per i Beni Storici Artistici e Etnoantropologici dell’Umbria.
Dalla Cappella di San Nicola i visitatori potranno salire nella Basilica Superiore per ammirare le Storie Francescane, lungo tutte le pareti della navata e da qui raggiungere, a pochi passi, il trecentesco Palazzo del Monte Frumentario, da poco restaurato, per approfondire la conoscenza di quelle 28 scene che compongono uno dei cicli pittorici più importanti di tutta la storia dell’arte.
In quegli ambienti sarà infatti allestita una mostra “virtuale”su Giotto com’era, che offrirà ai visitatori la possibilità di conoscere l’aspetto originale delle Storie di San Francesco della Basilica Superiore, ricostruite grazie agli studi di un’équipe dell’Istituto Centrale del Restauro diretta da Giuseppe Basile ed alla maestria di Fabio Fernetti. In un unico spazio che ricorda, seppure in dimensioni ridotte, la Basilica Superiore, gli affreschi saranno presentati nel loro aspetto originario prima delle alterazioni che il tempo e le vicende storiche hanno fatalmente favorito.
L'originale impiego di tecniche fotomeccaniche, digitali e di intervento pittorico manuale, ha reso possibili effetti molto vicini a quelli di una pittura su muro.
Se l’intervento sui dipinti di S. Nicola (pensato come un “cantiere aperto”) è un esempio di “recupero fisico” di un’opera d’arte, gli allestimenti che saranno realizzati al Monte Frumentario costituiscono il primo esempio in assoluto di un “recupero virtuale” di un ciclo pittorico condotto alla luce di ricognizioni specialistiche dell’opera.
Per rendere ancora più interessante la restituzione delle Storie francescane, grazie alle tecnologie digitali di HALTADEFINIZIONE gli affreschi virtuali saranno messi a confronto con il loro aspetto attuale, disponibile in una serie di schermi con touch screen disposti in corrispondenza di ogni gruppo di scene.
L’affresco dedicato alla Conferma della Regola di san Francesco da parte di papa Innocenzo III, scelta come immagine guida dell’evento per la ricorrenza del suo VIII centenario, sarà riproposta in scala reale.
In una specifica sezione dell'allestimento sarà inoltre possibile entrare virtualmente all'interno dell'affresco, la cui scena, tradotta in tre dimensioni, viene drammatizzata: i personaggi si animano e dialogano, con Innocenzo III che accoglie Francesco ed i suoi discepoli e ne approva la Regola: un'applicazione di realtà virtuale che consente una immersione sensoriale. I visitatori potranno infatti interagire all'interno dello spazio virtuale in modo semplice e naturale, con il solo movimento del corpo. Una seconda installazione virtuale viene dedicata all'indagine spaziale e prospettica dell'immagine giottesca, in rapporto con quanto la sua resa tridimensionale mette in luce. Il Progetto è ideato e coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, a cura di Eva Pietroni e Francesco Antinucci.
La mostra sarà infine completata da una sezione dedicata alla tecnica dell’affresco e dalla proiezione di un filmato dedicato ai restauri della Basilica realizzato da Artmediastudio.
Un unico biglietto consentirà l’ingresso nel cantiere di restauro della Cappella di San Nicola e negli spazi espositivi del Monte Frumentario. Con lo stesso biglietto sarà inoltre possibile visitare, lungo la stessa Via San Francesco, il Palazzo Vallemani, sede della Pinacoteca Civica, dove si conservano alcuni straordinari affreschi staccati di Giotto e degli artisti assisiati che hanno lavorato nel cantiere della Basilica.
Per l’occasione, sempre a Palazzo Vallemani, sarà allestito un nuovo percorso didattico dedicato al cantiere medioevale e alla tecnica dell’affresco.
I Colori di Giotto è un iniziativa promossa dal Comune di Assisi con la collaborazione del Sacro Convento, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali attraverso la Direzione Regionale, le Soprintendenze dell’Umbria competenti e l’Istituto Superiore per la Conservazione ed il Restauro, la Regione Umbria e il Consiglio Nazionale delle Ricerche, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e il coordinamento organizzativo di Civita. Il Catalogo è edito da Silvana Editoriale.
La mostra “virtuale” al Monte Frumentario, il restauro in Basilica e il percorso didattico nella Pinacoteca civica si collocano all’interno del Programma triennale di eventi e mostre, promosso dal Comune di Assisi, per celebrare la nascita dell’arte pittorica intorno al cantiere della Basilica di san Francesco e alla figura di Giotto, nell’VIII centenario della fondazione dell’Ordine francescano. Un programma che si pone in una grande prospettiva che ha come traguardo la candidatura di Assisi come Capitale Europea della Cultura nel 2019.
Il progetto si avvale di un prestigioso Comitato scientifico, presieduto da Antonio Paolucci e composto da Giuseppe Basile, Roberto de Mattei, Anna Di Bene, Sergio Fusetti, Vittoria Garibaldi, Elvio Lunghi, Enrica Neri Lusanna, Padre Luigi Marioli, Serena Romano, Enrico Sciamanna, Francesco Scoppola, Alessandro Tomei e Alessandro Delpriori (segretario).
Nell’ambito delle stesse manifestazioni il Comitato scientifico e gli enti promotori stanno lavorando ad un nuovo appuntamento, nel 2011, rappresentato da una grande mostra dal titolo GIOTTO E ASSISI. Il cantiere della Basilica e l’arte in Umbria tra Duecento e Trecento, che sarà allestita di nuovo in Basilica e a Palazzo del Monte Frumentario. Grazie ad un ponteggio appositamente allestito sarà resa possibile la visita ravvicinata delle Storie Francescane di Giotto in corrispondenza della prima campata della Basilica Superiore (A tu per tu con Giotto).
Contestualmente sarà realizzato un percorso espositivo di grande suggestione composto da circa 80 prestiti italiani e internazionali e centrato sulla presenza del pittore fiorentino ad Assisi, dai possibili esordi duecenteschi delle storie dell’Antico Testamento e di San Francesco, fino alla grande decorazione della Basilica Inferiore. Intorno a Giotto la mostra documenterà la straordinaria stagione artistica che vive l’Umbria a cavallo tra il XIII ed il XIV secolo.
Sarà infine realizzata per l’occasione una segnaletica permanente nel territorio comunale di Assisi che consenta di percorrere un itinerario completo delle opere di Giotto e di quelle che si possono collegare più ampiamente alla sua presenza nel cantiere della Basilica tra Duecento e Trecento.

Titolo: I colori di Giotto. La Basilica di Assisi tra restauro e restituzione virtuale
Sede: Basilica di San Francesco e Palazzo del Monte Frumentario, Assisi
Date: 11 Aprile - 5 Settembre 2010
Orari:
Palazzo del Monte Frumentario:
tutti i giorni dalle 10.00 alle 19.30. Ultimo ingresso alle ore 19.00.
Cappella di San Nicola:
dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 18.30,
sabato dalle 9.30 alle 16.30, domenica dalle 13.30 alle 16.30

lunedì 22 giugno 2009

Roberto D'Oderisio. Un giottesco alla corte angioina

di Gianmatteo Funicelli

L’artista annunciato nella piccola iscrizione dell’opera trecentesca, fa riferimento ad un tale Roberto d’Oderisio, una figura artistica già citata in un documento della cancelleria napoletana del 1330 come “familiaris et magister pictor noster” su istituzione di Roberto I d’Angiò. Questa testimonianza esprime con chiarezza la promozione sociale dell’artista nel mondo della nobiltà tardomedievale in veste di puro “familiare” della corte angioina. Ascesa sociale, quindi, ma anche concreto ruolo di artista, viste le maestose doti compositive.
L’acme pittorica del magister napoletano appartiene ad un tardo Trecento, in cui si inserisce anche la scarsamente nota Crocifissione ebolitana. Dopo l’intervento nella Cappella Major di Castel Nuovo a Napoli, il maestro di lezione giottesca rivela un linguaggio incline alle scene di Passione, tra cui predilige il “Cristo sulla Croce”. Risultati del tutto rivelativi si esprimono difatti sulla commissione nel Convento di San Francesco ad Eboli (SA), in un periodo di realizzazione tra il 1350 ed il 1360 ca.
Nelle oscillazioni documentarie e nella precarietà di giuste attribuzioni, la critica di inizio novecento affermò la Crocifissione di ascendenza cavalliniana, ma le affinità giottesche rivendicano giuste indicazioni ed analogie iconografiche del tutto significanti atte a chiarirne la lezione: il tema della Crocifissione di Berlino, e quella di Strasburgo, ad esempio, in cui i gruppi astanti vengono tagliati ed inquadrati in modo da sembrare maggiormente affollati; il rapido soccorso degli angeli dai volti urlanti e straziati si riconduce al più noto Compianto sul Cristo morto della Cappella Scrovegni.
Il gusto del dramma viene enfatizzato da Roberto sullo schema dello svenimento della Vergine e sui volti di Giovanni e della Maddalena, marcati da un incisivo tono chiaroscurale. Il profuso decorativismo si evidenzia nelle ricche punzonature delle aureole (a motivi diversi tra loro) e nei panneggi fortemente animati. Il Cristo come trofeo del dolore, si presenta nella solida morte sul legno nero della croce. La figura in atto di devozione ai piedi dello scenario potrebbe essere interpretata come un committente appartenente allo stesso ordine del Complesso Conventuale.
La cornice della tavola potrebbe riferire una prima appartenenza dell’opera ad un polittico (di cui poi è stata quasi sicuramente resecata la cimasa). L’iscrizione posta sull’angolo sinistro recita fieramente la paternità artistica del maestro: “HOC OPUS PINSIT ROBERTUS DE ODORISIO DE NEAPOLI”. L’opera appartiene tuttora alla quadreria del Museo Diocesano di Salerno (attualmente inagibile per lavori di manutenzione). Attualmente la tavola campeggia in una delle sale dell’evento “Giotto e il Trecento” presso il Vittoriano a Roma sino al 29 Giugno 2009.

giovedì 26 marzo 2009

Giotto e il Trecento

“Il più Sovrano Maestro stato in dipintura”

Nell’ultimo decennio, alcune importanti esposizioni hanno affrontato aspetti specifici della vicenda artistica di Giotto, legati a singole opere o a problemi critici di ambito regionale, come nel caso di Bologna, Lombardia e, naturalmente, Firenze; a oltre settanta anni dalla famosa esposizione allestita agli Uffizi e dedicata al grande maestro fiorentino ed alla pittura in Italia tra fine Duecento e prima metà del Trecento, si è ora avvertita, però, l’esigenza di ripercorrere con strumenti critici moderni e nella sua interezza il percorso figurativo giottesco, delineando nel contempo le caratteristiche del contesto culturale da cui esso prese le mosse e si sviluppò.
La mostra, infatti, presenta una ricostruzione analitica della situazione artistica italiana tra l’ultimo decennio del XIII secolo e la prima metà del XIV secolo, seguendo il tracciato degli spostamenti di Giotto nella Penisola ed analizzando le sue innovative soluzioni figurative. La novità e l’originalità della mostra consistono essenzialmente nel fatto che per la prima volta si intende documentare con ampiezza inedita e con opere di altissima qualità lo snodo cruciale dell’arte trecentesca, includendo gran parte del territorio italiano e presentando una panoramica mai tentata in precedenza di tutte le declinazioni stilistiche e formali della lezione giottesca.
Artista-simbolo dell’intero Medioevo, Giotto conobbe particolare e vastissima fama anche presso i propri contemporanei, come testimoniano le numerosissime citazioni e trattazioni che lo riguardano, presenti in fonti letterarie e documentarie sin dai primi decenni del Trecento. La sua personalità artistica fu unanimemente riconosciuta, già dagli intellettuali del tempo, come momento di snodo della cultura pittorica occidentale, in un’ottica anticipatrice dei valori formali, ma anche ideali, del Rinascimento. Giotto può essere a tutti gli effetti considerato il primo pittore “italiano”, in parallelo con il ruolo svolto da Dante Alighieri nella formazione della nuova lingua nazionale.
Il nucleo davvero originale della mostra è anche la dettagliata ricostruzione dei percorsi giotteschi e della svolta impressa dalle sue opere alle tradizioni e alle scuole pittoriche dei luoghi dove il Maestro lasciò le proprie opere; opere, in qualche caso completamente scomparse, ma idealmente ricostruibili non solo attraverso le fonti scritte, ma, soprattutto, grazie agli echi che se ne riscontrano nella pittura dei maestri locali.
In quest’ottica le regioni italiane interessate saranno, oltre naturalmente alla Toscana, l’Umbria, le Marche, l’Emilia Romagna, il Veneto, la Lombardia, il Lazio, la Campania, proprio per testimoniare la dimensione nazionale del fenomeno figurativo giottesco.
In oltre cinquant’anni di attività, infatti, Giotto fornì temi stilistici e, più in generale, argomenti di riflessione sulla funzione e la natura delle arti figurative, agli artisti suoi contemporanei e a quelli delle generazioni successive, tracciando nuovi percorsi i cui effetti saranno alla base, di lì a meno di un secolo, delle opere dei grandi maestri del Rinascimento. Temi come la rappresentazione tridimensionale dello spazio, il recupero del naturalismo dell’immagine e della figura umana, l’introduzione di una dimensione affettiva della pittura divennero, dopo Giotto, aspetti ineliminabili del dibattito artistico, come venne, con singolare rapidità, compreso anche dai maggiore letterati e poeti del Trecento, da Boccaccio a Petrarca.

Fonte: MiBAC

Giotto e il Trecento
“Il più Sovrano Maestro stato in dipintura”
Complesso del Vittoriano, Roma
Via San Pietro in Carcere (Fori Imperiali)
Fino al 29 giugno 2009
Costo del biglietto: 10,00 euro
Orari: dal lunedì al giovedì 9.30 – 19.30
venerdì e sabato 9.30 – 23.30
domenica 9.30 – 20.30
Telefono: 06/6780664