PLINIO MESCIULAM
Le firme dei maestri (1974) – 2006-2008
A cura di Pietro Bellasi
Testo di Pietro Bellasi
130 Pagine
Dimensioni: 22x24
ISBN: 978-88-202-1911-6
Prezzo di Copertina: euro 25,00
Presentazione del volume
Milano, Fondazione Antonio Mazzotta mercoledì 8 aprile 2009 ore 18 Intervengono: Renato Barilli, Pietro Belalsi e Gillo Dorfles
Le firme dei maestri (1974) – 2006-2008

Testo di Pietro Bellasi
130 Pagine
Dimensioni: 22x24
ISBN: 978-88-202-1911-6
Prezzo di Copertina: euro 25,00
Presentazione del volume
Milano, Fondazione Antonio Mazzotta mercoledì 8 aprile 2009 ore 18 Intervengono: Renato Barilli, Pietro Belalsi e Gillo Dorfles
Comunicato stampa
Il libro illustra l’ultima produzione di Plinio Mesciulam, poliedrico pittore genovese, protagonista del panorama artistico italiano dalla fine degli anni Quaranta.
Nato nel 1926, a 24 anni partecipa alla V Quadriennale di Roma accanto, tra gli altri, a Dorazio, Vedova, Munari, Soldati e Consagra, nella sala degli astrattisti.
Le sue iniziali sperimentazione artistiche sono infatti ispirate al credo astrattista, da Mesciulam sviluppato sempre più con accenti informali. Suggella questa prima fase del suo lavoro la partecipazione tra il 1952 e il 1954 al comitato promotore del MAC- movimento arte concreta, le cui ricerche si andavano focalizzando sullo studio del rapporto tra colore, forma e spazio architettonico.
Il percorso artistico di Mesciulam tende però progressivamente ad assumere posizioni del tutto personali e originali, che lo portano ad un recuperato rapporto con l’arte del passato, soprattutto con quella del ‘600, e ad un gusto particolare per la densità della materia pittorica, elemento questo in assonanza con la coeva Art Brut.
Lo studio e la riflessione sul Nuovo Testamento, hanno influenzato la sua produzione artistica dalla seconda metà degli anni Cinquanta, in concomitanza con una nuova considerazione della natura interscambiabile e intrinsecamente correlata della figurazione e dell’astrazione.
Queste nuove considerazioni sull’essenza stessa del fare arte hanno determinato la sperimentazione di diversi mezzi espressivi, quali la performance e la fotografia, che diventerà un elemento molto importante a partire dai primi anni Settanta.
Ed è proprio durante gli anni Settanta che Mesciulam, oltre ad una serie di sperimentazioni perfino vicine alla successiva Net Art, concepisce il principio dell’arte ostensoria, stabilendo i termini di una visione artistica che Pietro Bellasi coglie sapientemente nelle pagine di questo libro.
Se dagli anni Ottanta ritorna a lavorare con la pittura, in un rapporto sempre rinnovato e nutrito di nuovi stimoli, è però l’ultima produzione, quella degli anni 2006-2008, che rappresenta la coesione di diverse istanze creative presenti nei successivi momenti della sua carriera artistica.
Le opere trattate in questo libro, le Tavole autoindicate, concretizzano la riproposizione dell’emblema stesso del concetto di ostensione, elaborato nel 1974 con l’installazione Le firme dei maestri alla Galleria Rotta di Genova, interpretato con sguardo nuovo ma consapevole attraverso la commistione di pittura, segno e scrittura: la poetica di Mesciulam trova così completa sintesi ed espressione.
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